Totò Di Natale ha ripercorso la sua storia in bianconero ai microfoni di Skysport. La scelta, innazitutto, di restare per sempre all'Udinese nonostante le offerte dei grandi club, rifiutando anche la chiamata della Juve: "Ogni scelta l’ho fatta sempre col cuore, con la testa e non guardo mai i soldi. Lì c’erano tanti soldi, una società importante e che aveva vinto tutto. Il mio procuratore mi chiamò e mi disse che c’era questa possibilità, io dissi: ‘Ti ringrazio, ringrazia anche la Juve ma io e la mia famiglia restiamo qua a Udine, mi sento uno di loro e mi piacerebbe finire qui la carriera’. Poi ho chiamato il presidente Pozzo e in due minuti si è risolto il problema".

L'arrivo a Udine, quando sulle sue tracce c'era anche la Fiorentina: "La trattativa con la Fiorentina era in piedi da un paio di mesi, poi non mi hanno fatto sapere più niente. Alla fine mi chiamò Spalletti con la famiglia Pozzo e dissi subito di sì. La mia parola per me valeva più di un contratto. Anche se andavo a guadagnare di meno ho fatto comunque la scelta giusta".

Dopo aver infranto tutti i record possibili, la decisione del ritiro: "Sei mesi prima avevo capito che era giusto smettere. Quando testa e fisico non c’erano più significava che era il momento giusto. Avrei potuto segnare di più? Io non ho giocato tanto in Serie A, a 27 anni ho vinto il campionato con l’Empoli e conquistato la promozione. Negli ultimi 10 anni ho fatto qualcosa che non è facile ripetere, erano anni che nessuno superava i gol di Baggio".

Il presente di Di Natale oggi è allo Spezia, una nuova vita da allenatore dell'Under17: "L’anno scorso ho fatto subito una riunione con gli attaccanti. Vedo la qualità, se uno è più o meno sveglio e provo dargli dei consigli: come attaccare la porta, quale piede usare, dove calciare. La prima cosa che insegno? Gli faccio capire che il lavoro è serio. Far crescere i ragazzi mi piace. Gioco col 4-3-3, è il marchio di fabbrica e poi i tre attaccanti avanti mi piacciono perché fanno la differenza”.

Sezione: Gli ex / Data: Mar 28 aprile 2020 alle 16:40
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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