Ciao Adriano,

i pezzi che non si vorrebbero mai scrivere, ma ci troviamo qui, ancora qui. Ché ci si dimentica che i giocatori, purtroppo, vanno e vengono. 

Cosa resta? La memoria.

La nostra, di memoria, rimanda all'estate 2020 quando fosti il primo a firmare per questo progetto visionario, nato all'interno di una capsula spazio-temporale che separava persona da persona, in un ambiente irreale nel quale forse lo sport era sì ancora di salvezza, ma per tanti di noi non prioritario.

Entrambi, tu ed io, aderimmo a quello che qui sopra chiamo progetto visionario: il precedente campionato non era stato portato a termine, andare avanti si doveva ma nessuno poteva dare garanzie, eppure un amico friulano ci risucchiò in un vortice di emozioni.

I primi incontri, 'piacere Adrian, piacere Franco, hablamos en castellano?'. La presentazione a Lignano, all'epoca eri vice-capitano ma già parlavi da leader.

I primi alti-e-bassi in campionato, invitti al PalaGesteco e battuti in trasferta; la prima scorribanda a Monfalcone, la striscia positiva, i playoff culminati in Gara5 a Cerreto d'Esi dove eravate esausti e, probabilmente, vinse la formazione più meritevole.

E la scorsa stagione? Dominanti, battuti quasi mai, una finale di Supercoppa persa in casa, una finale di Coppa Italia decisamente 'sfortunata' (e mi fermo qui), e l'apoteosi della gara finale contro la forte Vigevano: forte, ma Voi di più. E l'urlo coppa in mano, e gli abbracci, quando ci siamo detti, ci siamo ricordati quali sforzi erano stati necessari per arrivare sul tetto della categoria. Beh, l'espressione che usammo forse era un po' più colorita, ma valeva tutto.

Il nostro abbraccio,domenica scorsa: lungo, stretto, triste come si confà, permettimelo, a due hombres verticales: io lo so, lo so io quale sacrificio è costata quella decisione alla dirigenza e de relato a Te, che a questa comunità appartieni; non sono d'accordo con chi dice che bisognava crederci di più, né con chi parla di mancata gratitudine. Ci avete provato, Adriano, è andata così. 

Adesso parti per un'altra avventura, che ti vedrà certo e sicuro protagonista: stanne certo, Adriano, quando lo speaker salterà il numero 6 qualcuno, io di sicuro, avrà un sussulto pensando a una dimenticanza. Poi ricorderemo e un po' di malinconia salirà.

Perché Adriàn Chiera è il capitano della promozione. E' stato, è, sarà simbolo della Gesteco Cividale. Adriàn Chiera fa la borsa nello spogliatoio ma non nei cuori e nelle menti di compagni di viaggio, dentro e fuori da quel locker room.

Buon proseguimento di viaggio, Adriano. E' come ti ho detto l'altra sera: non importa dove cazzo andrai a centrare il canestro, questa sarà sempre casa.

Casa Tua.

Hasta siempre, Capitan Chiera. 

Un abbraccio

Franco

Sezione: Basket / Data: Mer 16 novembre 2022 alle 17:49
Autore: Franco Canciani
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