Continuano ad arrivare i ricordi di Giovanni Galeone, lo storico allenatore dell'Udinese scomparso lo scorso 2 novembre. Vincent Candela ha parlato così al Messaggero Veneto della sua esperienza con il tecnico in bianconero: "Un allenatore che ha riconosciuto il mio estro, la mia libertà. L’ho avuto pochi mesi, ma conta la qualità del tempo e in quel periodo lui ha saputo ridarmi l’entusiasmo dei vecchi tempi. Ero a fine carriera, avevo dato tutto alla Roma di Fabio Capello, un altro che aveva capito il mio stile, la mia indole, e all’Udinese ho dato le mie ultime energie anche grazie a Galeone che mi ha permesso di esprimermi".

"Come Capello, anche Galeone aveva capito come prendermi - continua l'ex centrocampista francese - Sapeva che doveva lasciarmi libero di fare, di creare, di giocare perché quando stavo bene potevo fare ancora la differenza per l’Udinese. Ha assecondato la mia indole senza ingabbiarla. Mi conquistò col suo spirito, si parlava non solo di calcio, ma anche di arte, delle bellezze d’Italia e Francia, e allora m’incuriosì e andai a scoprire, leggendo, che Galeone era considerato un innovatore al pari di Zeman che avevo avuto alla Roma".

Secondo Candela, ci sono diversi i punti in comune tra il boemo e Galeone: "La sana follia, la fantasia al potere e quella voglia di prediligere il calcio offensivo, magari trascurando un po’ la fase difensiva. Il loro football si sviluppava molto dalla cintola in su. Con loro si cercava sempre il gol prima di tutto".

Pur avendo trascorso una sola stagione a Udine, l'ex bianconero ha dolci ricordi: "Molti e tutti bellissimi, anche se fu una stagione travagliata passata dallo sfidare il Barcellona, a due passi dalla qualificazione agli ottavi di Champions, alle preoccupazioni per una salvezza da conquistare tra vari cambi di allenatori. Avevamo tanta qualità con Di Natale, Iaquinta e Di Michele".

Sezione: Gli ex / Data: Mar 04 novembre 2025 alle 09:19
Autore: Francesco Maras / Twitter: @francescomaras
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