Matteo Boniciolli, ex coach tra le altre dell’Apu Udine, ha parlato ai microfoni del Messaggero Veneto per dire la sua sulla UEB Cividale, che ha chiuso la sua stagione ai playoff contro Forlì: “Io ho un’idea chiara. Cividale ha vinto il campionato su due aspetti: programmazione societaria, costruita attorno alla catena di comando corta Micalich-Pillastrini, e ambiente nel quale gioca. L’accoglienza del PalaGesteco e il tipo di tifo che vi si sente la pongono al primo posto in A2. Preso atto di fattori che non si possono controllare come gli infortuni, Cividale ha dimostrato la propria solidità nella prima fase dello scorso campionato. I risultati la mettevano in difficoltà, ma non ci sono stati esoneri o pazzie. Questa solidità è la garanzia che la Ueb dà a chi investe e a chi ama la pallacanestro».

Cividale sta continuando ad affermarsi in un campionato competitivo come la A2, quanto è importante per la crescita dei giocatori?

“Credo sia determinante. Cividale si sta muovendo nella direzione giusta e lo conferma che sia diventata punto di approdo per molti talenti italiani. Penso che la A2 dovrebbe essere l’ultimo passo di crescita per molti giovani giocatori, ma non è così. Siamo un paese miope, io sono d’accordo con Julio Velasco quando diceva che Lamine Yamal del Barcellona in Italia non avrebbe giocato. Guardi Buca, che è un giocatore straordinario. È arrivato in A2 dalla C grazie al lavoro di Marco Andreazza alla Libertas Livorno e ora è uno dei grandi nomi per il futuro, ma senza di lui chissà dove sarebbe”.

Sezione: Basket / Data: Dom 01 giugno 2025 alle 13:30
Autore: Davide Marchiol
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