Una distesa di campane che suonano a festa in un silenzio assordante. In giro non c'è nessuno, le strade sono deserte, le chiese vuote. Passa la caminoentta della Protezione Civile con l'annuncio a non uscire. Ormai ci siamo abituati anche a questo. Siamo tutti rinchiusi in casa, come da un mese a questa parte, nonstante il sole bellissimo e il cielo terso. E' la Pasqua ai tempi del coronavirus. Giorno di festa ma a festeggiare con serenità proprio non ce la si fa. 

E anche l'uovo quest'anno è tristemente vuoto, l'unico regalo che i friulani avrebbero voluto scartare sarebbe stato un pizzico di normalità. E invece no, se ne riparlerà forse più avanti, il ritorno alla vita di tutti giorni è rinviato, per ora, a maggio. 

Quanto ci manca la normalità, quanto ci mancano gli affetti, le amicizie, i ritmi quotidiani e le abitudini. Tra queste c'è anche l'Udinese, nonostante negli ultimi anni ci abbia fatto troppo spesso soffrire. La settimana scandita dagli appuntamenti bianconeri. Le chiacchiere al bar con gli amici, ore passate a discutere se è meglio far giocare Lasagna o Nestorovski, i pomeriggi passati al Bruseschi a seguire gli allenamenti, la conferenza del sabato di mister Gotti. E poi la partita, il momento clou. L'attesa, il panino e la birretta nel parcheggio fuori dallo stadio prima di entrare, gli spalti, gli amici, il tifo, la condivisione di una gioia. Momenti che sembrano essere soltanto un ricordo. Quando potremo ritrovare tutto questo? Non si sa. 

Forse a riappropiarci di tutto questo ci vorranno altri sei mesi, potrebbe essere già un’altra stagione. Qualcuno dice giugno, sono scettico. La mia stagione è finita contro la Fiorentina. Qualcuno mi ha dato del pavido, la mia non è retorica bislacca, so che in ballo ci sono tanti soldi e posti di lavori, il mio però è rispetto per chi non ce l'ha fatta. 20 mila morti non possono essere cancellati con un colpo di spugna. Noi in Friuli siamo fortunati tutto sommato, il virus qui ha aggredito molto meno che altrove ma mettetevi nei panni di un atalantino, che voglia avrebbe di esultare? Nessuna. 
 
L'uovo quest'anno non ha sopresa. Sono tempi duri, stringiamo i denti.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 12 aprile 2020 alle 18:25
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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