Paolo Zanetti, allenatore del Venezia, ha commentato in conferenza stampa la sconfitta contro l’Udinese al Penzo. Questa le sue dichiarazioni.
“Avessi una soluzione la attuerei subito. Non mi resta che analizzare la partita nei suoi 94 minuti, è la quinta volta che prendiamo un gol allo scadere. Senza avremmo una classifica diversa. Oggi c’era davanti una squadra forte che ha messo in difficoltà tante, una partita che però abbiamo combattuto e abbiamo anche dovuto reagire a un altro episodio sfavorevole. Poi è successo quel che è successo. Un peccato, però succedono sempre le stesse cose, è più quello il problema. Il campionato però è anomalo, i risultati delle altre ci tengono in corsa e lotteremo fino in fondo”.
Un pareggio di rabbia, perché non riesce a esserci questa rabbia fin da subito?
“I motivi sono tanti. C’è una componente psicologica che condiziona tanto, non siamo tranquilli, con i cambi ho dato un segnale chiaro, c’erano quattro attaccanti. Pareggiamo, ma poi sui piazzati qualcosa paghiamo fisicamente, anche perché l’Udinese fisicamente è forte. Il problema è che noi non riusciamo a mettere mai la partita sul nostro binario, non ricordo nemmeno l’ultima volta che siamo andati in vantaggio, dobbiamo sempre recuperare o per colpe nostre o per meriti altrui. Questi dettagli ti mettono la gara in salita e ti costringono a tirare fuori rabbia, l’avevamo pareggiata, un punto ci avrebbe aiutato mentalmente, avrebbe cambiato poco in classifica ma tanto per noi, anche per quanto riguarda il giudizio sulla prestazione”.
C’è però ancora speranza visti i risultati del Cagliari:
“Sì c’è speranza perché anche le altre faticano, chi è costruito per l’obiettivo salvezza fa fatica, non penso tanto al Cagliari ma penso a chi era inizialmente da pronostici con noi a lottare per la salvezza. Il Cagliari era costruito per altri obiettivi ed è un po’ inspiegabile il perché sia lì. Chiaramente è dura, però per esempio anche oggi siamo stati bravi a contenere giocatori solitamente straripanti come Beto, che è tra gli attaccanti più forti della Serie A. La realtà è che siamo a tre punti dalla zona salvezza con una gara da recuperare e altre da disputare, quindi bisogna crederci fino in fondo”.
Il momento difficile:
“Al di là della serie abbiamo fatto un girone di ritorno duro con poche soddisfazioni. Mi dispiace che i ragazzi non riescano ad avere le soddisfazioni che meritano. Mi dimostrano sempre di essere con me, lavorando con la giusta mentalità, per comunicare sempre meglio. Poi c’è il campo che è giudice, dobbiamo accettare quel che è stato oggi ma non abbiamo tempo di caricarci ogni domenica di un peso perché non arrivano risultati. Le speranze sono ancora intatte, avevamo il vantaggio di giocare dopo le altre e speravo potesse aiutare. La prestazione, non parlo di quella tecnica ma di quella agonistica, non è attaccabile. Abbiamo dimostrato di non avere voglia di perdere, poi siamo stati delle ore a discutere sul fatto che spesso siamo arrivati al limite dell’area senza riuscire poi a colpire. Spingendo spingendo poi il gol è arrivato, giocare con la rabbia della disperazione fin dal primo minuto può portarci a qualcosa di diverso”.
La risposta del pubblico:
“Oggi c’è stato un ambiente straordinario, un tifo meraviglioso che sta andando oltre sé stesso. Penso sia frustrante non fare risultati e che lo sia ancora di più per loro che ci hanno spinto per tutto il tempo. Noi dobbiamo solamente ringraziarli e ripagarli con quanto possiamo fare, ovvero dare tutto fino all’ultimo secondo. Per il resto facciamo fatica a fare altre promesse ora. Ho visto i ragazzi dare tutto oggi e i tifosi lo vedono, se continueremo a fare così sono convinto che ci accompagneranno fino in fondo verso un obiettivo che in questo momento sembra utopico ma che in realtà è più vicino di quanto pensiamo”.
Dopo il pareggio cosa hai pensato? Ora anche il calendario si fa più difficile…
“E’ vero, incontreremo squadre forti, che stanno bene, sono cresciute e si sono ulteriormente rinforzate, ma andiamo a Firenze per mettere in difficoltà la Fiorentina. Per rimanere nella categoria da qualche parte bisogna tirare fuori punti, dobbiamo meritarci di restare in A. La A era un sogno l’anno scorso per me e per quei ragazzi che sono ancora qua, ci sta sfuggendo di mano e ci fa male, abbiamo il dovere di stare attaccati con le unghie a questo sogno che è un qualcosa di incredibile. Giocare in questi scenari non ha prezzo. So che sembra un discorso umile, ma è un discorso fatto da un tecnico che è partito dal basso. Tutti i ragazzi dovranno avere lo spirito di chi vuole restare in questa categoria. Sul pareggio per un attimo ho pensato di poterla vincere, avevo parlato con Aramu chiedendo equilibrio onde evitare ripartenze, quindi ho chiesto anche a Nani di fare più la mezzala per permettere a Vacca di aiutare la difesa. In movimento non è arrivato nulla, purtroppo su calcio d’angolo abbiamo preso il gol”.
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