Potrebbe essere Mark Walter il nome destinato a segnare una svolta epocale per l’Udinese. Dietro la trattativa con la famiglia Pozzo per l’acquisizione del club friulano – che sta entrando nella sua fase decisiva – c’è infatti il potente CEO del fondo Guggenheim Partners, uno degli uomini più influenti e riservati della finanza americana. Un nome forse poco noto al grande pubblico italiano, ma che nel mondo dello sport internazionale ha già lasciato un’impronta profonda. La domanda, oggi, è una sola: chi è davvero Mark Walter?
Dal Midwest al cuore della finanza mondiale. Classe 1960, Mark Walter è originario dell’Iowa, nel Midwest statunitense. Si è laureato in Finanza alla Creighton University e ha poi conseguito un Juris Doctor alla Northwestern University School of Law. Dopo un primo impiego nella First Chicago Corporation, nel 1999 è tra i fondatori di Guggenheim Partners, società di servizi finanziari con sede a Chicago, Los Angeles e New York. Oggi ne è amministratore delegato e figura chiave.
Guggenheim Partners gestisce circa 325 miliardi di dollari in asset e opera in ambiti che vanno dal wealth management al private equity, passando per il banking internazionale. Ma è nel mondo dello sport e dell’intrattenimento che Mark Walter ha costruito la sua dimensione pubblica, dando forma a un modello di gestione che unisce visione imprenditoriale, passione per lo sport e attenzione al brand.
Walter e lo sport: Dodgers, Lakers, Chelsea. La sua prima mossa da “sports tycoon” risale al 2012, quando guida un consorzio – che comprende anche la leggenda dell’NBA Magic Johnson – nell’acquisizione dei Los Angeles Dodgers per 2,2 miliardi di dollari. Un’operazione record, che lo porta nel cuore della Major League Baseball. Sotto la sua guida, i Dodgers sono tornati ad essere una delle franchigie più vincenti e strutturate d’America, con un modello di business che ha puntato su investimenti, infrastrutture e crescita del marchio globale.
Non solo baseball: Walter è azionista anche dei Los Angeles Lakers in NBA e nel 2022 è entrato a far parte del consorzio BlueCo, che ha acquistato il Chelsea FC per 2,5 miliardi di sterline, dopo la cessione forzata da parte di Roman Abramovich. Il consorzio – che include anche Todd Boehly – ha avviato una profonda ristrutturazione del club londinese, con ambizioni di lungo termine.
Ma Walter non vuole fermarsi. Il suo obiettivo dichiarato è costruire una galassia calcistica europea, acquisendo più club in campionati diversi, per sviluppare un ecosistema che possa generare valore tecnico ed economico. L’Udinese, in questa visione, è il “fiore all’occhiello”, il primo tassello di una strategia su scala continentale.
Secondo quanto emerso nelle ultime settimane, la trattativa con la famiglia Pozzo è ben avviata, con un’offerta da oltre 180 milioni di euro per l’acquisizione della società bianconera. Il modello, anche secondo il “paron” Gianpaolo Pozzo, è quello dell’Atalanta, dove la famiglia Percassi ha mantenuto una quota di minoranza e la gestione sportiva, mentre il fondo americano guidato da Stephen Pagliuca ha portato nuova linfa economica e visione strategica.
Walter potrebbe riproporre qualcosa di simile: acquistare la maggioranza dell’Udinese – forse anche il 100% – e garantire investimenti strutturali e sportivi, ma con il supporto della famiglia Pozzo almeno nella fase iniziale. L’obiettivo: rendere l’Udinese competitiva a livello nazionale e, in prospettiva, anche internazionale, sfruttando l’asset rappresentato dallo stadio di proprietà e dal know-how gestionale maturato negli anni.
Guggenheim Partners, va detto, non è un fondo “romantico”. È un colosso finanziario che si muove con logiche di rendimento e solidità. Il sogno di molti tifosi friulani è che possa rappresentare la chiave per riportare l’Udinese ai fasti degli anni europei, ma è chiaro che nulla sarà lasciato al caso. Se i risultati non arriveranno, anche i capitali potrebbero spostarsi altrove. Tuttavia, la reputazione di Walter nel mondo dello sport americano è di alto profilo: è noto per essere un manager che investe nel lungo termine, con attenzione per le strutture, per i talenti e per il brand.
Se tutto dovesse andare come previsto, questa settimana potrebbe arrivare la tanto attesa “fumata bianca”. A quel punto, l’Udinese entrerebbe in una nuova era, la prima senza la guida diretta della famiglia Pozzo dopo quasi 40 anni. Resta da capire se Gianpaolo e Gino manterranno un ruolo operativo nella nuova struttura. Di certo, con Mark Walter alla guida, il club friulano entrerebbe nel network di uno dei manager sportivi più influenti e ambiziosi al mondo.
Un cambiamento radicale è alle porte. E, come sempre in questi casi, l’ottimismo si mescola alla prudenza. L’Udinese del futuro parlerà americano. Resta da vedere se sarà un futuro migliore.
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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