La partita contro il Milan testimonia come l’Udinese non sia una squadra nel senso del gruppo. Il primo tempo i reparti erano distanti, la squadra lunga, si provava a giocare ma poi si commettevano errori individuali che avvengono quando “non ci si parla”. Le voci che girano sono quelle di uno spogliatoio diviso in gruppi. Pare lontano anni luce l’autunno in cui Guidolin invitava a cena i giocatori chiedendo di portare solo la lingua italiana per un’amichevole discussione. L’estate e l’autunno nel quale obbligava la lingua italiana nello spogliatoio.

Di tre gol, due sono stati regalati. Il secondo perché Badu ha chiuso male, ma specialmente perché chi ha lanciato Bonaventura è stato lasciato libero ed indisturbato. Il terzo perché non possiamo permetterci di far marcate Zapata a Fernandes: Davide contro Golia funziona solo palla a terra.

La partita contro il Milan dovrebbe anche sancire il definitivo accantonamento della difesa a tre. Forse non è una questione tattica, forse è davvero una questione di spogliatoio come ipotizzavo nell’editoriale post-Empoli. Ma sta di fatto che se i giocatori non si parlano, non gira fiducia e un sistema delicato come la difesa a tre diventa un colabrodo. E la voglia di molti giocatori di cambiare aria (si sa, c’è eccome) equivale a gettare benzina sul fuoco. Di buono c’è la reazione del secondo tempo, dove Badu finalmente rispetta indicazioni tattiche non semplici e permette a Edenilson di mostrare tutte le sue qualità. Badu a destra e Fernandes (ma specialmente Iturra a sinistra) coprivano le sortite dei due laterali messi a giocare da terzini.

L’attacco a tre alza non poco il baricentro, lo sposta in quella zona di campo come Edenilson, Fernandes, Zapata, Thereau e Di Natale la possono fare da padroni. C’è solo un problema: bisogna correre, e tanto. Ma la seconda frazione di gioco pare dimostrare che la tenuta atletica è l’ultimo dei problemi.

Ed ora, con le gambe un po’ appesantite ma con la coscienza che l’Udinese può giocarsela contro qualsiasi squadra, si va a Bologna a giocare una partita che conta poco per chi vuole cambiare casacca il prima possibile. Questa, e la mancanza di Fernandes, saranno i problemi da affrontare. Non certo la squadra felsinea. Il Bologna ha un centrocampo fin troppo giovane per la seria A, una volta bloccato Diawara, nessun altro ha la fantasia per creare pericoli o velocizzare il gioco. Brienza è forte, ma lo si può tenere lontano dalla porta pressando alto il centrocampo rossoblu e il francese Mounier ha un forte dribbling ma poca propensione al passaggio. Basta un sistema di raddoppi che funzioni ed ecco che bloccarlo è possibile.

I dubbi della viglia sono due: Colantuono lavorerà per portare la difesa a quattro in quel di Bologna? I giocatori in campo saranno motivati o penseranno a mettersi in mostra solo nella prossima partita contro una big? E’ lì che bisogna lavorare, ormai è palese. Anche a costo di esclusioni importanti.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 23 settembre 2015 alle 19:15
Autore: Giacomo Treppo
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