Monza: mi ricordava lo stadio Gino Alfonso Sada e un 'coito interrotto': una mattina di viaggio nella nebbia, a malapena un tempo giocato e poi l'arbitro che dice 'a posto così, tutti a casa'. Si rigiocò dopo qualche tempo, vinsero i brianzoli 1-0 per una delle quattro sconfitte di quel campionato trionfale.
Stavolta mi è andata meglio: l'Udinese coglie il massimo risultato (prima vittoria del campionato) con il minimo sforzo; qualche accelerazione, due belle azioni e oplà, il gol subìto poco dopo la metà del primo tempo è ribaltato.
Il Monza non pare ancora una squadra attrezzata per la Serie A: orfani di Marlon, di D'Alessandro, del Ranocchia ex-Inter e del 'nostro' Pablo Marì i ragazzi di Stroppa patiscono la desuetudine alla categoria e la maturità. Le reti friulane sono dettate da belle trame ma dimostrano anche poca attenzione dei locali. Problemi di Giovannino (anche lui) 'nostro'.
La partita è decisamente bruttina: forse i bianchineri si aspettavano un Monza all'assalto, invece lo speculare 3-5-2 dei biancorossi di casa, bassissimo anziché no, si rannicchia nella propria trequarti campo attendendo che fossero gli ospiti a fare la gara. L'Udinese tiene palla, la gira con il ritmo lento del maestro Gàmbara e, quando verticalizza, pare sempre in grado di fare male all'avversaria.
Secondo me, se Deulofeu non avesse imbroccato (forse) la peggior gara della sua avventura friulana divorandosi un paio di occasioni che di solito trasforma in punto le cose si sarebbero messe in discesa già prima del 45'. Arriverà il suo momento. Sembra già arrivato quello di Beto, invece: lotta, tiene alto il baricentro della sua squadra allungandola, imprendibile per Caldirola e soci; trasforma in pareggio una bella azione Lovric-Becao e finché il fisico tiene gestisce quasi da solo l'attacco dei suoi. Bentornato.
Una cosa è parsa chiara: fisicamente fra le due squadre non c'è stata partita. Il centrocampo cingolato in bianconero ha patito pochissimo le iniziative locali, e le occasioni brianzole sono state frutto di iniziative personali. La difesa invece si è retta sul solito eroico Rodrigo Becao, meno in palla è parso Nuytinck. Sulla sua fascia Udogie, gol a parte, ha 'seminato' il povero Birindelli, bravo in fase offensiva ma ancora immaturo; era logico l'urto del neogiocatore del Tottenham potesse travolgerlo. Dall'altra parte ha giostrato a sorpresa il prode Pereyra (bocciato Ebosele? No, Sottil dice 'rimandato a data da destinarsi') che ha goduto dell'assenza di un avversario al suo livello non patendo particolarmente. Nota positiva, lì in mezzo, Sandi Lovric: una volta di più l'austro-sloveno ha dimostrato capacità, talento, visione di gioco e personalità. Il triangolo che chiude con Becao sull'azione del pareggio friulano ne è una dimostrazione. Lo so, si è capito che mi piace, e molto: forse, dopo tante speranze andate fallite (a cominciare dal valevole Sven Kums) forse ci siamo. Forse.
Sottil dice che l'idea di rimettere Pereyra sulla fascia esterna, dopo forse dieci anni da quando (con altra età e fisico) lo faceva, gli balenava in testa da molto e ha goduto della disponibilità del Tucu: ha ragione Andrea quando dice che ha fatto una buona partita sfruttando il suo momento fisico e mentale, ma mettendolo da quella parte lo ha tolto dal centro nevralgico del gioco dove avrebbe potuto contribuire in maniera altrettanto fattiva, se non di più. Nell'ultimo quarto della gara c'è poi andato Arslan, del tutto desueto in quel ruolo. Buon per l'Udinese che al Monza il serbatoio fosse ormai da tempo sul rosso e che i cambi proposti da Giovannino Stroppa siano stati del tutto impalpabili.
Rimango della mia: Andrea ha bisogno di tempo per capire la situazione e imporre la propria idea di gioco. Lodevole che cerchi soluzioni originali, ma spesso semplice is better...
Ammetto la mia severità: alcuni colleghi brianzoli mi hanno fatto notare che vorrebbero essere loro al posto nostro, a commentare una vittoria in maniera tanto critica. Hanno ragione, siamo di palato difficile ma da qualche anno (tolta la parentesi-Cioffi) di calcio bello ne abbiamo visto pochino, logico essere quantomeno diffidenti. Detto ciò, a nessuno conviene remare contro Sottil, tantomeno a me che nella tristezza degli esoneri pago decisamente dazio.
Comunque sia, 'tri points is megl che uan (or no uan), chiosando un vecchio spot con un giovanissimo Accorsi. Tre punti d'oro in vista di una tetralogia di gare da tremore ai polsi: Viola infrasettimanale, Roma, Sassuolo e Inter. A 4 punti la squadra respira, a uno o due non lo avrebbe fatto.
Chiudiamo con due note positive. Una sulla squadra: il gioco arriverà, se il mister riuscirà a trovare la sua quadratura del cerchio; l'intensità è già arrivata. Oggi l'Udinese non ha di certo lesinato le energie, è riuscita a controbattere il Monza con le armi che i brianzoli, in questo momento, può mettere in campo. In questo Makengo ha mostrato tutti i segnali di crescita che ormai gli vengono riconosciuti: sperando, ovviamente, che nei prossimi cinque giorni il mercato non lo tolga a Sottil. Obiettivamente la speranza riguarda tutti gli effettivi, alla ricerca di un miglioramento rispetto alla stagione passata.
L'altra sulla tifoseria, nutrita e rumorosa anche a Monza. Settore ospite riempito, applausi a chi si è sorbito l'afosa A4 un pomeriggio di venerdì agostano, evitando anche di menzionare la sassaiola (dilettantesca) di un gruppuscolo di signori di mezz'età al termine della gara. Ai miei tempi ho visto di peggio. Nel 2022 potete anche evitarci queste scene pietose, potenzialmente pericolose.
Post scriptum: taccio sulle dichiarazioni del proprietario del Monza sui presunti favori arbitrali all'Udinese nella gara che i suoi hanno stra-perso: ognuno cerca di tirare acqua al proprio mulino. Volessi parlarne gli ricorderei il ruolino dell'Udinese con Di Bello, non esattamente un portafortuna; gli ricorderei anche qualche campionato in cui la sua squadra dell'epoca incassava 22 rigori in una stagione, non tutti limpidissimi (Balotelli al 96'). Ma non ne parlerò perché anche discutere di VAR e arbitri ormai mi annoja profondamente.
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