Paolo Poggi, ex giocatore dell'Udinese, ai microfoni del Messaggero Veneto si è soffermato sul possibile cambio di proprietà con l'arrivo di un fondo americano: "Chi arriverà in Friuli dovrà mantenere equilibrio: si può fare business, ma senza trascurare la tradizione di società ultracentenaria. Sotto il profilo organizzativo e, appunto, di investimenti, sono d’accordo. Nel caso dell’Udinese direi che, per quanto concerne gli impianti, la famiglia Pozzo ha fatto molto. Già negli Anni 90 le strutture erano un passo avanti al tempo. Poi sono state ulteriormente affinate. Poi va considerato quanto è stato fatto con lo stadio. Migliorare le infrastrutture sarà difficile per chi arriverà".

La proprietà americana a Venezia ha rinnovato le infrastrutture:

"Tanto è stato fatto anche a livello organizzativo. Si è poi dato visibilità al brand. Certo, a Venezia, è diverso, perché si valorizza più il nome della città, che della società calcistica. Dal punto di vista sportivo posso dire che non siano mancati i problemi. Al modo di fare calcio in maniera tradizione si sono sovrapposte idee poche pratiche. A mio avviso questo sport non è una materia fredda, ma è “calore”. Lo è anche nella fase di costruzione della squadra. Vanno trovati gli equilibri. La parte sportiva non è solo numeri, ma anche una questione di pancia. Tante idee arrivano grazie all’intuito. La parte tecnica, da chi arriva, non va trascurata. E poi non bisogna oscurare la tradizione. Ci sono società in Italia a riguardo ricche, come l’Udinese. Chi prende il comando di un club, per me, deve fare business senza dimenticare questo aspetto: non va considerato un fatto secondario, è importante tanto quanto l’aspetto tecnico e finanziario. E la società bianconera, per esempio, è radicata sul territorio. Il calcio è un gioco, una passione e un business. Se si riesce a far collimare tutto, va bene".

L'idea di far rimanere i Pozzo in società:

"Bisogna capire cosa vogliono fare. A prescindere però che siano o meno i Pozzo, che si vada verso una scelta che vede impegnato chi conosce il calcio italiano e la sue peculiarità".

La rosa che verrà:

"Va prima capito il progetto della nuova proprietà. A ogni modo ripartirei da Lucca, da chi è inserito nell’ambiente Udinese come Lovric, da Thauvin e da uno come Karlstrom: mi è piaciuto il suo ingresso".

Bilancio di fine stagione:

"Positivo, anche se c’è stata troppa differenza di rendimento tra la prima parte di campionato e la seconda".

Sezione: Notizie / Data: Dom 01 giugno 2025 alle 11:34
Autore: Davide Marchiol
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