La doppia sconfitta Parma-Sampdoria l'anno scorso avrebbe portato ad altre dieci sconfitte, due anni fa avrebbe messo in crisi l'Udinese di Colantuono. Per una settimana mi aspettavo la morte, è arrivata la vita. L'Udinese ha reagito ed è uscita indenne dal campo contro la squadra più in forma del campionato (assieme all'Atalanta).

Nicola ha ben lavorato in settimana e così abbiamo bloccato Muriel, Chiesa e Simeone. Alla fine la forma fisica non c'era, e qua bisognerà lavorare, ma i nostri hanno lottato fino in fondo.

Dico bravo Nicola perché a Udine continuiamo a guardare le partite con gli occhiali che usavamo otto anni fa, dieci anni fa, quindici anni fa. Peccato che la gradazione sia cambiata e di molto. L'Udinese non può fare gioco perché il centrocampo che ha non lo permette. E' lì che ci sono i principali problemi della nostra rosa, da anni. Con uno o due acquisti avremmo potuto variare l'assetto in un 433, lo ha fatto capire il mister a chiare parole durante l'ultima conferenza stampa, avremmo potuto schierare un tridente con De Paul, Pussetto e una prima punta, ma chi sta nella stanza dei bottoni, al secolo Gino Pozzo, non era di questa idea. Così a Udine sono arrivati gli scarti del Watford, e grazie a Dio che uno di quelli è Okaka, che sa tenere palla e far salire la squadra.

E' ora di cambiare gli occhiali e capire che con una squadra dal tasso tecnico molto basso, ma dal contropiede facile, bisogna giocare con una zona integralista e tanta aggressività. Ho visto varie partite della corsa per la salvezza. I difensori che seguono l'uomo nell'uno contro uno in fase di contropiede subito sono autentici suicidi. Oggi l'Udinese ha mantenuto la sua disposizione tattica anche quando la Fiorentina ha cambiato in senso più offensivo. Se alla fine abbiamo sofferto di più è perché i viola hanno una condizione migliore, perché sanno far scorrere la palla meglio di noi. L'uscita di De Paul (giusta, perché tirava il fiato e perdeva palloni) ha reso evidente che ci manca chi sa far uscire palla da una situazione di pressing alto degli avversari. Bisogna verticalizzare, bravo Okaka che è subito entrato in partita.

Ma oggi mi aspettavo di perdere prendendo due o tre gol. Tutti ce lo aspettavamo, invece siamo andati vicini alla vittoria, abbiamo lottato fino alla fine e fino alla fine siamo stati attenti alla disposizione in campo, a rispettare le distanze e i ruoli. Oggi non vedo nessuno sotto la sufficienza, oggi ho visto una squadra. Anche Fofana è tornato a fare un'onesta partita dopo due mesi abbondanti di prestazioni difficilmente definibili, a voler essere diplomatici.

Con i pareggi ti salvi, inutile dirlo: le ultime tre hanno una media punti molto bassa, ben al di sotto del punto a partita. Inutile voler vedere partite spettacolari, inutile indossare gli stessi occhiali di dieci anni fa. Bologna, Empoli e Parma: tre partite dove avremmo meritato di finire il primo tempo sul 2 a 0 per noi, almeno; tre partite perse perché non avevamo equilibrio. La nostra natura ora è questa: lotta, disciplina tattica e tanta corsa, fino a spuntare sangue.

La dirigenza dell'Udinese è colpevole di aver abbandonato la squadra; la squadra oggi è rinata dalle sue ceneri nonostante la dirigenza dell'Udinese. In settimana mi sono chiesto come può fare l'Udinese per salvarsi, quando in società si fa più marketing che calcio, quando si rimane interessati solo (questa è la colpa, il “solo") oltremanica. La risposta è una soltanto: seguire l'allenatore, isolarsi dalle voci e dalle presenze che non siano lo staff tecnico di Nicola. Abbiamo una difesa discreta e se recuperiamo la forma fisica di Okaka e Lasagna possiamo anche dire qualcosa là davanti. Fino alle 20 di questa sera saremo a +5 sulla terzultima; quando è arrivato il tecnico piemontese eravamo noi la terzultima.

C'è ancora strada da fare, ci sono posizioni e prestazioni che vanno ripetute, c'è un'attenzione nel finale che va aumentata. Ma questo +5 è merito della squadra e di Nicola, non certo della società.

E bene la squadra che va sotto la curva, a prendersi i ditiaculo (termine tecnico). Mostra rispetto per la tifoseria, fa capire che accetta i ruoli. Oggi, alla fine, si meritavano applausi per quanto hanno lottato ed ottenuto... penso che la rabbia sia ancora per la partita “non giocata” di Genova.

Un ultimo appunto: come fanno a essere rigori quelli di Genova e contro il Frosinone e non quello su Pussetto, alla fine del primo tempo? In due chiudono il nostro a panino e Orsato (che comunque ha arbitrato molto bene) lascia andare. A cosa serve la VAR se non la si usa?

 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 03 febbraio 2019 alle 17:10
Autore: Giacomo Treppo
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