Tifare per la squadra della propria città o del proprio territorio è un atto di fede calcistica che va oltre la semplice passione sportiva. 

Io sono nato in Friuli e da sempre tifo Udinese, la squadra che rappresenta la comunità in cui vivo, la sua cultura e i suoi valori in cui mi riconosco. Ho scelto questi colori non per comodità. Le gioie sono poche, le sofferenze tante. Ma sostenendo la bianconera mi sento davvero parte di qualcosa. Questione di identità, di appartenenza ad un luogo, di radici. 

Spesso mi capita che colleghi mi dicano: "Vai a Milano, segui una grande. Finché resti a Udine non diventerai mai qualcuno". Hanno pienamente ragione ma questo per me prima che un lavoro è una passione. Sono orgoglioso di poter raccontare le gesta della mia squadra del cuore. Quando ho intrapreso questa strada avevo un sogno e nel mio piccolo l'ho realizzato. 

Il mio calcio è in provincia, la mia fede è l'Udinese. 

Detto questo, non capisco i tifosoidi occasionali della big di turno che arriva, in città pronti a cambiare bandiera in cambio di non si sa cosa, probabilmente di nulla dato che a per il milanismo restiamo periferia. Davvero, faccio fatica a comprendere che gusto c'è nel sostenere una grande solo perché vince o perché è imbottita di campioni o ancor peggio perché va di moda. Spuntano come funghi quando ci sono Juve, Milan, Inter poi non li rivedi più. Contenti loro ma per me resta qualcosa di assurdo, che non fa parte del mio modo di intendere il calcio e lo sport in generale.

Sabato più che al Friuli a tratti pareva di essere a San Siro. E' la verità. Spalti da friulani e veneti di sponda rossonera, in alcuni casi maleducati, irritanti e senza rispetto alcuno per i tifosi di casa.  Al rigore segnato da Ibra un boato, con gente che si permetteva perfino di fare gestacci e sbeffeggiare i nostri tifosi. Qui anche la società ha le sue evidenti colpe, perché la politica della vendita dei biglietti delle partite di cartello è rivolta unicamente al massimo incasso e non tutela affatto il tifoso udinese. Andrebbe rivista completamente se si vuole evitare spiacevoli episodi come quelli avvenuti contro il Milan. Ma questo è un discorso che facciamo da parecchi anni e fino ad oggi ogni appello è caduto nel vuoto.

Friulano vero friulano bianconero, non è un slogan ma molto di più. Tifare Udinese non è una vergogna, tanto meno una fede di minor valore. E' amore per la propria patria e per la propria storia. E' orgoglio di rappresentare Udine e il Friuli nel mondo. E' solidarietà, senso di appartenenza, condivisione, celebrazione di tutto quello che essere friulani rappresenta. Chi vive qui, in questo lembo di terra dimentica da tutti, marginale, periferica, dovrebbe saperlo. E invece...

La vittoria è stata la nostra grandissima soddisfazione, come una soddisfazione altrettanto grande è stato vedere il popolo bianconero che non ha mollato, che non si è fatto schiacciare, che ha alzato la voce per far sentire tutta la sua passione. Belli i tre punti ma bellissimi i nostri tifosi. Abbiamo (mi ci metto anche io, permettemelo) ribadito ancora una volta che questo stadio è la nostra casa. Nostra e di altri. 

Sezione: Primo Piano / Data: Mer 22 marzo 2023 alle 23:22
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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