Non esiste futuro senza un presente, e dunque prima di tutto c'è la gara contro l'Udinese, poi verrà il resto. Anche se le domande sul destino immediato di Sinisa Mihajlovic non mancano, soprattutto in apertura dell'ultima conferenza stampa dell'anno calcistico. «Il contratto? Non me l'aspettavo questa domanda - esordisce con sarcasmo il tecnico serbo -. Ma per tagliare la testa al toro vi dico che parlerò domenica prossima». 

Carte. «Per Udine dobbiamo ancora decidere come scenderemo in campo - racconta il mister nascondendo le proprie carte -, vanno fatte delle valutazioni: abbiamo 2-3 giocatori che non stanno bene. C'è chi ha il mal di schiena, come Palombo. E per recuperare tutti al meglio avremmo bisogno di più tempo. Certo è che in campo non si vedranno esperimenti, ma la squadra migliore».

Risalita. «Rimpianti? Il fatto di non aver mai vinto contro una grande - ammette l'allenatore toccando uno dei tasti dolenti del campionato -. Ci sono delle partite in cui abbiamo mancato il salto di qualità. Ma questa esperienza mi ha aiutato a capire ancora meglio che una cosa è prendere una squadra in corsa e un'altra è averla dall'inizio. Noi abbiamo speso tante energie in quei 3-4 mesi di risalita, per cui siamo arrivati un po' scarichi alla fine».

Salire. Quindi, gli chiede qualcuno, se iniziando il prossimo campionato sulla panchina blucerchiata il rendimento della squadra sarebbe destinato a salire? E Sinisa risponde: «Si spera sempre di far meglio. Ma non è detto che cominciando dall'inizio si riesca a centrare gli obiettivi e migliorarsi, sennò non ci sarebbero mai allenatori esonerati. Certo le possibilità di far bene sono maggiori».



Fine. Una domanda sulla flessione di fine campionato è scontata, ma inevitabile. «Gli ultimi risultati sono quelli che si ricordano di più - ammette l'allenatore balcanico -. Da giocatore ricordo che la mentalità ti portava a giocare bene all'inizio, rilassarti in mezzo e alla fine di nuovo su alti livelli perché si cerca di mettersi in mostra. Magari vuoi farti vedere da un club importante o alzare il contratto. Ma una squadra comunque vive sempre di alti e bassi, bisogna fare sì che gli alti durino il più possibile e i bassi invece perdurino molto meno. Noi abbiamo cercato una continuità che nel finale è mancata. Siamo comunque arrivati all'obiettivo, e questo è ciò che importa».

Dovere. Sempre riferendosi alle gare recenti, Mihajlovic aggiunge: «Noi ultimamente abbiamo perso delle partite, ma abbiamo giocato. Contro l'Inter nel primo tempo abbiamo dominato e ci ha fermato solo un grande portiere, e anche con il Napoli abbiamo fatto il doppio dei tiri loro, giocando e creando occasioni. Gli altri sono stati più bravi e fortunati di noi nello sfruttare le opportunità. Ma la mia squadra, malgrado le ultime sconfitte, ha tentato di giocare, facendo il suo dovere».

Sconfitte. «Le ultime partite, comunque, vanno giocate bene – morde in chiusura di capitolo il tecnico di Vukovar -. Nessuno si ricorda di un anno fa, tutti si ricordano del passato recente. E stiamo rovinando l'immagine di quello che di buono abbiamo fatto, con queste ultime sconfitte. Anche se, come detto, abbiamo sempre cercato di giocare il nostro calcio».

Mondiale. Argomento Nazionale e mancate convocazioni. «Soriano meritava la Nazionale? Non credo, un giocatore non va al Mondiale per cinque partite - l'uomo di Vukovar che pure è un estimatore del numero 21 -. Magari nel mio paese sarebbe andato, ma in Italia ci sono tanti giocatori. Se Soriano, che ha fatto bene, continua a migliorarsi allora può andare in Nazionale, al pari di De Silvestri e Gabbiadini».

Giocatori. Una battuta in conferenza è affidata anche a capitan Daniele Gastaldello e al suo vice Angelo Palombo, che si dimostrano sulla stessa linea d'onda. «Il futuro del mister? Noi pensiamo a giocare a calcio - rispondono in coro i due -. Queste sono faccende personali che la società e il mister devono risolvere tra loro. Entrambe le parti sanno il nostro pensiero, ma non sta a noi decidere: vedremo cosa succederà. Il nostro obiettivo deve essere quello di migliorarci: la parola migliorare deve essere sempre di moda se uno ha della ambizioni. Se si lavora, e si lavora bene, ci si può togliere delle grandi soddisfazioni. Qui la base è solida e il gruppo preparato, per cui esistono tutte le condizioni per fare meglio di quest'anno».

Sezione: L'Avversario / Data: Ven 16 maggio 2014 alle 15:15 / Fonte: sampdoria.it
Autore: Salvatore Ergoli
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