Fabio Brini ha analizzato ai nostri microfoni la situazione in casa Udinese dopo la vittoria con il Monza. Queste le sue parole.
Il match:
“La vittoria è stata importante, al di là di come sia avventura e dell’avversario perché anche lì si potrebbe discutere parecchio. L’importante è che la vittoria sia stata fatta. Non mi è piaciuto il ritmo dato alla partita però. Ho sentito interviste e commenti, se questa squadra ce l’ha nel DNA è chiaro che deve farlo maggiormente, perché in diversi momenti si è adattato al ritmo del Monza, che forse pensava di potersi basare sulla qualità per vincere, ma ho visto una squadra in grande difficoltà. Ha cambiato tantissimi giocatori, ma è una cosa che richiede molto tempo. C’è stato questo esperimento con Pereyra, è nato esterno, ma tutte le azioni pericolose arrivano dal suo lato, perché nel 3-5-2 gli esterni sono fondamentali in ambo le fasi. Probabilmente durante la settimana ci ha lavorato. Hai comprato però un giocatore sull’esterno, che deve imparare ancora alcune situazioni in fase difensiva, ma capitava anche a Molina, bastava far scalare Makengo a coprire per aiutarlo e avresti risolto il problema. In più avevi un giocatore che potevi lavorare e lavorarlo in zona offensiva. Poi è chiaro che le scelte le fa chi vede tutti i giorni i calciatori, ma ho visto situazioni che non mi sono piaciute, a questo punto forse potevi anche mettere Makengo, che ha gamba ed è generoso. Pereyra in mezzo avrebbe tenuto alta la qualità e avrebbe dato una mano in fase offensiva”.
Samardzic?
“E’ due anni che parliamo di Samardzic ma non abbiamo potuto mai valutarlo più di tanto, ce lo hanno fatto a vedere 5/10 minuti, in una disposizione tattica come quella dell’Udinese di oggi inevitabilmente fatica. Non so se la storia dell’Atalanta sia vera, ma per esempio con lui Gasperini tornerebbe a fare quella disposizione che tanto gli piaceva con due giocatori dietro la punta. Non penso che l’inserimento di un giocatore così possa fare danni, potrebbe battere i piazzati al posto di Deulofeu permettendogli di gravitare intorno all’area di rigore. Però noi non vediamo gli allenamenti, possiamo anche sbagliare il nostro pensiero, ma solo chi gioca sbaglia, ad oggi mi sembra strano che questo giocatore non riesca a trovare lo spazio necessario”.
Un gioco ancora poco convincente?
“Noi oggi paragoniamo il girone di ritorno dell’anno scorso con l’Udinese attuale e c’è un abisso. Quello che non capisco è perché la squadra sia attendista se come dice il mister ha il ritmo nelle corde. Non siamo ancora a posto fisicamente? E’ possibile, magari non c’è la condizione giusta per tutti i calciatori. A me sembra più un limite a livello mentale. Non so cosa stiano aspettando, forse la fine del calciomercato, vedere Deulofeu in questo modo come ho già avuto modo in passato di dire fossi io in panchina mi darebbe fastidio”.
A livello tattico:
“Non c’è quello sviluppo a livello mentale di dire vado a giocare negli ultimi trenta metri, in alcuni frangenti lo facciamo, in altri aspetti che la squadra avversaria attacchi e vai a ripartire negli spazi. Hai un giocatore come Beto importante e fondamentale, crea spazi in progressione deleteri per la squadra avversaria. Però la squadra deve lavorare in una certa maniera, se lavori solo sulla progressione di Beto non puoi tenere gli avversari nella loro area di rigore. Manca però il quid mentale, li vedo in certi momenti in attesa di qualcosa. Magari sono le prime partite e ci sta tutto, il calciomercato è aperto ancora qualche giorno, credo che quando finirà probabilmente torneremo, mentalmente, a vedere la vera Udinese”.
I tafferugli post gara:
“Io non ho mai sentito parlare di caos creato dai tifosi friulani, per la sua cultura e sportività. Apro e chiudo la parentesi, sarebbe da prendere esempio”.
Cambio di modulo?
“Lavoro e parlo a livello tecnico, avere la difesa alta va benissimo, ma se il centrocampo è schiacciato sulla difesa non serve a nulla. Bisogna lavorare sulla difesa alta per far salire il centrocampo. Se io gioco con la difesa alta e il centrocampo resta schiacciato non serve perché si creano buchi, come successo a Monza. Il cambio di modulo, se c’è questa idea, andava provato contro Salernitana e Monza, se fai esperimenti contro le grandi e in pochi giorni diventa deleterio, soprattutto se in ritiro precampionato non hai lavorato sotto questi aspetti. Arriva un esterno destro, ma scommessa o non scommessa? Non abbiamo più spazio per scommesse, ne abbiamo già 5 o 6 compreso un giocatore che è qui da due anni, a pochi giorni dalla chiusura bisogna ricoprire i ruoli con giocatori certi”.
Mercoledì l'Udinese può fare una gara importante?
“Io ho dubbi solamente su un aspetto, la Fiorentina gioca col 4-3-3, il problema dov’è, che gli esterni a un certo punto devono fare i quinti da una parte e dall’altra, io non voglio pensare che Pereyra possa giocare quinto dal lato di Sottil, penso il padre conosca bene il figlio. Contro la Fiorentina devi stare e lavorare in una certa maniera, soprattutto se Italiano mette gli esterni larghi, perché se gli esterni dell’Udinese devono lavorare in fase offensiva sui lanci i marcatori dovranno uscire”.
Beto?
“E’ un giocatore importante, se fa un campionato come è partito ora post infortunio sicuramente attirerà tante attenzioni a fine anno, mi piacerebbe in più vedere però non solo scommesse ma anche qualche ragazzo più di ruolo”.
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