C'è ancora tanta amarezza in casa Udinese dopo la sconfitta contro contro la Juventus. A commentare, ai microfoni della tv ufficiale del club, la sfida contro la Vecchia Signora è stato il direttore dell'Area Tecnica Pierpaolo Marino: "Questa notte non ho dormito per la rabbia. Inoltre, vedere oggi in allenamento i ragazzi così depressi e sfiduciati dopo aver dato tutto senza raccogliere nulla mi ha fatto innervosire ancora di più. Non mi è passata l’arrabbiatura, anzi.
Premetto che io ho fatto l’arbitro per quasi 300 partite anche se ero giovanissimo e un po’ conosco la psicologia di come si va a dirigere le partite. Non mi era mai capitato di vedere delle proteste alla fine del primo tempo perché non era stato dato il recupero. Questo è stato uno strumento di pressione nei confronti dell’arbitro. Io ero li vicino e ho anche tranquillizzato l’arbitro perché era un fatto strumentale. Non è possibile che, quando mancano ancora 45 minuti da giocare e con un solo gol di differenza tra le due squadre ci si lamenti per un minuto di recupero. Questa cosa mi ha disturbato molto, l’assegnazione di un calcio di punizione alla Juventus nel momento decisivo della partita mi rattrista. Da ex arbitro e da dirigente navigato sono sempre stato contro questo tipo di pressioni psicologiche nei confronti dell’arbitro. Questi momenti ricordano le invasioni degli emiri ai Mondiali e sono fantasmi del passato che non devono essere ripresi.
Nell’incontro della settimana scorsa l’ex arbitro Rocchi, alla domanda di Gotti sul goal di San Siro del Milan 9 secondi dopo la fine della partita, ha spiegato che viene riconosciuta una tolleranza nelle tempistiche: anche se i due cronometri, quello dell’arbitro e quello dello stadio, partono assieme ci potrebbe essere una differenza che viene valutata attorno a 4/5 secondi. Il regolamento dà al cronometro dell’arbitro tutte le verità sulla partita, tutti gli altri cronometri hanno meno importanza. La protesta pare molto strumentale perché comunque mancava ancora un tempo alla fine della partita.
Non è un discorso contro Paratici ma contro una mentalità: quella di andare a condizionare psicologicamente l’arbitro. Chi è sportivo non deve farlo, andare a condizionare l’arbitro durante una gara è aberrante.
Io in quanto Direttore Tecnico sono autorizzato ad andare in panchina. Per quanto riguarda la punizione io non capisco se uno arriva prima sul pallone non vuol dire che ha subito fallo, ma vuol dire che è stato bravo ad anticipare. Larsen non tocca l’avversario. Cuadrado è uno specialista del tuffo: lui arriva prima sul pallone e quado si accorge che l’avversario può toglierli la palla si tuffa. Inoltre, per influenzare l’arbitro fa finta di cadere con le mani sul pallone ma in realtà vuole condizionare l’arbitro per farsi dare una punizione. È una tattica che molti giocatori esperti usano. Questa per me è una punizione per l’Udinese per fallo di mano di Cuadrado. Dopo la pantomima dell’intervallo tutte le cose a metà sono state indirizzare a favore della Juventus.
Con le norme Covid i cancelli che danno sulle tribune sono aperti perché molto spesso in tribuna si accomodano le delegazioni delle squadre. Il regolamento non permette a chi non è in elenco di sostare attorno alla panchina o al rettangolo di gioco. Anche il potere di Chiffi su coloro che non appaiono sulla distinta è limitato perché in questo caso è la Procura Federale che deve intervenire. Il direttore di gara può espellere o punire solo le persone che si trovano in panchina.
L’ex arbitro Rocchi ci ha dato ragione su diversi episodi. Ha chiarito che chi è di spalle alla palla non è mai punibile per fallo di mano perché non cerca l’impatto con la palla. Ci potrebbero essere questioni di equilibrio, come nel caso di Molina contro il Cagliari. Ci ha dato ragione anche sul rigore di Pereyra contro l’Atalanta. A causa del rigore assegnato al Cagliari sono stati sospesi sia Maresca che Guida e hanno dovuto riprendere nel turno scorso dalla Serie B.
Nelle partite che mancano può succedere di tutto. Terminare al decimo posto può essere in linea con le ambizioni che il Presidente Pozzo ci aveva auspicato alcuni mesi fa. Ci dispiace perché se poi pensiamo che, stando a quanto dice Rocchi, avremmo potuto avere 4/5 punti in più avremmo potuto ambire anche al nono posto. La squadra non deve abbattersi perché abbiamo tutte le possibilità per centrare un decimo posto che sarebbe un risultato eccezionale se teniamo contro di tutte le sfortune che abbiamo avuto. Basti pensare a tutti gli infortuni che abbiamo subito su cui ha pesato la sfortuna. Giocare le ultime partite allo stesso modo della gara contro la Juventus potrebbe significare chiudere con una posizione in classifica importante. Io darei tanto merito all’allenatore e alla squadra per quello che hanno fatto".
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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