Caro paròn Pozzo, mi chiedo quale parte del coro "Devi Spendere" non le sia chiara. Solo qualche giorno fa si è chiusa una delle più brutte stagioni di tutta la sua gestione, con l'Udinese ad un passo dalla B. Che qualcosa non ha funzionato e che ci sono stati tanti, troppi errori lo ha ammesso anche lei più volte. Lei, dopo aver scaricato un po' le colpe su tutti, tra Colantuono e i suoi figli, sembrava aver fatto "mea culpa" nella notte dell'addio a Di Natale. 

E' arrivato perfino a fare proclami:  "Ci siamo salvati però e ora possiamo programmare il futuro con ambizioni più grandi. In passato accusavo i tifosi che lo stadio era abbastanza vuoto ma la colpa era solo nostra. Ci sono delle responsabilità e c'è da cambiare. Ora questi tifosi si meritano di più e faremo di tutto per essere all'altezza". Peccato però che tutte queste belle parole non siano coincise con i fatti per il momento.  

Per tornare grandi servono imporanti investimenti e idee innovative. Mi dica come possiamo definire un'ambioso progetto per il futuro quando si dice addio a Di Natale e si prende un 31enne tunisino, praticamente sconosciuto, come Harbaoui, o quando invece che prendere un tecnico per puntare in alto come Pioli alla fine si punta sulla mediocrità di Iachini. Fissare come unico e solo obiettivo la salvezza non è guardare in alto, anzi è guardare in basso rispetto a quelli che eravamo in passato. Forse lei non si ricorda che questa squadra ha avuto allenatori come Zaccheroni, Spalletti e Guidolin e campioni come Sanchez. Ora ci dobbiamo accontentare di Guilherme, Adnan e un allenatore due volte cacciato dal suo amico Zamparini.

In passato, quando si poteva fare il vero salto di qualità, quando questa squadra aveva uomini e mezzi straordinari lei ha ben pensato di smantellare tutto. Potevamo essere il Leicester d'Italia, potevamo vivere il sogno della Champions ma lei ha venduto ogni nostra risorsa per il bene della holding.

I soldi sono suoi ovviamente e ci può fare quello che vuole ma questa è una mancanza di rispetto per tutti quei tifosi che in questa stagione, credendo ancora alle sue belle parole, hanno riempito lo stadio di domenica in domenica, facendo vedere cosa vuol dire per davvero amare questa maglia. L'Udinese sono i tifosi, mi spiace, non lo sarà mai solo lei. 

Ora ci tocca guardare in faccia la realtà. E la realtà dei fatti dice che questa Udinese ha quel che si merita, che il quart'ultimo posto in classifica è già un grande cosa, che il prossimo anno ci toccherà di nuovo lottare con le ultime della classe e che forse le prenderemo anche dal Crotone. 

L'Udinese è piccola, una provinciale, ma non per colpa dei tifosi, solo per colpa sua. 

Sezione: Focus / Data: Gio 19 maggio 2016 alle 12:30
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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