Caro Totò,
gli addii dei grandi sono sempre molto dolorosi per chi segue il calcio dagli spalti. Il tuo sicuramente lo è ancora di più per noi tifosi bianconeri. Il perché è molto semplice: sei stato la nostra bandiera per ben 12 anni. Come si può pensare di separarsi da un uomo che era l’Udinese? Come si fa a salutare il proprio capitano, quello che ha scritto più di tutti gli altri le pagine più belle della nostra storia? Tuttavia questo momento prima o poi doveva arrivare. Noi tifosi speravamo sempre poi e soprattutto non in questo modo. Ci auspicavamo che nel mondo del pallone esistesse la riconoscenza da parte dei vertici societari e che potessi appendere le scarpette al chiodo con i nostri colori, essendo assoluto protagonista nel nuovo stadio. Sognavamo di vederti esultare sotto la curva rimodernata, con le braccia alzate al cielo per salutare chi non c’è più. Chiudevamo gli occhi e immaginavamo di vederti sorridere, abbracciato dai tuoi compagni di squadra, per festeggiare un nuovo record raggiunto. Assieme a noi, al nostro urlo impazzito che si levava in cielo quando lo speaker nominava il tuo nome. Desideravamo semplicemente poterti trasmettere tutto il nostro amore, acclamandoti nei cori e applaudendo ogni tua strabiliante giocata. Perché tu, Totò, per noi sei stato un sogno. Un sogno che probabilmente non potrà mai più essere vissuto qui a Udine. Sei stato il protagonista di una favola che tutti avrebbero voluto vedere finire con il lieto fine, compreso tu, ne sono sicura. Una favola bellissima, da raccontare ai propri figli e ai propri nipoti. Una favola che avremmo voluto continuare ad oltranza, anche dopo il tuo addio al calcio, magari vedendoti accomodare sulla nostra panchina o indossare una giacca e una cravatta da dirigente. Ma si sa, nella vita reale non tutto va come vorremmo. E proprio in quei momenti bisogna reagire, non attaccandosi ai rimpianti e a tutto quello che avrebbe potuto essere e, in questo caso, a cosa avremmo potuto darti se fosse andata diversamente. Bisogna fermarsi, raccogliere i cocci e pensare a cosa possiamo darti noi ora. Sicuramente non possiamo ricambiare tutto ciò che ci hai donato in questi anni ma almeno proviamo a farlo, dicendoti grazie. Un grazie sincero, sentito, che proviene dal più profondo del nostro cuore bianconero. Un grazie difficile da esprimere a parole, perché tutte le parole del mondo non basterebbero per ricomprendere tutta la nostra gratitudine nei tuoi confronti. Ma almeno ci proviamo, sperando che tu possa rileggere anche a distanza di anni tutti i nostri grazie, sentendoti ancora amato e compreso, ma soprattutto felice di aver scelto proprio Udine per trascorrere gli anni più importanti della tua carriera e della tua vita. Perché, caro Totò, Udine e il Friuli ti amano e continueranno ad amarti, follemente ed incondizionatamente, anche qualora tu decidessi di chiudere la tua carriera con un’altra maglia. Certo, noi friulani non siamo bravi ad esternare le emozioni, lo facciamo a stento. Preferiamo apparire dei duri e puri. Ma sappi che in fondo alla nostra anima per noi sei stato il più grande. E lo sarai sempre, anche da avversario. Lo sarai soprattutto per me, che sono cresciuta assieme a te, alle tue magie e al sogno un giorno di poterti incontrare per dirti grazie. Un grazie che oggi affido a queste righe e al tuo stesso nome, perché tu sei stato questo per me. (e credo anche per molti altri).
#GrazieTotò per…
aver… Amato noi friulani, sapendo comprendere ed accettare il nostro carattere chiuso.
aver detto… No alla Juve e a tante altre squadre blasonate, facendo sentire noi tifosi importanti e speciali. Noi, umili sostenitori di provincia, siamo sempre stati abituati a costanti rifiuti e visti solo come pubblico di ripiego. Ci siamo sentiti grandi ed unici grazie a te e ai tuoi no!
Averci Trasportato con le tue magie in avventure impensabili ed immaginabili per una squadra di provincia.
Aver Onorato sempre una maglia che non rappresenta solo una squadra di calcio, bensì l’orgoglio e l’identificazione di un intero popolo.
Non aver mai mollato, nemmeno dopo quel brutto infortunio rimediato in Nazionale che poteva comprometterti la carriera. Grazie per avermi insegnato che dal dolore si può rinascere più forti di prima.
Avermi Insegnato che nella vita i soldi devono passare sempre in secondo piano rispetto agli affetti.
Averci reso Orgogliosi di te, come uomo e calciatore. Orgogliosi di poter di avere fra noi una delle poche bandiere rimaste nel mondo del calcio.
Averci Donato tantissime esultanze che non hanno prezzo e che resteranno per sempre nel libro dei migliori ricordi. Perché tu, Totò, hai scritto le migliori pagine della nostra storia.
Avermi Incoraggiato inconsciamente a perseguire i miei sogni, fra cui quello di iniziare a scrivere.
Essere stato Nostro e solo nostro per 12 anni. Grazie per averci regalato i tuoi sorrisi, le tue battute, il tuo modo di essere riservato e poco amante dei riflettori. Alle parole hai sempre preferito i fatti. E noi friulani ti amiamo ancora di più proprio per questa tua caratteristica. Perché in fondo sei proprio come noi.
Esserti fatto Adottare da una piccola realtà come la nostra. Grazie per aver sempre detto che Udine è casa tua. Lo sarà sempre. Cercheremo sempre di farti sentire a casa, facendoti capire anche a distanza di anni che chi è entrato nel nostro cuore non se ne andrà mai.
Avermi Trascinato allo stadio, incoraggiandomi a rinnovare l’abbonamento anno dopo anno. Grazie a te, alle tue giocate sopraffine e al tuo estro da numero 10, non vedevo l’ora che arrivasse domenica per esultare insieme al mio areoplanino preferito
Avermi fatto Amare ancora di più il gioco del calcio. Tanti giocano, ma solo in pochissimi riescono sempre stupire.
Aver Lasciato perdere quando alcuni in curva cantavano “Noi non siamo napoletani”. Non saresti il grande ed unico Totò Di Natale se Napoli non fosse una parte importante di te. E io adoro anche quella parte
Avermi Emozionato e commosso per 12 lunghi anni. Grazie per essere riuscito a strapparmi un sorriso nei momenti più difficili, anche quando lottavo contro una montagna che si chiamava malattia e non avevo molti motivi per essere felice.
Se oggi sono diventata la donna, la tifosa e l’apprendista giornalista che sono, lo devo anche a te. Perché? Perché mi hai insegnato che i miei sogni possono un giorno diventare realtà. Poter ammirare un fuoriclasse con il numero 10 sulle spalle a Udine è stato uno fra questi. Grazie Totò.
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