Kosta Runjaic ha fatto una lunga chiacchierata con Franco Vanni sulle pagine de La Repubblica. Nell'edizione di oggi, 15 agosto, del quotidiano, l'allenatore dell'Udinese racconta le sue origini: "Sono tedesco, ho origini jugoslave, sono nato in Austria e ho allenato in Polonia. A volte non mi accorgo nemmeno io di che lingua sto usando. Qui all’Udinese ci sono ragazzi da tutto il mondo, mi esprimo con il linguaggio del calcio, un vivace mix di termini tecnici in lingue diverse, combinato con gesti".

Prima di arrivare nel grande calcio come allenatore, Runjaic faceva l'assicuratore: "In entrambi i mestieri ti confronti con persone molto diverse e devi convincerle. A relazionarmi con tutti ho imparato da piccolo, e mi piace. A scuola, a Rüsselsheim vicino a Francoforte, ero uno dei pochi studenti di origini straniere. E giocando in strada avevo a che fare con adolescenti rudi e scontrosi". Ma non è stato l'unico lavoro svolto dall'allenatore dell'Udinese: "Ho venduto immobili e lavorato come barista nei fine settimana per arrotondare. Mi sono sempre impegnato al massimo".

Con Runjaic in panchina, l'Udinese è arrivato all'apice della classifica di Serie A per la prima volta dopo 13 anni: "Io e il mio staff abbiamo portato nuovi metodi di allenamento, un lavoro atletico diverso, video tutorial per la tattica. Abbiamo puntato sull’etica e sul rispetto. Questo ha ispirato i giocatori, soprattutto all’inizio. Poi c’è stato un calo, non insolito per le squadre di centro classifica. Rispetto alla scorsa stagione, vogliamo essere più costanti. Le parole d’ordine sono pressing aggressivo e azioni più veloci e mirate".

I metodi di lavoro di Runjaic prevedono anche materiale preso in prestito da altri sport e video motivazionali: "Ultimamente sto studiando come lavorano gli All Blacks. Io e i miei assistenti abbiamo accumulato un enorme archivio negli anni. Non utilizziamo solo materiale già pronto, preso in prestito dal cinema o dallo sport. Realizziamo noi stessi i filmati".

Per quanto riguarda il calcio giocato, l'allenatore dell'Udinese è tornato sul famoso rigore di Lecce, ora che i due protagonisti hanno lasciato Udine: "Lucca aveva preso la palla nonostante sapesse che spettava a Thauvin calciarlo. La squadra si aspettava una reazione da me, e ho sostituito Lorenzo. Messaggio passato, partita vinta. E Lucca ha capito di aver sbagliato".

Su Sanchez, il cui ritorno a Udine non è stato in linea con le aspettative, ha detto: "Siamo tutti dispiaciuti che il ritorno di Alexis non abbia avuto il successo sperato. Non era destino. Gino Pozzo è in costante contatto con lui per trovare la soluzione migliore per tutti. Per Udine sarà sempre El Niño Maravilla".

Pafundi è tra i giovani più discussi del calcio italiano, pur non trovando grande spazio all'Udinese: "È un grande talento e un bravo ragazzo, lavora sodo. Sono soddisfatto dei suoi progressi. È veloce e agile. Ora dobbiamo portarlo al livello successivo. Stiamo cercando il ruolo migliore per lui, credo che sia più adatto al centro della trequarti, subito dietro le punte. Decideremo nelle prossime due settimane se per il suo sviluppo sia meglio giocare con noi in serie A o andare in prestito".

Infine, per Runjaic una battuta sull'italiano: "Capisco sempre di più, ma non lo userò in pubblico finché non mi sentirò a mio agio. Mi piacerebbe svegliarmi una mattina e parlare perfettamente italiano. Ma i sogni hanno più probabilità di avverarsi se non sogniamo troppo".

Sezione: Notizie / Data: Ven 15 agosto 2025 alle 13:07
Autore: Francesco Maras / Twitter: @francescomaras
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