Simone Scuffet quest'anno ha giocato in prestito al Como. Un'avventura poco fortunata per il portiere di proprietà dell'Udinese, vista la retrocessione della squadra. Il classe '96 si è raccontato ai microfoni della Gazzetta dello Sport, in un'intervista in cui si era cercato di non parlare del suo "no" all'Atletico: "Ma no, è impossibile. Chi viene a intervistarmi ci prova, però non riesce nessuno. L’importante è che si scriva la cosa giusta: non è vero che dopo quei primi mesi di A ho detto no alla Spagna per finire le superiori. Io ho scelto di restare a Udine per l’ambiente, per i preparatori dei portieri. Volevo continuare a crescere lì. Rimpianti? No, sentivo che era la cosa giusta. E se lo sentivo è stato giusto fare così. Magari in futuro mi servirà più un anno in panchina a Udine che una stagione in Spagna. Chissà che avrei fatto lì. Fatalismo? No, è diverso: in quell’anno di panchina ho imparato. Poi rimpiangere il passato, pensarci ancora, è una cosa che toglie energie: meglio pensare a come migliorare. 52 gol in Serie B? Eppure sono convinto di non aver perso tutto.

Questo pensiero che a 19 anni sono quasi finito, solo perché ho fatto un anno in B, non mi riguarda. Ho giocato 34 partite e mi serviva. Sono come un portiere che esce dalla Primavera e va in B: il percorso di un ragazzo normale. A Donnarumma consiglio di giocare, giocare sempre. Sarebbe sbagliatissimo andare in un club che lo tiene in panchina. Il 99,9% delle squadre lo farebbe giocare. L'Udinese nel 2014? Dal loro punto di vista magari hanno anche fatto bene a tenermi in panchina. Karnezis è stato bravo. L'avventura a Como? Ho fatto degli errori, il più pesante a Latina. C’era vento, ho valutato male un cross e… Io sono convinto di essere più forte ora. Ho fatto errori anche due anni fa, solo che il primo anno te li perdonano, non li vedono. Adesso è diverso. Futuro? La cosa più importante è sempre la stessa: giocare

Sezione: Gli ex / Data: Gio 12 maggio 2016 alle 10:30
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @FDigilio
vedi letture
Print