Ai microfoni di VivoAzzurroTv, l'ex laterale dell'Udinese Destiny Udogie si è raccontato tra passato e futuro.

"Ad un torneo a Nogara dove abitavo c'erano diversi osservatori: Atalanta, Milan, Hellas Verona. Mi ricordo che un osservatore fermò il mio allenatore e gli chiese quanti anni avessi. Disse che ero del 2002 e non ci credeva, ero già più grande degli altri. Mio papà gli ha mostrato i documenti, facendo vedere che ero nato in Italia a Verona. Erano un po' sorpresi (ride,ndr). Abitavo a Nogara, un piccolo paese dove giocavo con mio fratello e i miei amici all'oratorio quasi ogni giorno. Uscire da un paese così piccolo non è semplice. Tutt'oggi mi seguono e mi dimostrano affetto. E' una grande soddisfazione. Il mio più grande grazie va ai miei genitori che hanno fatto grandi sacrifici. Mi hanno sempre sostenuto e aiutato. I miei genitori sono nigeriani e sono venuti in Italia quando avevano 20 anni, si sono conosciuti qua. Mia mamma mi diceva che fin da piccolo calciavo ogni oggetto che vedevo in casa. Mi ha detto che era meglio iscrivermi a calcio prima che le rompessi qualcosa (ride, ndr). Da lì è iniziata tutta la storia. Mio fratello è un anno più grande di me e ha iniziato a giocare a calcio prima di me. Mi ricordo che avendo 4 anni non potevo ancora giocare a calcio e piangevo, chiedendo di poter andare con mio fratello. Era brutto stare a casa mentre mio fratello poteva andare ad allenamento. Alla fine sono riuscito ad avere il permesso per poter andare anch'io ad allenamento. Quando avevo 9 anni ho fatto il mio primo provino con il Verona, non andò bene. Come tutti i ragazzi a Nogara avevo il sogno di giocare nell'Hellas Verona ed ero un po' teso. Dopo un paio di settimane mi richiamarono e ho fatto qualche allenamento con loro iniziando a prendere fiducia, poi mi hanno preso. L'Europa League è stato il mio primo trofeo personale. Quando giochi a calcio sogni di rappresentare il tuo paese e di giocare nei grandi stadi. Il numero 13? Ce l'ho dall'Under 16 dell'Italia. Feci un paio di gol e da quel momento non ho più cambiato numero. Saltare l'Europeo per infortunio è stata una batosta. Avevo fatto bene con il Tottenham. Fa male aver saltato questo evento, ma penso che qualsiasi cosa accada per un motivo. Sono andato avanti. Andare al Mondiale sarebbe più che un sogno."

Kabasele: "Dobbiamo essere perfetti per rendere l'Udinese una squadra tra le prime dieci"

Sezione: Gli ex / Data: Mer 16 luglio 2025 alle 12:57
Autore: Jessy Specogna
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