Faccio mia la sintesi della dichiarazione dell'allenatore sassolese, Dionisi, in sala stampa: il Sassuolo aveva la gara in mano, poi l'espulsione ha cambiato tutto. L'Udinese è una squadra fisica.

Si continui così; si continui a considerare Sottil un allenatore da Ascoli, l'Udinese una squadra solo muscolare, gli 'episodi' una contingenza astrale e non invece una situazione causata da difficoltà in campo.

Non è vero che il Sassuolo avesse in mano la gara: la partita era invischiata, senza grandi occasioni per nessuno. Il primo (dei due) tiri in porta dei padroni di casa è causato da un doppio errore Ebosse-Silvestri e vale a Frattesi la rete del vantaggio. Meritato, non per il dominio neroverde in campo ma perché Consigli la palla l'aveva toccata solo sulle rimesse dal fondo.

L'espulsione di Tressoldi, però, per quanto non si attagli proprio al mio calcio ideale, è dovuta ad un fallo su Success lanciato a rete. Camplone, arbitro mediocre ma tutto sommato ininfluente, adotta il regolamento e sventola il rosso: mai lo avrebbe fatto senza un fallo così evidente.

Da lì in poi Dionisi per primo abbassa la squadra a ridosso della propria area piccola, rendendo inutile la presenza di Laurenté e dell'impalpabile Pinamonti. Mi riallaccio all'altro stereòtipo, Udinese squadra muscolare e basta, mantra che da Pioli a Dionisi recitano tutti i colleghi di Andrea nostro incontrati in questo primo sesto scarso di torneo: in un ipotetico uno-contro-uno, non c'è un giocatore emiliano schierato oggi, forse nemmeno Frattesi, che vedrei titolare al posto dei bianchineri (oggi in giallo evidenziatore). Lo so: campagna-vendite e lista infortunati rendono il Sassuolo di oggi quasi ingiudicabile. Ma Berardi è un buon giocatore che il salto vero e proprio ormai non lo farà più (come, secondo me, testimonia quell'errore contro la Macedonia del Nord) e Defrel ha più giornate gloriose alle spalle che di fronte. Più performanti Traoré e Muldur, Erlic forse. Dionisi alla fine una frecciata alla società la manda, menzionando la mancanza di un epìgono di Raspadori; le prestazioni attuali, però, testimoniano che il giovane tecnico senese è bravo ma non il mago di cui si magnificavano le doti l'anno passato. Senza Raspadori e Scamacca, infatti, il peso offensivo neroverde pare decisamente rivedibile.

L'Udinese ha deciso di inserire subito,l nel secondo tempo, Samardzic ma ha bivaccato, questo è vero, come la Viola fece con i bianchineri per buoni 23' della ripresa; dalla metà in poi, però, le occasioni sono fioccate e, dall'ingresso di Beto in avanti Consigli ha visto sorci verdi a ripetizione. Pereyra serve un cioccolatino al portoghese che costui converte nel pari; dopo tre, quattro palle uscite di pochissimo è Samardzic a inventarsi un sinistro-destro e tiro col suo piede 'sbagliato' che bacia l'angolino alla sinistra dell'incolpevole, trentacinquenne portiere locale.

La terza segnatura, ancora di Beto, è accademica, e viene quando la gara era veramente in ghiaccio e di rischi veri e propri Becao e soci non ne stavano correndo.

E adesso?

Adesso niente: avanti così. Questa era una gara che temevo tantissimo, perché per quanto questa ne sia un'edizione dimessa, il Sassuolo ha un'idea di gioco ; oggi, dice Dionisi, convinti (forse a ragione) che l'Udinese non sia in grado di imporre il proprio gioco hanno deciso di ripartire in contropiede, snaturando un po' la propria anima: mal gliene incolse.

Ma penso all'Udinese: ammetto che ha ragione chi sostiene che, nel recente passato e magari non nel recentissimo, i friulani una gara come questa l'avrebbero persa 0-1 senza colpo ferire, magari santiando un po' per qualche occasione perduta; certo che anche la superiorità numerica ha favorito Deulofeu e soci; come a Monza e nelle successive due gare in casa, però, la squadra ha in testa un piano di gioco e lo porta in fondo con puntualità. In questo conta tantissimo l'idea di calcio del mister di Venaria Reale e la 'complicità' fra lui e i suoi giocatori; conta la preparazione atletica, ed è vero che i bianchineri corrono di più e meglio di tante avversarie; conta il parco giocatori ampio e qualificato, che si permette di tenere in panca un campioncino come il ragazzino tedesco, di inserirlo e di goderne i frutti non solo per l'apprezzabile rete, ma anche per la partecipazione al gioco, con tanto di assist in profondità non sfruttato da Beto.

L'immagine-simbolo di questa squadra è però il suo capitano; faccio fatica a ricordare un Tucumano così forte, in palla, superiore agli avversari diretti sul piano della personalità e del palleggio. Merito di Cioffi prima, di Sottil poi per averlo recuperato dopo un inizio di scorsa stagione non straordinario.

Rivedibile Ebosse: Enzo commette un errore da matita rossa in uscita dal basso che costa una rete ai suoi; prima era parso in difficoltà, cancellando la buona impressione destata da subentrante contro la Roma. Non lo getto in mare, lo aspetto.

Positivi gli altri: anche un Ehizibue arrembante, buona gamba ma una disciplina tattica ancora migliorabile.un meno, per la prima volta, al buon Silvestri: le reti prese sul primo palo sono sempre maldigerite, sono certo lui per primo lo sappia e, altrettanto certamente, rimarrà un episodio.

E Adesso? L'Internazionale di Milano. Dovessi giudicare solo sulla scorta di quanto visto in campo la gara dovrebbe essere più temibile per i bauscia che per i ragazzi di Sottil. Siamo troppo vecchi, però, per non sapere che non sarà così. I nerazzurri palesano una crisi di gioco dovuta in particolare alla poca vena di Brozovic, imprescindibile playmaker nerazzurro, ed alle targhe alterne nel rendimento di Barella. L'assenza di Lukaku, nonostante qualche curiosa idea contraria, tolgono all'attacco interista solidità e certezza. Contro l'Udinese Dzeko è solito giocare partite di grandissima qualità, vedremo cosa succederà. Sono anche curioso, dal mio temporaneo buen retiro nordamericano, di vedere chi giocherà in porta: dopo una gara normale di Onana in Champions League i sostenitori nerazzurri, che hanno da tempo abbandonato Samir Handanovic, nessuno si attendeva lo sloveno in campo contro il Torino: buon per loro sia andata così, dato che Samir ha sfoderato una gara da 8 in pagella, permettendo alla rete di Brozovic (proprio lui) di valere tre punti.

A Sottil ho già chiesto scusa, e a differenza di qualche carissimo amico di gioventù, appunto caro ma dalla memoria corta, che ci rimprovera poca fiducia per il mister piemontese, ritengo stucchevole ribadire ad ogni pie' sospinto i propri errori. Mi piace, però, fantasticare su come Sottil imposterà la gara: 30% dei punti necessari alla 'sopravvivenza' già incamerati dopo sei sole partite, una certa libertà mentale e soprattutto una forma psicofisica invidiabile sono prodromi di una prestazione che, una volta ancora, renderà orgogliosi i tanti sostenitori sempre al seguito.

Così si fa, Andrea: così si fa.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 12 settembre 2022 alle 14:30
Autore: Franco Canciani
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