Alla fine il nuovo DS è arrivato. L’addio di Bonato è stata una sorpresa un po’ per tutti, forse per lo stesso direttore, che le voci dicono fosse convinto di sedersi a un tavolo per rinnovare, non per trattare una rescissione consensuale. Adesso per lui si aprono le porte della Roma. Vedremo se questa mossa di Gino Pozzo sarà realmente vantaggiosa. Per quanto riguarda l’Udinese, la ricerca della nuova spalla per il paròn si è rivelata più difficoltosa del previsto. Questo perché ad Udine il direttore sportivo ha poco spazio per lavorare. Il primo nome che è stato sondato è stato quello di Corsi, storico dirigente dell’Empoli che ha lasciato dopo anni di salvezze e promozioni. Ha però rifiutato per il motivo sopracitato. Corsa poi a due. Tantissimi facevano rimbalzare il nome di Romairone e, più sottovoce, quello di Manuel Gerolin. Il primo però era una pista quanto meno strana, dato che aveva già un accordo con il Chievo e non era ben chiaro il perché tutti gli addetti ai lavori lo avvicinassero ai colori bianconeri. Anche Gerolin sembrava non essere in corsa, dato che lui stesso ha negato solo a inizio settimana qualsiasi contatto con la dirigenza friulana: “Ho un grandissimo rapporto con la proprietà. Se ci fosse stato qualcosa mi avrebbero chiamato, magari si stanno prendendo una pausa di riflessione. Tanto il mercato dell'Udinese è già programmato e chi arriverà dovrà inserirsi per gennaio. È una macchina perfetta che conosco molto bene". Sembrava dunque che dovesse arrivare qualcuno a sorpresa, com’ è successo l’anno scorso con Bonato. Oppure qualcuno stava barando. La seconda opzione si è rivelata quella corretta, con Gerolin che, in silenzio, si è accordato con Pozzo e giovedì l’Udinese ha ufficializzato sul sito l’accordo con il direttore, che evidentemente non era così lontano dagli ambienti friulani come diceva di essere. Contratto di un anno. Accordo dunque di breve durata, ma le zebrette raramente hanno avuto allenatori o direttori con contratti molto lunghi e c’è sempre tempo per rinnovare il contratto. Oppure Gerolin ha accettato di fare da “traghettatore”, in attesa che Pozzo trovi un nome adatto durante l’anno, in vista delle stagioni venture.
Manuel Gerolin è una vecchia conoscenza dell’Udinese. Lui e Delneri, quando ancora erano calciatori, si sono solo sfiorati nella loro carriera. Il tecnico infatti ha vestito la casacca bianconera dal 1978 al 1980, mentre il direttore ha corso con le zebrette dal 1980 al 1985. Cinque stagioni molto intense, con 122 presenze e 13 reti, che per un centrocampista sono un numero discreto. Tre salvezze, un nono posto e un sesto posto (che però non valeva ancora l’Europa) i suoi risultati. Abbastanza per lasciarlo nella memoria di tutti i tifosi friulani, pur senza traguardi eclatanti. Anzi, un traguardo eclatante lo ha ottenuto. Ha infatti giocato, nelle annate 83/84 e 84/85, con sua maestà Zico. È quindi uno degli uomini della formazione che è rimasta un po’ nella storia dell’Udinese, dato che in quegli anni si parlava addirittura di puntare allo Scudetto, con il Galinho a fare da portavoce del Friuli nel mondo. Dopo Udine, il Lazio, con la Roma che punta su di lui. Diventerà anche là un punto fermo, con 138 presenze e 5 reti in sei anni. Chiude la carriera giocando una ventina di partite al Bologna.
Dopodiché per lui si apre la fase post scarpette al chiodo. Tra la carriera da allenatore e quella da dirigente sceglie la seconda. Una scrivania e un ufficio dunque, ma anche tanto campo, dato che decide di buttarsi nel mondo degli osservatori, fondamentali nel mondo del calcio per qualsiasi squadra abbia delle ambizioni. La prima squadra a dargli un’opportunità come DS è il Siena, nel 2007. Ottiene la salvezza nelle stagioni 2007/2008 e 2008/2009. Poi il Siena, in quella 2009/2010, retrocede e Gerolin viene sollevato dall’incarico. Una rapida puntata a Cremona, dove l’accordo dura giusto un paio di mesi. A questo punto l’Udinese, orfana di Antonelli che ha deciso di diventare a sua volta DS del Siena, chiede all’ex giocatore di diventare capo degli osservatori, ruolo di estrema importanza ad Udine, visto che lo scouting è la politica che ha permesso ai Pozzo di conquistare salvezze e pass per l’Europa. Il direttore accetta e fino al 2014 svolge un lavoro egregio, assistendo anche a un quinto posto. Con la fine del ciclo Guidolin finisce anche il secondo di Gerolin ad Udine, che parte a caccia di nuove sfide. Diventa consulente di mercato del Wolfsburg in Bundesliga. Sei mesi in Germania con un quinto posto, per poi prendere forse la sfida più difficile per un addetto ai lavori: andare a lavorare al Palermo, alla corte del vulcanico presidente Zamparini. Il rapporto non può che essere complicato. Nonostante Manuel sia abituato a lavorare in squadre che lottano per non retrocedere e con budget risicati, il patron del Palermo è risaputo essere persona molto esigente e lunatica. Prima Gerolin assume un ruolo non ben definito in società, per poi diventarne direttore sportivo a tutti gli effetti, portando la squadra nella stagione 2015/2016 a quella che sarà, in ordine cronologico, la sua ultima salvezza, ottenuta, nonostante la partenza di Dybala, con 39 punti, all’ultimo respiro. Lascia quindi il difficilissimo incarico e si prende un anno di pausa, per riflettere e cogliere future opportunità.
Il nome di Gerolin è sempre stato accostato all’Udinese quando quest’ultima è stata alla ricerca di un DS e anche stavolta, con l’addio di Bonato, si fa il suo nome. Sembra essere l’ennesima boutade, come confermano le parole dello stesso Manuel. Invece si apre il terzo ciclo di Gerolin in quel di Udine, con il direttore che firma un contratto annuale (valido quindi per la stagione 2017/2018) e che affiancherà Gino Pozzo nelle decisioni di mercato. A differenza degli altri DS passati in Friuli, lui sa benissimo che la maggior parte del lavoro è in mano alla famiglia. Vedremo se saprà dare quel qualcosa in più che evidentemente Bonato non ha saputo dare.
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