Partita d'altri tempi, imbottita di tutto quanto fa calcio al punto che un marziano, capitato sulla terra completamente digiuno di pallone, si sarebbe divertito, convincendosi che quel gioco umano valeva il paio d'ore spese per seguirlo. Così il marziano, non il tifoso, quello di fede bianconera beninteso, che dopo tre sconfitte di fila aveva visto materializzarsi la squadra dei sogni e il risultatone della ripartenza, salvo poi stracciarsi le vesti davanti allo spettro di un altro tonfo, scongiurato negli assalti finali.

S'è visto di tutto. Cose bellissime, per tutte la saetta di Candreva nel sette, certe trame dell'Udinese degne di grandi palcoscenici, e ci metto dentro le ficcanti puntate di Deulofeu, il destro “svitato” di Pereyra e pure la diabolica parabola d'angolo di Samardzic spizzata da capitan Nuytinck da cui è sbocciata la rete del definitivo pari.

Cose belle e altre inguardabili, come il cadeau del lumacone Walace che ha mandato sul dischetto il redivivo Quagliarella, o l'incredibile soluzione di Samir a tre metri dal gol: era solo, ha mirato Audero anziché sfruttare le ampie porzioni libere della porta a disposizione.


E l'alea dove la mettiamo? In quest'ambito c'è materiale da cineteca: se i pali sono merce abituale, l'Oscar della iella va assegnato al povero Larsen per un'autorete che più comica non si può e al cui replay forse assisteranno i nostri bisnipoti tra un secolo.

Quella di Marassi non è un'Udinese da bocciare, sia chiaro. Rispetto alla squadra mollacciona del primo tempo con la Fiorentina stiamo parlando del Manchester Utd. Al di là dei numeri che fotografano il modulo, Luca Gotti ha doverosamente rivoltato la frittata: negli uomini l'energia e la voglia di Udogie e Makengo dal primo minuto e sopratutto nella testa ha pigiato l'interruttore giusto. Finalmente, da subito una squadra coraggiosa, determinata, decisa a scandire lacpartita sui propri ritmi anziché attendista, sulla difensiva. E la Samp ha capito che sarebbe stata dura, che avrebbe dovuto combattere allo spasimo per non soccombere.

La morte in faccia l'ha vista pure l'Udinese quando Candreva ha preso il sette da distanza siderale. Ma - lo dico senza darmi arie divinatorie - neanche per un attimo ho pensato che avremmo perso, posto che in panca stavano risorse, energie fresche da aggiungere all'inesauribile Beto primo gol italiano, complimenti per andare all'assalto e recuperare. Così è stato, con un' elettrizzante illusione cullata sino all'ultimo secondo davanti ai nostri che, coltello tra i denti, andavano a cercare la vittoria. Ecco, consolidare questa mentalità e darle continuità sarà la vera grande sfida di Gotti e di chi gli lavora a fianco.
Sezione: Editoriale / Data: Lun 04 ottobre 2021 alle 21:13
Autore: Ido Cibischino
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