Questa mattina sono stati presentati alla stampa ed ai tifosi i due centri dell'Apu Old Wild West Udine per la stagione 2024-2025: Stefanelli e Ambrosin.
Dà il via alla conferenza stampa il Direttore Sportivo dell’Apu Udine Andrea Gracis: “Iniziamo con Lorenzo che è il primo giocatore che abbiamo firmato per questa nuova stagione. È stata una firma veloce, è un cestista che già seguivamo l’anno scorso e che avremmo voluto tesserare dalla passata stagione. Però mentre stavamo considerando questa possibilità Ambrosin aveva dato l’ok per il trasferimento nella sua Agrigento. La storia di Lorenzo è proprio iniziata lì in Sicilia, tre anni importanti che racconterà lui della sua vita da sportivo e da uomo. Poi il passaggio a Tortona, Scafati e il ritorno nella casa madre. Il legame (tra il giocatore ed Agrigento, ndr.) era talmente forte che quando Ambrosin si è reso disponibile quest’anno, noi abbiamo colto l’opportunità dato che abbiamo visto delle grandi motivazioni. Anche il coach aveva sentito questo atteggiamento, la volontà nell’intraprendere una nuova esperienza in maglia Apu e dunque ci siamo accorti che era il momento giusto per avere Lorenzo in squadra. È un ragazzo che è cresciuto nel corso degli anni ed è stato uno dei migliori marcatori italiani, con grande propensione all’attacco e molti punti nelle mani. Però anche in piena maturità rimangono dei margini di miglioramento. È una persona dal punto di vista umano morale e caratteriale ci dava molte garanzie e quindi messe insieme tutte le cose abbiamo scelto per fortuna nostra, e Ambrosin ha scelto noi, per fare questo matrimonio.
Per quanto riguarda Francesco invece, è stato l’opposto. I tempi non erano così lunghi l’uno dall’altro perché il mercato è stato molto rapido ed è stato l’ultimo acquisto italiano, per una situazione diversa. Lui aveva un legame con Verona e mi ero incontrato con il suo agente tenendo un canale sempre aperto. La situazione però non era molto chiara, c’erano delle opzioni in ballo e quindi la vicenda scaligera non era molto fluida. Quando poi si è sciolta ho subito fatto una proposta a Francesco, del quale conoscevamo le capacità tecniche. Oltre a quelle mi aveva anche colpito l’impatto caratteriale che ha avuto contro di noi. Sono quelle cose che ti strappano l’occhio e ti rimangono impresse, il suo atteggiamento, la sua caparbietà e la sua presenza in campo, tutti elementi che mi avevano colpito molto. È un ragazzo che dal punto di vista morale ci dà garanzie, conosceva -avendoci giocato- Da Ros, Giovanni Pini, e lo stesso Mirza. Con Caroti ci aveva giocato molto contro a livello giovanile. Immaginavo quindi che si sarebbe inserito nella squadra rapidamente. È un grande tiratore ma non solo quello, perché riesce a fare canestro in molti altri modi. È un giocatore che ha nell’applicazione difensiva un’altra delle sue doti e siamo molto contenti, Vertemati in primis, di averlo in squadra”.
Parla Lorenzo Ambrosin: “In queste due settimane a Udine mi sono trovato bene, sia con la società che con la squadra, tutto ben organizzato e piano piano sto costruendo le basi. Ad Agrigento sono arrivato a 18 anni ci sono cresciuto e poi sono tornato lì, dove ho tante amicizie e gente che mi vuole bene. Proprio questo calore mi ha aiutato molto soprattutto nella maturazione e in generale con la fiducia. È una società a cui sono legato tantissimo, ci tornerò sicuramente e li apprezzo veramente tanto perché è merito loro se sono qui.
Si gioca per vincere che è la cosa più importante. Ognuno deve togliere qualcosa a sé stesso per darlo alla squadra. Questo è un processo che ho vissuto a Tortona e a Scafati, che sono le due squadre con cui ho vinto il campionato”.
Interpellato Francesco Stefanelli: “L’ambientamento è andato bene, ma non avevo dubbi su ciò poiché conoscevo già, come ha detto Andrea prima, la maggior parte dei ragazzi. Quindi era come una cena tra amici di vecchia data. È stato bello e mi sono trovato bene fin da subito anche con tutti gli addetti ai lavori, dalla società ai fisioterapisti ai dirigenti e quindi per ora queste prime due settimane sono andate benissimo. L’impegno di ieri è stato con una squadra di categoria inferiore e quindi riesci a vedere poco capendo però già a capire qual è il tuo potenziale, i tuoi punti di forza e su cosa puoi migliorare. È chiaro che la condizione fisica deve migliorare, sarà un processo lungo ma manca comunque ancora un mese all’ inizio del campionato. Perciò l’obbiettivo è quello di farci trovare pronti all’inizio e nel miglior modo possibile.
Nella mia carriera ho sempre puntato a giocare nelle squadre più ambite dei campionati, cercando di vincere il più possibile e di rimanere ad alti livelli. Questo comporta -come diceva Lorenzo- di togliersi qualcosa di sé per darlo alla squadra per raggiungere risultati importanti, che alla fine sono l’ultima cosa che ti rimane una volta che smetti di giocare a pallacanestro. Poi alla fine i titoli personali non se li ricorda nessuno, non contano niente e quindi non interessano, l’ho fatto per un periodo (interessarmi ai premi individuali, ndr.) della mia carriera, quando ero giovane, ma adesso l’unica cosa che conta è quella di portare a casa dei trofei. Ho scelto Udine perché la ritengo una delle società più organizzate e più importanti del campionato e quando c’è stata la chiamata ho visto un interesse molto forte e come dice Andrea sono quelle sensazioni che ti fanno prendere le decisioni all’istante.
Adriano Vertemati lo conoscevo di fama, è un allenatore esigente e molto carico. In campo ti trasmette questa attenzione ai minimi particolari che sono quelli che fanno la differenza. Per me è stato un impatto ottimo e sono molto contento di farmi allenare da lui. Ovviamente cercherò di abituarmi alle sue richieste soprattutto tecniche in campo che cambiano da allenatore a allenatore.”
Il microfono passa ad Ambrosin: “Affronto questa nuova esperienza con tanta motivazione, qui si gioca per vincere e vuol dire tanto. Come hai detto prima bisogna togliersi qualcosa da sé stessi per darla alla squadra, ma quando si arriva al risultato hai una sensazione incredibile. Sono molto motivato, carico e penso che tutta la squadra possa giocare un’ottima stagione. Dal punto di vista personale mi sono dato due obbiettivi principali, quello di migliorare dal punto di vista tecnico delle letture e quello di migliorare fisicamente. Fortunatamente per ciò che concerne l’aspetto tecnico e fisico la società è veramente organizzata. Poi se ogni singolo migliora è più facile che la squadra riesca ad ottenere risultati. A livello di spogliatoio mi sono trovato molto bene, sono tutti ragazzi esperti dove con alcuni dei quali ci ho già giocato contro e quindi li conosco. È stato molto facile inserirmi anche da nuovo arrivato”.
Prosegue Stefanelli: “A livello personale non ho un obbiettivo preciso, nel senso che so alla squadra quello che posso dare e penso che negli ultimi anni sia riuscito a fare il passaggio della maturazione e dal punto di vista di come stare in campo e nello spogliatoio, che sono le cose che quando sei giovane riesci a fare meno, dato che hai più pensieri legati al fatto di dimostrare di meritarti di rimanere a quel livello. Voglio fare prestazioni sempre più convincenti per dimostrare a tutti che io ci sono, e poi dopo le cose ti cambiano ed è ciò che ho cercato di fare l’anno scorso a Verona, ossia aiutare i compagni, essere sempre positivo e cercare di creare situazioni in cui tutti si trovassero a loro agio. Credo infatti che per raggiungere grandi obbiettivi dobbiamo divertirci ed essere sereni, nessuno deve avere dei dubbi nei confronti dell’altro. Deve esserci dunque un rapporto di sincerità e di rispetto nei confronti di ognuno di noi. Proverò ovviamente a offrire prestazioni convincenti in campo ma anche a concentrarmi su questo, perché alla fine le doti di oggi giocatore le sappiamo.
Il campionato è difficilissimo ci sono più di 10 squadre che puntano a vincere, e se devo pensare a quello che fa la differenza penso che sia il gruppo e ciò che riesci a dare in campo, perché ti fidi di più dei compagni, dell’allenatore e di tutto il contesto e riesci a dare quel qualcosina in più che può fare la differenza, come una palla recuperata o un fallo fatto al momento giusto. Quei minimi particolari che se tu hai la testa da un’altra parte non riesci a curare in campo”.
Interviene Gracis sull’amichevole appena giocata: “È stata la partita che ci aspettavamo, qualche cosa ha funzionato, soprattutto quando la squadra è potuta andare in contropiede e sciogliersi. A metà campo molte cose sono venute bene, altre meno proprio perché c’era la ricerca del passaggio in più e della posizione giusta per cercare di seguire le richieste dell’allenatore. In alcuni momenti è stato macchinoso ma ciò è normale in questo momento della preparazione. Non si è visto tanto il gioco di continuità perché i ragazzi stanno facendo grande fatica per il caldo e quindi l’allenamento a due canestri non sempre può essere efficace come in altre situazioni. Per cui si sono viste cose buone, come il tentativo da parte di tutti nel mettersi a disposizione dell’altro, ma con magari qualche passaggio in più che in futuro verrà meno perché meglio andare sull’essenziale che sul lezioso. Ma in questo caso era più un tentativo di trovarsi, di conoscersi e di entrare nel ritmo richiesto dal coach. È stata una partita positiva, e guardiamo ora alla prossima ufficiale che sarà contro il Cedevita Zagabria.
Abbiamo ricordato anche nella precedente conferenza di un evento come il Memorial Pajetta, per la presenza di Brindisi, di Verona e di Orzinuovi. Squadre fra le 10 che ambiscono ai primi post della stagione, per cui sarà un primo test per tutti dove pesarsi e un’occasione importante alla quale non mancare, sperando che vi possiate innamorare di questa squadra.
Concludono i due nuovi acquisti: “Speriamo possa essere una grande stagione, dove possiamo avere le opportunità di crescere piano piano partendo da un ottimo livello che ci permette di stare il più possibile ai vertici della classifica. Al rush finale vedremo poi chi sarà il più bravo, il più fortunato e il più in forma della stagione e speriamo di essere noi”.
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