L'Udinese in questa stagione ha cambiato marcia, riuscendo a superare le avversità del girone d'andata e iniziando un'ottima risalita in quello di ritorno. La quota 32 alla 25esima giornata fa dormire sogni abbastanza tranquilli ad addetti ai lavori e tifosi, tenendo sempre ben presente che non si può mollare però di un centimetro, pena una ridiscesa repentina verso le zone anonime della classifica. I bianconeri ora possono anche ambire a lottare per l'ottavo posto, il primo a garantire l'accesso direttamente agli ottavi di Coppa Italia. Non sarebbe nulla per cui esaltarsi, ma inizierebbe almeno ad esserci una soddisfazione dopo annate di magra. Uno dei protagonisti di questa svolta positiva è sicuramente il Tucu Pereyra. Spesso ultimamente si parla dei vari Bonifazi, Molina, Llorente, ma l'argentino è forse l'innesto che ha permesso a questa squadra di cambiare passo.

Fin da subito infatti il Tucu ha messo in mostra una grande intesa con Rodrigo De Paul, cosa non da poco e probabilmente dovuta anche alla militanza nella Seleccion argentina. Con loro due come mezzali il 3-5-2 ha ricominciato a funzionare come si deve. L'intensità messa in campo dal classe '91 è rimasta la stessa della prima avventura in quel di Udine. È dappertutto, dando una mano importante sia in fase di copertura che in fase offensiva. I numeri parlano chiaro, 3 gol e 5 assist in 22 presenze, solo RoD ha fatto di meglio. L'ultima rete proprio contro il Sassuolo, un altro tassello che si va ad aggiungere a una stagione veramente soddisfacente per il ragazzo. Gotti non ha praticamente mai voluto rinunciare a lui, lasciandolo fuori solo quando obbligato e senza Pereyra sono arrivate due sconfitte e il successo contro la Fiorentina.

Tuttofare e sempre utilizzato, Pereyra si è inserito nell'undici titolare senza più uscirne. Ritornato in punta di piedi dopo la prima avventura nell'era Guidolin, tutti eravamo convinti sarebbe stato un elemento importante, ma forse non fino a questo punto. Ora, con Deulofeu non al meglio e Pussetto ai box, si sta anche destreggiando nel ruolo di unico appoggio al centravanti. Compiti un po' nuovi per un giocatore abituato a fare l'esterno offensivo, la mezzala o il trequartista, ma con qualcuno affianco come supporto. Un gradito e dolce ritorno dunque, con Gotti che ormai ha a disposizione dei veri e propri pretoriani, così si può tornare ad avere fiducia nel futuro,

Sezione: Focus / Data: Lun 08 marzo 2021 alle 20:40
Autore: Davide Marchiol
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