Ricominciamo in maniera diversa, però.
Siamo seri: nessuno nega le difficoltà nell’attrezzare una squadra da serie A, si cerchi solo di rendere le cose semplici.
Che sono quelle che funzionano di più.
Ieri sera l’Udinese è scesa all’arena di Cagliari senza metà titolati, con una panchina numericamente da anni ’90 e contro una formazione pressoché titolare dei rossoblu. Ebbene, alla lunga i ragazzi di Tudor si sono quadrati, hanno meritato la vittoria con un secondo tempo di sostanza e reti di due acquisti invernali, il redivivo Hallfredsson ed il sottovalutatissimo De Maio.
Dovrà essere brava, la dirigenza friulana, a non rovinare il lavoro di un energico dalmata che ha conquistato diciotto punti in undici gare: roba, in proiezione, da stare ai piedi della ‘zona Uefa’, posizione che compete ai colori di cui scriviamo, altroché salvezza.
Sprazzi di gioco del calcio, uniti ad un pragmatismo che qualcuno chiama non-gioco (dimenticando che avessero tenuto il lusernese saremmo lietamente retrocessi). Crescita di tanti, addirittura prestazioni guardabili da Mandragora; difesa che tutto sommato tiene meglio del recente passato (sempreché Ekong non vada in vacanza prematuramente come stasera); attacco che trova qualche soluzione di più, forse perché un allenatore ha pensato che portando i propri giocatori nella metà campo offensiva potesse facilitare le cose. Escono spifferi di una discussione accesa fra Okaka e Tudor: non mi meraviglierebbe, due caratteri forti si possono scontrare e ricucire con la medesima facilità.
L’Udinese chiude l’anno con 43 punti: due in meno della stagione 2016-17 con Delneri, tre in più dell’anno passato quando Igor arrivò per le ultime quattro gare solamente. Dieci reti di meno subìte, segno che con Ekong, Nuytinck, DeMaio e (addirittura) Samir, non godendo ancora di un centrocampo del tutto all’altezza, e soprattutto con un portiere finalmente all’altezza di Karnezis e soprattutto dello sloveno eletto miglior guardiano di porta della massima serie, i punti arrivano.
Commosso, ieri sera, di aver rivisto in campo per quasi tutta la gara il caro amico Teodorczyk, il quale è partito in sordina nella gara, acquisendo sempre più fiducia e terminando in pressione assidua sulla difesa avversaria; Cragno un paio di volte gli nega la gioia della rete, ma questa prestazione mi fa pensare che la prossima stagione scommetterò ancora su di lui e su una doppia cifra di reti non irraggiungibile.
Commosso, ieri sera, di aver rivisto in bianconero sin dall’inizio Imma Badu (con tanto di fascia da capitano) e l’idolo islandese. Il quale indovina (trova…) una parabola micidiale che vale il pari.
Ci sono tanti buoni giocatori in questa rosa: mi sono (giustamente) prese carriole di insulti durante la stagione, perché continuavo a sostenere che la rosa non fosse così penosa come alcuni tifosi ritenevano. Oggi come e più dei mesi scorsi credo che esistano, a fronte di calcianti dimenticabili, alcune pedine di assoluto valore.
Non snocciolerò nomi per l’ennesima volta: voi sapete a chi mi riferisco.
Finisce una stagione a tratti devastante, specie quando la squadra era guidata in maniera talmente modesta da risultare irritante. Quando una rete subìta significava sconfitta, quando qualcuno cercava di convincermi che un pareggio in casa contro il Frosinone fosse buono, ché sarebbe stato peggio perderla…
Non ho maniera di essere partecipe, ma personalmente non vedo l’ora di ricominciare: sperare che, via De Paul e qualche altra pedina (Larsen?) la struttura riconfermata ed arricchita di questa formazione possa portare l’Udinese a traguardi meno sofferti, affidandosi all’esperienza di Sandro, Emilione, Valon ed alla freschezza di qualche buon giovane.
Piccolo finale sul finale.
Di campionato, intendo: l’Inter riesce a conquistare la qualificazione in Champions a 9 minuti dalla fine degli oltre 3400 giocati in stagione, per tacer dei recuperi. Il Milan finisce in Europa League, e paradossalmente spera in una squalifica Uefa per non dovervi partecipare. Dietro l’amicizia viola-rossoblu in nome di Davide Astori e Prandelli produce reti bianche e la salvezza per entrambe. A Firenze aspettano Commisso, a Genova non lo so.
Retrocede l’Empoli, che ieri sera subisce la rete-retrocessione in contropiede, in particolare paga con la sfortuna i buoni auspici che la divina Eupalla aveva riservato ad Aurelione nelle ultime settimane. Nessuna squadra come gli empolesi, infatti, ha potuto godere di così tante avversarie ‘tranquille’. E parliamo di Napoli, Lazio, Fiorentina, Torino, Samp. Molti tifosi friulani si dolgono della retrocessione della formazione del presidente Corsi: io dico che il Genoa, alla fine, si salva e merita il rispetto di tutti.
Adesso tutti pronti al calciomercato, mesi e mesi di voci che puntualmente si rivelano infondate. Insomma, quello che ci piace: che ci fa sognare, arrabbiare, inveire e, alla fine, gioire per un giocatore modestamente impostato acquisito da una formazione sudamericana.
Noi continueremo: a scrivere, a commentare, a raccontare. Sperando sempre nella Vostra pazienza. In particolare di quelli che forse speravano le voci (scioccamente messe in giro) che avesse il Genoa vinto largamente a Firenze e l’Udinese perso, sarebbero retrocessi i friulani. Scarsa informazione o cupio dissolvi? Vi voglio bene.
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