Stamattina a Spazio Sport, in onda sulle frequenze di Radio Spazio ogni lunedì dalle 11 alle, è intervenuto il giornalista di Sky Luca Pellegrini ha parlato della vittoria dell'Udinese sulla Sampdoria:

"Nel primo tempo chiaramente l'Udinese mi è piaciuta di più, perchè la squadra ha messo in campo i dettami dell'allenatore, un mister a cui piace cambiare strategia in corsa e la squadra ha retto molto bene. C'era un mediano in più, proprio per bloccare il palleggio avversario e la mossa è riuscita, è uno che ha sicuramente intelligenza e umiltà nel non sottovalutare l'avversario. La Sampdoria ieri era però bendata, la vera Samp era quella del secondo tempo, dove i giocatori messi nel ruolo giusto hanno fatto bene. È stato fondamentale Nuytinck, ha tolto due/tre volte le castagne dal fuoco, Samir stesso, rispetto a quello visto contro l'Inter sembrava più in forma, più reattivo e propositivo. Ekong aspetto di rivederlo contro avversari più probanti, perchè Defrel ha fatto qualcosina e Quagliarella non si è visto. Jankto invece ha subito il clima contro, si è innervosito e non ha reso per quelle che sono le sue capacità, ma tutta la Sampdoria era lontana parente di quella dell'anno scorso".

Merito però anche dell'Udinese se la Sampdoria nel primo tempo non è mai riuscita a incidere: "Assolutamente sì, nel primo tempo aver fatto un solo gol ha condizionato poi il proseguio della partita, perchè con il raddoppio avresti gestito meglio la gara. L'Udinese ha aggredito molto alta, Behrami nel ruolo di frangiflutti era ovunque, Fofana ripartiva in continuazione, sembrava quello di due anni fa. Mandragora paradossalmente ha fatto il compitino rispetto agli altri due. De Paul ha più continuità, perchè le qualità le ha, ma quando non è in giornata fa troppi tocchi, mentre ieri anche in fase di ripiegamento ha fatto tanto. Con il modulo proposto i due esterni dovevano ripiegare sempre, poi non dimentichamoci che si è vista ieri la differenza tra una squadra con una partita già alle spalle mentre un'altra alla prima, nel secondo tempo era poi naturale che i bianconeri calassero un po'. In certe occasioni la squadra matura muove di più la palla e corre meno, il famoso scaglionamento dei giocatori negli spazi per far girare la palla".

Sulla simbiosi che sembra esserci tra allenatore e giocatori: "Behrami ha dato la sua benedizione all'allenatore, ma come lo ha fatto lui nel post partita lo hanno fatto tutti. Una grande organizzazione di squadra valorizza il singolo, quindi va dato merito all'allenatore e ai giocatori di essere riusciti a creare una certa simbiosi. Hanno tutti parlato di un nuovo entusiasmo, nuovi obiettivi e nuove metodologie e l'impatto evidentemente è stato positivo. Il giocatore è una razza strana, talvolta deve veramente essere un motivatore, spesso deve tenere sulla corda i ragazzi affinchè diano tutto, poi ci sono anche giocatori intelligenti che capiscono di dover fare il massimo senza avere gli urli dietro".

Sezione: Esclusive / Data: Lun 27 agosto 2018 alle 18:19
Autore: Davide Marchiol
vedi letture
Print