L’Udinese esce vittoriosa dallo stadio Dall’Ara e Colantuono, che dimostra coraggio, viene premiato. E’ inutile girarci attorno: aveva ragione lui. La squadra bianconera può benissimo schierare la difesa a quattro, ma il centrocampo davanti deve avere qualità che ora mancano. Sia chiaro: guai ad abbandonare questa opportunità, e speriamo che durante gli allenamenti si riesca a lavorare su tutti e due gli schemi. Del resto a Udine, si sa, si deve costruire valore e questo passa molto spesso per la tattica.

La difesa a quattro pare dare più certezze, ma il centrocampo a tre, se non sa fare tutte e due le fasi (difensiva ed offensiva) diventa un colabrodo. Nell’intervallo, l’allenatore dell’Udinese effettua un cambio modulo impopolare, rischia un giocatore appena arrivato ed ecco che la squadra cambia rendimento. Una questione psicologica, più che tattica, ma tanto è e tanto basta. La difesa a tre è più ballerina, ma il centrocampo a cinque, con un metronomo in mezzo, riesce a mascherare la fragilità arretrata.

C’è una statistica che spiega la partita più di ogni altra cosa: i palloni persi. Venticinque in totale, dei quali quasi venti nel primo tempo e poco più di cinque nella ripresa. E il record di palloni persi è di Iturra. Quello che fino a domenica era il principale mastino del centrocampo, si trasforma nel principale problema del primo tempo. Vedi l’azione del gol subito.

La prova insufficiente di Iturra fornisce uno spunto sulla crisi dell’Udinese. Sono tre anni che puntualmente i nostri giocatori hanno rendimenti altalenanti. Ogni partita si registrano errori individuali. Ogni partita ci sono due o tre giocatori che rovinano quanto prodotto dagli altri. Quello che fa specie è che non sono sempre gli stessi; c’è un demone che si impadronisce a vicenda di quasi tutti gli uomini in campo. La rosa non è all’altezza oppure manca il gruppo (e i suoi leader…)? Credo che l’entrata di Lodi & Di Natale abbia dato ragione a tutti coloro che riconoscono l’importanza dei senatori in campo e di un buon regista in mezzo. Badu, Marquinho, Fernandes, Kone oppure Piris, Edenilson, Widmer… sono tutti discreti o buoni giocatori, ma hanno bisogno di qualcuno vicino a loro su cui puntare, un metronomo del rendimento. E devono imparare tutti a giocare in entrambe le fasi di gioco. Solo così l’Udinese potrà trovare continuità e magari schierare una difesa a quattro con due terzini bravi al cross e ad offendere, e magari anche tre punte.

Sta di fatto che l’Udinese vince la partita esteticamente giocata peggio, finora. Alla forma, per una volta tanto, si predilige la sostanza. Colantuono vince la sua personale partita, schierando la difesa a tre ed ottenendo dalla società un giocatore che sappia fare il regista.

Un ultimo appunto su Badu, croce e delizia dei tifosi friulani: due stagioni fa, Guidolin gli ritagliò un ruolo a centrocampo, con inserimenti in avanti. Fece cinque gol e un assist, parve sul punto di sbocciare un piccolo campioncino, ma l’anno successivo (la scorsa stagione) si perse come un po’ tutti i compagni di gioco. Ora, Colantuono lo ha messo nello stesso ruolo che lo fece emergere, se imparerà anche a stare in campo tatticamente (come il secondo tempo contro il Milan), forse può essere la sua annata.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 28 settembre 2015 alle 18:50
Autore: Giacomo Treppo
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