UDINE. Mentre allo stadio procedono i lavori per la costruzione del nuovo Friuli, a palazzo D’Aronco intimano all’Udinese calcio di versare i canoni d’affitto non pagati dall’1 luglio 2010 al 28 marzo 2013 pari a 906.768,38 euro.

Stando all’atto dirigenziale notificato il 13 giugno negli uffici di viale Candolini, la società bianconera dovrebbe saldare il conto entro oggi. Il condizionale è d’obbligo perché il botta e risposta sulla detrazione dal saldo del valore delle migliorie realizzate dall’Udinese va avanti da tempo anche se, stando alla convenzione, la partita avrebbe dovuto chiudersi lo scorso 31 dicembre.

Ma non è ancora tutto perché il 5% dei canoni dovuto per lo stesso periodo non è compensabile e quindi, a prescindere del riconoscimento delle migliorie realizzate, l’Udinese deve al Comune 34.263,93 euro. Non l’ha fatto ed è partita la procedura di recupero coattivo. Complessivamente quindi il Comune solleccita l’Udinese a pagare 941.032,31 euro.

Tutto nasce dalla convenzione per la concessione d’uso e gestione dello stadio Friuli dall’1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 interrotta il 28 marzo 2013 a seguito dell’aggiudicazione all’Udinese calcio del diritto di superficie dell’impianto.

La convenzione prevedeva la realizzazione, a cura e a spese del concessionario, di opere di miglioramento funzionale con successivo rimborso delle stesse da parte del Comune fino a un importo complessivo non superiore al 95 per cento del canone.

Alla luce di tutto ciò, l’Udinese calcio deve al Comune 1.092.798,02 euro, la quota compensabile ammonta a 1.058.534,89 euro, quella non compensabile a 34.263,93 euro.

Il 23 luglio 2010, il Consiglio comunale dimezzò la previsione di spesa fatta dall’Udinese da 3.085.000 a 1.685.000 euro: non accettò di ridurre dall’affitto i costi per la prevista realizzazione dell’area piscina, del centro benessere, della zona ristorazione e intrattenimento perché, secondo le valutazioni dell’assemblea, non rientravano tra le migliorie dell’impianto.

L’elenco delle opere ammissibili a compensazione è composto da: nuovo ascensore (70 mila), ampliamento soppalco uffici (100 mila), riqualificazione auditorium (215 mila), area ricreativa (150 mila), riqualificazione sedute Vip (150 mila), installazione megavideo( 700 mila), adeguamento spalti (300 mila).

Ma a seguito della presentazione della documentazione tecnica e contabile da parte dell’Udinese, i dirigenti di palazzo D’Aronco hanno accertato che risultano ammissibili a rimborso solo il nuovo ascensore per un valore pari a 48.910,63 3 e la riqualificazione delle sedute Vip per 102.855,88 euro Iva esclusa.

Hanno escluso le spese per l’area ricreativa perché «la procedura seguita per l’esecuzione dell’intervento non è risultata conforme alle norme vigenti in materia di appalti pubblici», l’installazione del megavideo e l’adeguamento spalti perché realizzati con un’operazione di leasing.

L’ampliamento del soppalco uffici e la riqualificazione dell’auditorium invece non sono state eseguite. Da qui la presentazione del conto già contestato dalla società bianconera e l’intimidazione a versare 906.768,38 euro e a procedere con la riscossione coattiva dei 34.263,93 euro non compensabili.

Sezione: Notizie / Data: Lun 14 luglio 2014 alle 18:00 / Fonte: Il Messaggero Veneto
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @@FDigilio
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