Claudio Bordon, storico preparatore atletico che con l'Udinese di Guidolin ha raggiunto risultati straordinari, ha parlato ai nostri microfoni della stagione dei bianconeri e del futuro della squadra.
Nelle ultime partite sono arrivate delle brutte prestazioni, la squadra ha staccato la spina?
"Si gioca sempre per vincere, in campo si va sempre a dare il massimo. Se le ultime partite sono andate così vuol dire che più di qualcosa non ha funzionato. Troppi errori tecnici, ognuno deve prendersi le proprie possibilità".
Calo fisico?
"Non mi si venga a dire che in un club di Serie A viene a mancare la preparazione fisica, non lo posso sentire. Sei ad un livello molto anno, l'allenatore e il suo staff hanno tutti gli elementi per dire se la squadra sta bene o meno. Questo è stato un anno sicuramente particolare, è chiaro che la continuità è venuta un po' meno ma questo è stato un problema generale. Il covid sicuramente ha lasciato strascichi ma se le prestazioni sono queste il motivo non è fisico. Ritengo che l'allenatore dovrebbe farsi sentire un po' di più. Gotti è una persona per bene, cerca sempre di dare serenità alla squadra. Alle volte, però, serve qualcosa di diverso, battere i pugni perché altrimenti l'attenzione cala".
Tanti infortuni gravi. E' solo sfortuna?
"I cinque crociati rotti è un caso ma va assolutamente analizzato. Va valutato il carico di allenamento, se è molto alto chiaramente rischi. L'altro aspetto da curare sicuramente sono le calzature. Ad incidere, poi, potrebbe essere il campo sintetico. Anche la prevenzione fa la differenza, se un giocatore ha una carenza si va a lavorare individualmente per potenziare la muscolatura e rafforzare le articolazioni. Insomma, i fattori posso essere diversi. Bisogna tenere tutto in considerazione".
Salvezza raggiunta, il patròn Pozzo però quest'anno chiedeva qualcosa in più...
"In una società come l'Udinese sono molto concentrati sulla qualità del lavoro. Il patròn Pozzo è molto attento e preciso. Ha sempre messo a disposizione della squadra e dello staff il massimo delle potenzialità, non ha mai fatto mancare nulla. Cerca di mettere pressione affinché tutti diano il massimo ma questo non può essere assolutamente un problema. L'Udinese è stata per anni la società più organizzata della Serie A e lo è tutt'ora. Giusto guardare un po' più su. Nei miei anni a Udine abbiamo dato dimostrazione di avanguardia. I grandi club venivano a copiarci di nascosto. Questo è stato merito sicuramente anche della proprietà, che da trent'anni dà continuità e mantiene la Serie A. Ho visto anche altre realtà e poche posso considerarle alla pari dell'Udinese".
Futuro?
"Ogni spogliatoio che si rispetti ha all'interno dei leader positivi, che sono lo specchio dell'allenatore. All'Udinese mancano quei calciatori giovani da far crescere. Udine è sempre stata una palestra di nuovi talenti pronti per fare il salto nel grande calcio. Negli ultimi anni ci sono stati pochi talenti. Quando eravamo lì con Guidolin andavano via sempre due giocatori importanti a stagione ma non era un problema perché avevamo subito dei rimpiazzi di qualità. Oggi tutti hanno copiato il modello Udinese, con la ricerca dei talenti in giro per il mondo. Servirebbe qualche giocatori italiano in più per dare solidità allo spogliatoio e mentalità. Nella mia esperienza raramente uno straniero l'ho visto sentirsi parte di un progetto, nella sua testa ha prima di tutto il proprio interesse".
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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