Stefano Campoccia, Vicepresidente dell'Udinese, ha parlato durante il sorteggio del calendario nell'ambito del Festival della Serie A tenutosi a Parma. Queste le sue parole riprese da tuttomercatoweb.com: "Noi siamo una piccola società che ogni anno vince la sua Champions. Udine è una città di 90mila persone, la propensione al rischio rispetto ad un investimento come quello per lo stadio fatto con tenacia, non può che portare a dire che ogni anno stiamo vincendo la Champions. L’anno scorso ci siamo salvati con un gol allo scadere di Davis, che era stirato. Questa è la roulette del calcio: una società medio piccola, se si impegna in una infrastruttura come lo stadio, è perché ha una proprietà che ha voglia di scommettere, che crede nelle capacità di esprimere un buon calcio e avere una buona gestione".

La Supercoppa UEFA al Bluenergy Stadium:
"Quando la UEFA ha informato che ospiteremo il 13 agosto la finale di Supercoppa, non può che essere il più bel regalo che la famiglia Pozzo riceverà per i suoi trent’anni di Serie A. E’ una festa del Friuli, in un momento in cui la regione ha saputo individuarci come elemento promotore dello sviluppo turistico del Friuli, averlo sula maglia è ancora più un orgoglio. La nostra città purtroppo ospiterà senza l’Inter la Supercoppa, ma è un grandissimo successo".

Le prossime mosse del club:
"Si parla di tanto la sostenibilità. In primis la passione deve essere accompagnata da competenza, prima di tutto bisogna contestualizzare. Le 12 proprietà straniere, che hanno il bilancio come primo elemento di importanza per valutare il loro investimento, deve sensibilizzare tutto l’ecosistema dai manager ai giocatori. Questi ragionamenti sono antitetici rispetto a quanto il tifoso vuole, spesso il pareggio del bilancio è agli antipodi con il risultato sportivo. Chi si fa prender la mano dal risultato sportivo prima o dopo finisce per farsi male. A Udine, anche con le aziende della famiglia Pozzo, il pareggio di bilancio è diventato fondamentale. La sostenibilità in primis deve essere economica, elemento che garantisce continuità e opportunità di investimenti strutturali come siamo riusciti a fare con lo stadio, che ha portato ulteriori ricavi. Questa sostenibilità si declina in sostenibilità sportiva e deve esser vista nel lungo periodo".

La sostenibilità:
"Se riesci ad avere una matrice gestionale del genere, poi capisci quanto sia difficile restare in Serie A per squadre più piccole come ricavi. Buona parte delle società sportive a bilancio ha un meno davanti. Per questo si parla di scout, di calciomercato, di valorizzare e saper vendere. Anche la vendita è antitetico con passione, è un sistema industriale. Infine, ad Udine abbiamo istituito un terzo settore, attraverso un'associazione che permette di considerare il valore del club distribuito. Da oltre vent’anni aiutiamo gli ospedali ad avere migliori attrezzature e impianti per la sanità pubblica e la seconda, ancora più romantica, è che ci siamo inventati un progetto di sostenibilità ambientale costituendo il primo impianto fotovoltaico sul tetto dello stadio. Un progetto molto complesso, che porta alla carbon-neutrality, un’altra Champions League: fare sport, farlo bene e regalare sostenibilità ambientale, che poi è anche sociale. Da sempre questi sono gli elementi che vogliamo avere nel DNA della società".

Sezione: Notizie / Data: Ven 06 giugno 2025 alle 19:51
Autore: Davide Marchiol
vedi letture
Print