Il doppio ex di Udinese (1989-1992 e 2007-2009 come allenatore della Primavera) e Lecce (1984-1989), Rodolfo Vanoli, è intervenuto durante la nostra trasmissione Warm Up per parlare dello scontro diretto per la salvezza ma non solo. Il momento delle due squadre, la loro identità e il suo passato in bianconero: a tu per tu con Andrea.
Ti aspettavi l'Udinese così in basso?
“No per l’organico iniziale non me lo aspettavo, poi ci sono annate che nascono storte, ci sono stati dei cambi di allenatore che non hanno giovato a niente e oggi ci troviamo in una situazione complicata. Conoscendo il lavoro della famiglia Pozzo c’è rammarico nel vedere certe cose non andare bene”.
Saranno tre finali?
“Al di là della mia carriera da allenatore ho giocato diverse gare, ricordo una giocata con l’Udinese contro l’Ancona, sono partite per uomini veri. Io però lunedì non ho visto questo grande entusiasmo, questa voglia di far male al Napoli, ho visto una squadra impaurita, come con il freno a mano tirato, il contrario del Lecce, con Gotti hanno sgomberato la mente. Sono queste le cose mi preoccupano. Forse questi ragazzi non si rendono conto del male che fanno al popolo friulano, è un popolo silenzioso, molto educato, ma che non dimentica. Loro dovrebbero capire questa cosa, l’educazione della tifoseria dell’Udinese è unica, alcuni ragazzi forse pagano questa mancanza di conoscenza”.
La presenza di Pinzi nello staff può dare quel senso di appartenenza che manca?
“Sono sincero, non credo in queste cose, Giampiero è una persona preziosa, ama Udine, in spogliatoio proverà a portare questa cosa ma andava fatto all’inizio, non puoi far capire a questi ragazzi in due settimane cosa voglia dire indossare questa maglia. Sono frasi e cose che non ho mai sopportato neanche da giocatore, bisogna capire realmente dove stia il problema, oggi mi auguro che Cannavaro riesca a trasmettere questo, poi bisogna vedere a queste gare come ci arrivi, non vedo una squadra che andava a mille allora. Cannavaro dice che vuole più motivazioni, ma non le ho viste, negli uno contro uno il Napoli andava al doppio. Certe cose o le hai dentro o no”.
Contro il Napoli i subentrati sono stati decisivi, può cambiare qualcosa Cannavaro?
“Magari uno subentra arrabbiato e cerca di far vedere al tecnico che doveva giocar lui, poi magari parte dall’inizio e risulta vero il contrario. Mazzone diceva che a inizio anno si trovano titolari e riserve, poi ovvio che hai bisogno di tutti. Vedremo come Cannavaro deciderà di affrontare il Lecce, è squadra che può far male, con esterni che vanno dentro, ha due attaccanti di peso. Se tieni i quinti bassi rischi di fare un’altra gara difensiva e se poi prendi gol cosa succede? Ti apri, ti devi esporre e cambia il piano. Mi era piaciuto l’avvio di Sottil l’anno scorso, contro l’Inter avevamo visto una squadra molto viva, senza paura dell’avversario, poi ci fu una metamorfosi difficile da spiegare. Il Lecce a livello qualitativo non penso abbia tanto più di noi, ma ha serenità. Bisognerà non aver paura, il calcio è fatto anche di queste cose”.
Tanti gli errori individuali che sono costati gol importanti, come si tolgono?
“Penso che l’unico rimedio per sopperire agli errori sono gli allenamenti, anche specifici, oggi tanti allenatori guardano a iniziare il gioco dal portiere e non insegnano ai difensori come si difendono. Fossi stati Calzona il difensore centrale e il terzino sinistro li avrei lasciati a Udine, non puoi prendere un gol del genere dove sono tutti attratti dalla palla. Ai miei tempi marcavo Maradona, Van Basten, Gullit, se avessi guardato la palla ti avrebbero fatto tre gol a partita. L’Udinese è mancata anche perché forse gli allenatori davano per scontato che il giocatore sapesse. Non tutti i giocatori sono gli stessi, devi prima allenare il singolo nell’uno contro uno e poi il collettivo".
Il Lecce potrebbe essere già salvo lunedì, può cambiare la partita questo fattore?
"A Lecce ho casa, li ho visti spesso, ho due squadre nel cuore, l'Udinese e il Lecce. Ho visto che la Curva pugliese nell'allenamento a porte aperte ha portato vicinanza e spirito di appartenenza, anche a Lecce ci sono stranieri, ma è una squadra che gioca da più anni insieme, sotto l'aspetto del gruppo ha qualcosina in più. Lì ho giocato sette anni, anche se sei salvo giochi, a Udine è un pubblico signorile, là c'è l'ignoranza nel senso buono della parola, ti spingono da tutti i settori, ti spingono loro. L'Udinese se fa questo calcolo sbaglia, se i giocatori penseranno a questo sbaglieranno, se vuoi fare la partita della vita devi andare là per far male. Nella bolgia abbiamo battuto a suo tempo il Napoli di Maradona, quel Lecce di Mazzone ha ancora il record di punti, ricordo bene che la tifoseria ci spingeva molto".
A quanti punti ci si salva?
"Ho sempre parlato con il cuore, se oggi non sono più nello staff dell'Udinese è perché anche quando ero dentro parlando con i Pozzo ho sempre detto la verità e a volte la verità fa male. Nella mia esperienza ho portato l'Udinese Primavera due volte in finale e il budget era più o meno lo stesso di ora, ma ho dato senso di appartenenza. Per i punti noi dobbiamo pensare a farne uno in più degli altri, non puoi pensare di perdere lunedì e devi vincere le due con Frosinone ed Empoli, inutile fare calcoli, devi metterti in testa di fare punti senza calcoli per salvare la squadra. Quest'anno sono rimasto un po' così perché avevo una stretta di mano con Alex Menta a Trieste ma poi la cosa non è andata in porto. Accetterei anche un bel progetto Primavera, ma in Italia siamo un po' il paese dei balocchi, invece in Europa ci si presenta con il curriculum e lavora chi ha fatto i percorsi giusti, qui invece prima si allena e poi si prendono i patentini. Ai miei tempi c'erano tanti maestri, oggi ci sono tanti professori e pochi maestri".
In bocca al lupo per il futuro:
"Dobbiamo dare un in bocca al lupo all'Udinese, sarò allo stadio con l'Empoli, mi hanno dato fastidio i cori contro la famiglia Pozzo perché in un anno ci può stare sbagliare acquisti, ma sono 30 anni che la famiglia Pozzo sostiene questa Udinese. Ho visto tanti club fallire, Venezia, Triestina, invece la nostra Udinese grazie alla famiglia Pozzo è rimasta in piedi. Sono una persona corretta, noi oggi dobbiamo pensare solo al bene dell'Udinese, poi a fine campionato se ci sarà da criticare la famiglia Pozzo lo si farà, ma ora serve il sostegno della Curva e poco importa se poi i giocatori non metteranno la gamba o la faccia oltre l'ostacolo, ma oggi serve quello, lo 0-0 non serve più, dobbiamo tutti andare oltre all'ostacolo".
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