Maurizio Domizzi, assieme a Totò Di Natale e Giovanni Pasquale ha salutato l'Udinese al termine della stagione. Il difensore, tra i senatori della squadra bianconera, ha parlato a tutto campo ai microfoni di Gianlucadimarzio.com: "Non ho deciso io di andare via, ero in scadenza e la società ha scelto di non rinnovarmi il contratto". Tra le tante emozioni in maglia bianconera, Domizzi ne sceglie una particolare: "La gente di Udine! Mi dicevano ‘Maurì lassù la gente è fredda’. E invece no, tutt’altro. E’ fantastica, me lo dimostra tutti i giorni. Quando esco per andare a prendere i miei bimbi, mi fermano e mi ringraziano...Grazie a voi!. In generale, esco pochissimo. Preferisco stare a casa e poi la sera vado al letto abbastanza presto”. Poi, Domizzi, ha parlato della sua lunga avventura in bianconero: "Sono stati otto anni ricchi di soddisfazioni, emozioni. La mia speranza era quella di poter chiudere la carriera qui, ma ormai è andata così e mi sto guardando intorno.  Peccato per questa ultima stagione nella quale non ho avuto la possibilità di giocare tanto. Il futuro? Lascio Udine ma non smetto, anzi. Chi mi prende trova un giocatore tutt’altro che appagato, con una voglia pazza di far bene. Ho un obiettivo: chiudere la carriera da protagonista! Ho avuto la possibilità di conoscere una città eccezionale, tranquilla a misura d’uomo, dei tifosi fantastici, di giocare le coppe europee, di avere grandi compagni di squadra come Sanchez, Di Natale, Pinzi e tanti altri. Sanchez è incredibile! Tecnicamente un fenomeno e forte pure fisicamente. Qualche ‘legnatina’ in allenamento? Magari ci sarà scappata, ma poca roba perché lui è un ragazzo eccellente.

E Totò? Abbiamo condiviso grandi momenti insieme, abbiamo un rapporto di grande amicizia. Ora magari faremo una cena di addio… A me e Pinzi ci chiamavano ‘ciop’ e ‘ciop’! Per il grande rapporto che c’è tra di noi, chiaro. Ma non solo! Una sera in ritiro ci mettiamo al letto, riaccendo la luce e…scopriamo di avere lo stesso pigiama! Non vi dico per quanto ci hanno preso in giro gli altri compagni e da lì è nato il soprannome. L'addio? Ho pianto il giorno prima e il giorno dopo la partita, ogni volta che incontro qualcuno qui per strada e mi stringe la mano, mi scendono i lacrimoni. Il cucchiaio di Maicosuel? Se vi dico che c’ho messo settimane per realizzarlo, ci credete? E’ stato un dramma, c’è poco da girarci intorno. Mi ricordo solo che l’allenatore a distanza di mesi disse che se fosse tornato indietro lo avrebbe fatto tirare a chi si era ‘conquistato’ il Preliminare l’anno prima. Che poi lui lo tirò perché nessuno se la sentiva. E’ stata una delusione grossa, tanta grossa. Ero disperato. Il best moment? Le due stagioni nelle quali siamo arrivati ai Preliminari. Quello più bruttoQuando siamo stati eliminati in semifinale di Coppa Italia dalla Fiorentina perché avrei voluto giocare la finale e ‘portare’ tutta Udine a Roma. Ora rimarremo qui fin quando non chiudono le scuole, poi vediamo. Se tornerò qui? Magari a vivere…”. 

Sezione: Notizie / Data: Mer 25 maggio 2016 alle 11:30
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @FDigilio
vedi letture
Print