La Sottilità?

Al 56' di gioco la Lazio usufruisce di un corner; ci hanno detto che il signor Sarri studia attentamente rimesse in gioco e calci d'angolo, applicando decine di schemi diversi; la palla è battuta verso Zaccagni che scatta dall'angolo dell'area piccola, Samardzic lo anticipa ineffabile e fa ripartire l'azione dei suoi.

Già: Sarri ha un libro pieno di schiemi, Sottil ed il suo team non gli sono da meno ed in più studiano tantissimo.

L'Udinese sta esaurendo la mia scorta di stupore ed aggettivi; l'avversaria, che ha massacrato a colpi di 4-0 tre squadre di fila, deve ruminare calcio, assorbire l'urto e subire 14 tiri in porta, in casa, da parte di una formazione scesa dal lontano angolo nordestino della penisola scortata, al solito, dai suoi gioiosi sostenitori.

Va bene, lo so: si fa male Immobile, Sarri non ha avuto tempo di preparare la gara, troppo vicina all'impegno casalingo contro la corazzata Sturm Graz; il terreno è pessimo, 'o lo cambiate o me ne vado' minaccerà il trainer toscano alla fine della gara.

Non va bene, invece, parlare (al solito) di Udinese come 'squadra fisica', intendendo una formazione che fa delle botte, dell'urto uomo-contro-uomo, dell'arroccarsi e ripartire l'unica forma di non-gioco.

Eh no, caro amico; non ci siamo. Nemmeno quando si dice 'non hanno mai tirato in porta'. Forse per questo alcuni tifosi laziali recriminano sul risultato finale.

Dovrebbero invece recriminare perché Immobile, straordinario in patria e totalmente nullo fuori dai confini, è costretto a giocare seppur non al meglio per la mancanza di alternative; dovrebbero recriminare perché l'allenatore mette in mezzo all'attacco Felipe Anderson di fatto togliendolo dal gioco e non un altro; dovrebbero applaudire la propria squadra e quella avversaria, tutto sommato il pari è giusto. Penso, e spero, sia andata così.

L'Udinese ha avuto più colpi del k.o. rispetto alla blasonata avversaria; fortuna audaces iuvat ma non sempre, non sempre; Eupalla è invero capricciosa e all'Olimpico decide che la posta vada spartita.

Sarri mi è parso il solito: all'inizio della sua carriera lo chiamavo Fidel Sarri quando, arrivato al Napoli, sosteneva come gli stipendi calcistici dovessero essere commisurati a quelli degli operai. Salvo poi, il medesimo ex-Fidel, accettare Chelsea, Juventus ed oggi Lazio. Non credo allo stipendio di Andrea Sottil.

Il solito mi è parso anche il suddetto Andrea Sottil: la sua squadra pare telecomandata, a chi come noi ha quei colori nel cuore pare quasi un sogno; qualche realista friulano dice 'prima o poi si sgonfiano' ma sono ventun punti in dieci gare, con sei vinte, tre pari ed una sconfitta quando ancora si andava in spiaggia. Sottil incarta la gara al celebre collega soffocandolo, mettendo in crisi il bravissimo Milinkovic il quale non riesce a trovare spazi e tempi, in particolare però l'Udinese fa la partita e mette in seria difficoltà il 'nostro' Provedel e i suoi compagni.

Tutti, da Silvestri a Deulofeu, portano il contributo atteso alla gara friulana; Sottilità, però, è anche andare all'Olimpico e schierare Samardzic dall'inizio: senza paura, la condizione psico-fisica della squadra intera gli permette di giostrare gli uomini sapendo, e questo è assolutamente eccezionale, che la resa sarà immancabilmente oltre il 100%.

Alcuni giocatori sembrano rinati: detto e ridetto di un Walace invalicabile (una bonaria lavata di capo ai censori degli anni venti che invocavano draconiane punizioni dopo lo sfortunato sinistro che ha coinvolto il brasileiro), detto di un Samardzic che vede la gioia strozzata in gola da una traversa birichina, mi piace ad esempio come entra in campo Tolgay Arslan. Il turco-tedesco sembrava ormai destinato a terminare la sua avventura bianconera; oggi subentra ed è subito decisivo ed importante, portando aggressività e qualità al centrocampo. Becao è parso non al meglio ma ha sofferto il giusto, mentre Bijol, oggetto misterioso all'inizio del campionato, è diventato un difensore di caratura assoluta; se continuerà ad ascoltare Sottil, il futuro è radioso anche per lui.

Lascio per ultimo l'ispanico: è stato (debbo dire al solito) straordinario in entrambe le fasi. Giocatore universale, solo un Napoli del livello che oggi ammiriamo avrebbe potuto rinunciare a trattarlo, a cifre tutto sommato modeste per il suo valore tecnico e, ebbene sì!, umano. Vero leader e condottiero, pare praticare un altro sport tanta e tale è la padronanza con cui gestisce la palla. Deve tanto a Sottil, probabilmente, per la tranquillità concessagli e la responsabilità che volentieri Gerardino si assume. Dovrà a Sottil se, come temo, a fine anno arriverà l'offerta irrinunciabile, unica condizione per la quale il virgulto catalano potrebbe lasciare il Friuli. Per ora me lo godo: questa testata lo ha difeso sin dall'inizio, così come fece con De Paul, perché a noi fanno brillare gli occhi i piedi che cantano, non le diagonali difensive. Non siamo tutti uguali, se Deulofeu irrita qualcuno 'perché segna pochi gol' me ne faccio agilmente una ragione.

Capitolo Beto: le difese ormai lo conoscono e, se schierato dall'inizio, pare ormai ovvio che non trovi gli spazi per mettere in moto le lunghe ma velocissime leve. Tornerà anche il suo momento, come è stato nel recentissimo passato: contro il Torino, per esempio.

Appunto, il Torino: squadra con tre giocatori forti, a caso tutti balcanici o quasi, il resto è rivedibile. Juric, che non è un pirla, lo aveva capito e manifestato, in maniera più o meno urbana, al direttore sportivo e de relato al presidente. Il Toro è la squadra di tutti, grazie alle gesta del Grande Torino e ad un cuore, un carattere proverbiale: quello di oggi, però, è diverso, almeno per me che da bimbo lo sostenevo in contrasto con la juventinità diffusa della mia classe alle elementari. Mi riesce difficile poiché all'epoca era Toro contro tutti, oggi devo sentire quasi ogni giorno da un noto giornale sportivo, che casualmente condivide la proprietà con i granata, del livello eccelso di qualità messo a disposizione del tecnico spalatino. Dovrebbe essere il giornale di tutti come penso sia nelle corde dei bravi colleghi che ci scrivono: i risultati sono, permettetemelo, discutibili.

Prima, però, gara secca di Coppa Italia mercoledì 19 ottobre contro il Monza. In palio il turno successivo contro la Juventus. Spero giochi chi finora ha avuto minutaggio inferiore, la coppa così come l'hanno pensata è fatta per concedere alle solite sei squadre i turni finali. Se la tengano.

La settimana successiva, pacifica invasione dello stadio Zini. Perché il merito principale di Marino, Sottil e dei giocatori è aver infuocato un ambiente che aspettava solo una piccola scintilla per far ripartire la magia.

Ma ci si pensa da lunedì prossimo: quella contro il Toro sarà la gara più dura di tutte. L'Udinese troverà di fronte una squadra arroccata, con pochissima predisposizione all'offesa. Di una cosa sono certo: se i granata usciranno con punti dal Friuli sarà con grande merito, anche se non mi aspetto degli spot per il calcio come le due ultime gare che hanno visto coinvolti i friulani. Di un'altra cosa sono sicuro: aggiungeremo alla nostra collezione un'ulteriore sfumatura di Sottilità.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 18 ottobre 2022 alle 11:00
Autore: Franco Canciani
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