Daniele Padelli, portiere dell'Udinese, ha parlato ai microfoni di Tv12 durante la trasmissione Udinese Tonight.
"Potrebbe andare meglio. Nel finale di partita ho avuto la sensazione di essere tornati a due anni fa ma, volendo guardare alle cose positive, due anni fa questa partita l’avremmo persa. Invece abbiamo mosso la classifica e sollevato un po’ il morale con questo punto, adesso abbiamo la sosta per riprenderci. Siamo ancora a inizio campionato, abbiamo cambiato tanto, è un momento di ripartenza. È già un segnale di continuità aver mantenuto lo staff tecnico, ma questa continuità va tradotta sul campo e ci vuole tempo. La partenza forte è sintomo di un buon lavoro svolto durante il ritiro, ma la crescita non è una linea retta, è fatta a onde. Queste onde devono comunque tendere verso l’alto, con tutte le loro oscillazioni. Abbiamo iniziato contro il Verona non bene, abbiamo fatto quell’exploit e poi sono arrivate due battute d’arresto, soprattutto quella contro il Sassuolo per come è arrivata. Devi considerare questo e pensare che ci siamo trovati in casa contro una squadra chiusa, è complicato per tutti giocare contro squadre così, anche l’Inter fa fatica, e non è possibile fare un bel gioco in queste situazioni. Il loro mister ha detto che l’Udinese avrebbe meritato qualcosa in più, quindi vuol dire che meritavamo tanto di più. A fine partita non facevamo i salti di gioia, certo, ma bisogna capire cosa si pretende da questa squadra. Il calcio non è schematico: non è che se giochi meglio e sei più forte il risultato arriva automaticamente. Ora dobbiamo prenderci le cose positive da questa gara e sfruttarle: abbiamo preso un gol fortunoso e abbiamo subito reagito, poi abbiamo continuato a provarci. I commenti sulla partita sono negativi per il risultato, ma non credo si sia interrotto un percorso. Se fra dieci giornate saremo qua a parlare delle stesse cose ci si potrà pensare, ma ora mi pare prematuro. Nervosismo in campo? Sarebbe stato strano non ci fosse stato e, anzi, sarebbe stata vista come una cosa negativa. Venivamo da un momento particolare, stavamo facendo la nostra partita mostrando voglia di andare a prenderci la vittoria e siamo andati sotto: è normale e giusto che ci sia nervosismo. Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare: abbiamo creato tanto e li abbiamo indotti noi all’errore. Se non sei lì, le occasioni non nascono da sole. Ora si punta il dito su chi ha commesso gli errori, ma io questi ragazzi li vedo tutti lavorare tantissimo. C’è spirito di squadra e voglia di lavorare, lo vedete agli allenamenti a porte aperte quanto lavoriamo”.
Su Kabasele: "Stava vivendo già un momento particolare come giocatore e ne avevamo parlato spesso. Dopo la partita sono andato da lui senza sapere del lutto e gli ho detto: “Peccato solo non aver vinto, te lo sei meritato questo momento”. Con il senno di poi se l’è meritato ancora di più, con quello che gli è successo”. Per lui il portiere bianconero ha solo belle parole: “Kabasele è fondamentale in spogliatoio, è un vero professionista, inappuntabile. È un ragazzo d’oro, ha due figli educatissimi, una bellissima famiglia. È sempre il primo ad arrivare in spogliatoio e l’ultimo a uscire dalla palestra, quando viene chiamato in causa fa sempre bene, ci serve come il pane uno come lui. È un onore essere accostato a Kabasele. Io provo a dare l’esempio, a parlare con i ragazzi e anche a sgridarli qualche volta. Questo è il mio ruolo e un po’ anche il suo, solo che poi lui va in campo e fa pure gol (ride, ndr)”.
Padelli ha poi parlato anche dei portieri bianconeri: "Sava? Quando serve gli do pareri o consigli, ma in generale su aspetti in cui può crescere più che sulla partita in sé. Lo aiuto a diventare quello che secondo me può diventare. È un ragazzo molto inquadrato, pacato, non è sicuramente l’ansia il problema. Ultimamente però non sta dando le risposte che aveva dato lo scorso anno. Non è facile trovare un perché, altrimenti il problema sarebbe già stato risolto, è una serie di circostanze: magari fai qualche errore, perdi delle certezze… Ma è normale, è giovane, viene da un campionato diverso, quanti portieri della sua età giocano in Serie A? Anche per i giocatori il miglioramento è un’onda, sta a lui trovare la spinta per salire verso l’alto. Poi non sta facendo errori così clamorosi, semplicemente non sta dando la sicurezza che dava lo scorso anno. Sa cosa deve fare per arrivare in alto, non deve buttarsi giù. Okoye? Si sta allenando bene, come se dovesse giocare ogni settimana, forse si allena anche più di prima. È stata un’occasione per migliorare alcune piccole lacune. Si è preparato bene in questi mesi, ora la “pausa” è finita e sta al mister decidere chi far giocare. L’unica certezza è che finisco ancora più indietro nelle gerarchie (ride, ndr). Maduka ha una personalità forte, non si fa coinvolgere dalle aspettative. Anche lui ha avuto alti e bassi, è normale, ma è cresciuto tanto ed è un portiere importante. Due anni fa con tutto il peso del mondo sulle spalle ha fatto tre parate super nella partita decisiva. Nella seconda parte della scorsa stagione magari ha influito anche su di lui la squadra che non girava bene, ma non ricordo particolari problemi. Nunziante? È un ottimo prospetto, ma non avevo dubbi: l’Udinese ci vede sempre bene sui portieri. È giovane, ma ha un futuro importante davanti a sé se continua a lavorare nella maniera giusta. Lo vedo molto inquadrato”.
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