Il mondo del calcio è in lutto. A 83 anni si è spento Luigi Radice. È stato uno dei grandi protagonisti della Serie A del secolo scorso, grazie alle vittorie con Milan e Torino, le squadre a cui ha legato per sempre il proprio nome. Da calciatore, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, ha fatto incetta di trofei con i rossoneri, conquistando tre scudetti. L’apoteosi è arrivata con il trionfo in Coppa dei Campioni, quando, nel 1962/63, il Diavolo di Nereo Rocco superò il Benfica e si laureò campione d’Europa, un traguardo fino a quel momento inedito per le squadre italiane.

E poi la carriera da allenatore, con lo storico scudetto vinto sulla panchina del Torino nel 1975/76. Un successo storico perché è finora l’ultimo tricolore granata dopo la tragedia di Superga. Una vittoria epica perché arrivata ai danni dell’arci rivale, la Juventus, battuta al fotofinish. Ed è diventato presto storico il suo dispiacere genuino per il pari contro il Cesena, nonostante la notizia della contemporanea sconfitta dei bianconeri sul terreno di Perugia che assegnava aritmeticamente il settimo titolo al Toro.

L’intera Serie A si stringe attorno alla famiglia. Il Torino twitta: ''Addio, Mister Radice, colonna della nostra storia. Ieri, oggi, per sempre''. Il Milan ricorda i trionfi e si associa al dolore per la scomparsa. Resta la tristezza per l’addio ad un altro simbolo di un calcio d’altri tempi, meno tecnologico, ma altamente spettacolare e vicino agli appassionati. Un calcio vicino allo stile inconfondibile di Luigi Radice.

Sezione: Notizie / Data: Ven 07 dicembre 2018 alle 19:00
Autore: Federico Mariani
vedi letture
Print