Che dire....

...di una partita giocata bene soltanto a metà, pareggiata con un rigore in pieno recupero. A noi il primo tempo, al Monza il secondo. Negli spogliatoi si è spenta la luce, in avvio di ripresa un black out totale che ha portato al ribaltone brianzolo. Avrebbero meritato più loro? Alla fine il pari ci sta anche. I tanti tifosi sugli spalti, appassionati come sempre, quelli sì dopo le tre scoppole di Bologna, avrebbero meritato ben altro spettacolo? Sicuramente ma l'Udinese ad oggi è questa. Le vittorie contro Empoli e Milan non hanno portato a quella svolta che tutti auspicavano. Galleggiamo, tra il sufficiente e il discreto, convinti che questa squadra possa davvero fare molto di più. E non è perché siamo ancora inebriati dal sorprendete avvio. Si intravede in questi ragazzi della qualità, magari ancora nascosta e da sgrezzare. Ci sarebbero i presupposti per ambire a qualcosa di diverso? Forse. A parole la voglia è tanta ma nei fatti ci manca quella spinta.

Che dire...

...di una stagione eterna, iniziata i primi di agosto, con il Mondiale di mezzo e che terminerà soltanto il prossimo giugno. Logorante e probabilmente noiosa. Di un campionato che rischia di precipitare a questo punto nell'anonimato. Perché l'Europa, che per qualcuno è una follia ma che in realtà poteva essere alla portata dato l'exploit iniziale, è sempre più lontana. Perché la salvezza, visto anche lo scarso rendimento di chi sta dietro, è in cassaforte da parecchio tempo. Il calendario è in salita ma per assurdo noi giochiamo meglio con le grandi che con le piccole e magari da qui alla fine qualche soddisfazione anche arriverà. Di mezzo gli incartamenti arrivati in Procura, che fanno tremare il palazzo ma fino ad un certo punto. Se dovremo pagare pagheremo senza fare drammi. Una penalizzazione di qualche punto a fine stagione non cambierebbe nulla. Scivoleremmo nella parte destra della classifica e basta. Meglio un -5 a giugno che a settembre.

Che dire...

...di un Sottil che ha fatto bene ma non benissimo, che ancora oggi non è stato confermato proprio perché i Pozzo pensavano di poter vivere una stagione diversa dopo il filotto iniziale. Il mal di pancia del paròn è evidente, la squadra rischia di tornare in ritiro prima della trasferta, complicata va ammesso, contro la Roma di Mou. Il futuro della panchina dipenderà dal rendimento di questo finale di stagione. E' fuori di dubbio. Non sono ammesse vacanze anticipate o tanto meno quella cronica mancanza di motivazioni che ha contraddistinto (salvo quando toccava stringere i denti per salvarsi) troppi finali di campionato dell'ultima decade.

Che dire...

...di Pafundi che è la curiosità e la speranza del momento. Lo si faccia giocare, anche se commette ancora errori grossolani. Di Samardzic, che va a sprazzi e che a causa di troppi compiti di marcatura pare essersi incupito. Di Beto, criticato da tutti, ma che in campo è tra i pochi a mettere tutto se stesso. Di tanti singoli che sembrano essere ad un passo dal fare il salto di qualità ma a cui manca ancora qualcosina per sbocciare definitivamente. Il potenziale, lo ripeto, almeno per il sottoscritto, è tanto.

Che dire...

...a 9 giornate dal termine la speranza è quella di divertirsi almeno ancora un altro po'. Senza patemi di classifica, soltanto per la gloria e per la maglia. Questa non è una stagione da buttare, soprattutto se chiuderemo tra le prime dieci ma tutto dipende da noi. Siamo ad un bivio, possiamo mollare la presa oppure spingere sull'acceleratore finché ne abbiamo.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 11 aprile 2023 alle 22:52
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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