Il giorno in cui nasceva Simone Scuffet (31 maggio 1996) Fabio Rossitto viveva la vigilia del suo esordio in nazionale A. Era l’Italia di Sacchi, quella che sarebbe uscita subito all’Europeo giocato in Inghilterra: il primo giugno Rossitto giocò i primi e ultimi 70’ in azzurro contro l’Ungheria battuta 2-0.

Allora Fabio era quello che è oggi Scuffet: la bandiera friulana nell’Udinese. In tutti questi anni non ce n’erano state altre.

Rossitto, se le diciamo Scuffet il primo pensiero che le viene in mente qual è?

Che abbiamo dovuto attendere molti anni per rivedere un friulano nell’Udinese ma che ne valeva la pena aspettare. Vedendolo in campo a San Siro con quella sicurezza mi sono venuti i brividi. Questo ragazzo davanti a sè ha un futuro incredibile, così forti alla sua età ho visto solo Buffon.

Che impressione si ha dall’esterno di lui?

Mi sembra un ragazzo tutto d’un pezzo, serio, posato. Quando ha esordito in A ho pensato ai suoi genitori, a quello che potevano provare.

Guidolin ha detto che ci ha pensato cinque secondi per decidere di farlo esordire a Bologna.

Ho letto  le dichiarazioni del mister. Certo, era un rischio mandare in campo in una gara decisiva un ragazzo di 17 anni, ma sapeva bene su chi puntava. Scuffet è più freddo di tutti gli altri.

Ricorda il suo esordio?

Sì, ad Ascoli, anche se sugli almanacchi scrissero per molto tempo Bologna, il campo dove ha esordito Simone. É qualcosa di indimenticabile. Io poi dovetti attendere il campionato successivo per giocare al Friuli in serie B contro l’Avellino, se non sbaglio.

Rossitto, oggi c’è Fiorentina-Udinese. Che partita si aspetta?

Sarà una gara molto aperta. L’Udinese è salva e adesso può giocare con più spensieratezza. Credo, poi, che i bianconeri, vogliano togliersi qualche sassolino dalla scarpa. L’eliminazione dalla Coppa Italia per mano dei viola è stata immeritata. Io avevo fatto un pensierino alla vittoria: in finale avrebbe trovato il Napoli come il Vicenza di Guidolin che negli anni ’90 battè proprio i partenopei.

Perchè Muriel non riesce a decollare?

Ho l’impressione che sia un giocatore che deve sentire la massima fiducia e che vada fatto giocare sempre per rendere.

Capitolo Guidolin: lei lo vede sulla panchina dell’Udinese anche nella prossima stagione?

Non lo so. Le uniche certezze sono che Guidolin ha un contratto fino al 2017 e che è un grande allenatore. Dopo tanti anni può capitare che qualcosa si guasti nei rapporti, sta di fatto che i risultati che ha ottenuto lui saranno probabilmente irripetibili.

Sezione: Gli ex / Data: Dom 06 aprile 2014 alle 09:30 / Fonte: Massimo Meroi per il Messaggero Veneto
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @Sbentivogli10
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