La casa di Gerard sarebbe in effetti un paesino di 2000 anime a sud di Girona, in Catalunya; quella di Bram è invece un quartiere, sempre a sud, dell'olandesissima Nimega. Nijmegen in lingua locale.
La casa di Gerard e Bram, di questi tempi, è però Udine. Bram Nuytinck se l'è scelta: un paio di estati fa gli avevano trovato un posto in Ligue 1, all'ultimo giro di lancette del mercato: 'niente da fare, mi serve tempo per spostarmi', la sua risposta. Bene: con Tudor non gioca mai, arriva l'adriese e gioca sempre.
Quest'anno si infortuna a Torino, sul 2-0 Udinese e controllo assoluto; da lì sino a quando rientra, reti prese ad ogni pie' sospinto. Poi ritorna e Musso si deve superare una sola volta contro l'Inter delle meraviglie (?), riposa a La Spezia, riposa oggi contro il Verona: un tempo a fare i cruciverba, il secondo un po' più in apprensione per la pressione gialloblu ma senza un tiro in porta che fosse uno.
Gerard Deulofeu era finito al Watford, alla cui causa ha sacrificato un ginocchio. Mandato a Udine in prestito a recuperare, fino a qualche gara fa era parso lento, pesante, appannato: molti azzardavano una specie di 'buen retiro' per il català, impegnato a svernare all'ombra dell'arco del Friuli; al Picco invece si fa notare per le capacità, misconosciute solo dai poco lungimiranti sibilatori di professione, che fanno girare la testa ai difendenti avversari e procurano un rigore: palla c'è, palla non c'è e il buon tedesco barbuto lo sradica da terra.
Oggi? Una gara sontuosa. Nel primo tempo Dimarco non capisce neanche da che parte arrivi (ma Juric chiede ad un terzino puro di fare il centro-sinistra), l'ispanico, ogniqualvolta il centrocampo e il collega di reparto Llorente lo innescano; nella ripresa somnnecchia un po' quando Gotti, inserito Nestorovski in vece dell'infortunato Pereyra (speriamo niente di serissimo ma temo che...) scompagina un po' le carte e toglie un pochino di equilibrio ai bianconeri; nel finale, però, quando tanti pensavano il mister lo avrebbe tolto, se ne va togliendo definitivamente il sonno al Federico di scuola Inter, la prossima notte, mette palla tesa in centro e causa l'autorete di Silvestri.
Il raddoppio è un cioccolatino: Magnani sbaglia, la palla arriva a Deulo che infila il bravissimo Silvestri sul primo palo: game, set, match.
Sarebbe ingiusto dare la palma dei migliori solo ai due qui sopra, ma la differenza l'hanno fatta in particolare loro. Solidi Bonifazi e Samir, ma Bram li telecomanda; eccellente l'impatto di Fernando dall'inizio, ma ottimo anche l'ingresso di Stefanone Okaka che ha contribuito, e non poco, a risollevare il baricentro della squadra dopo una mezz'oretta di calcio ruminato, nella metà campo bianconera, dagli ospiti.
I quali nel primo tempo si affidano a Tuttisanti e al proprio portiere per non capitolare: dodici le occasioni nitide di marca friulana. Nell'intervallo Juric (credo) si fa sentire, cambia tre elementi e pressa alto ma non tira mai in porta. L'Udinese merita, lo dice anche Juric, perché ha fatto di più.
Ottima la prova di tutti: anche di Molina, che entra in campo e mette l'ultimo zampino in entrambe le reti di Gerard. Nessuno dei bianconeri va sotto la sufficienza.
Ottimo Rodrigo De Paul: nella gara in cui non può giocare, sorseggia mate e teleguida i compagni, urlando la sua gioia al raddoppio di Deulofeu.
E in fondo l'Udinese di oggi, ma ci saranno degli innesti, è quella del prossimo anno quando Rodrigo verrà acquistato da qualche top team, e forse anche Giovannino Musso troverà altro approdo. Penso che la base ci sia, e c'era anche quando si perdevano gare, come quella col Napoli, in cui la Biancanera ci faceva risprofondare nella depressione di un pelo d'acqua che ci sfiora, da troppo tempo, il naso.
Penso sia necessario qualche rinforzo, in vista della prossima stagione, se vorremo puntare a un campionato più lontano dalle pastoie di retrovia. Non ho scritto dopo La Spezia, quando troppe critiche sono state rivolte ad una squadra che in fondo ha fatto la gara perfetta contro un'avversaria che gira la palla e cerca un pertugio, ma con la quadratura trovata di pertugi ce n'è pochi: chiedere per conferma a Lautaro, Lukaku, Zapata o Muriel.
Non ho commentato il mercato, che in fondo è stato di puro consolido: avrei preso un attaccante italiano ma sarebbe stato necessario cedere Nesto, che mercato ha dimostrato di non averne (nessun club di serie cadetta si può accollare il suo stipendio); corretto aver reso Mandragora alla Juventus, dopo che Rolando il suo ciclo a Udine l'aveva completato. Addio senza rimpianti, Nicola ha trovato un giocatore che gli serve, l'Udinese perso un elemento del tutto superfluo (Makengo ha dic erto più energia di lui e oggi, al netto di un errore capitale, si è visto e sentito).
Commento oggi: e dico che l'Udinese scenderà a Roma, contro la quarta forza del campionato, forte della propria serenità. Mentre scriviamo il Cagliari è sotto a Roma e i punti di vantaggio sulla terz'ultima diventano nove. Il Parma ha acquistato tre punte nuove, non ha ceduto nessuna di quelle in portafoglio creando di fatto rivalità lì davanti: in attesa che Pellé e soci vengano inseriti, oggi sotto accusa sono piuttosto Sepe e soci, tre goal presi dal Bologna e testa bassa.
Ultimo capoverso per chi, a Udine, ha avuto anche l'onere della fascia di capitano, forse peso eccessivo per le sue gracili e sempre incurvate spalle. Sono onesto: ho sperato, non vedendo il nostro ex centravanti sbucare dal tunnel per la ripresa, solo che Juric non gli abbia urlato troppo in testa. Ci sarebbe rimasto troppo male.
Poi guardo ai tanto criticati Fernando, Stefanone e soprattutto Gerard.
E mi scappa un sorriso.
Spero non mi spengano anche questo. Ora che ho riscoperto l'orgoglio della mia casa.
La casa di Gerard e Bram. E anche la mia.
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