Durante l'ultima puntata della Big Band Bianconera abbiamo avuto il piacere di avere come ospite Valerio Bertotto, queste alcune delle sue dichiarazioni.
L'analisi della vittoria sulla Sampdoria:
“Ho visto un’Udinese che ha iniziato con il piglio giusto, con l’intenzione di aggredire immediatamente l’avversario e ci è riuscita. Ha fatto quello che in questo momento di classifica ci si aspettava, senza una vittoria la situazione poteva diventare problematica. Per contro mi aspettavo una Sampdoria più tignosa, più conscia della situazione di classifica. Li ho visti poco determinati nell’approccio alla gara, l’hanno riaperta, hanno avuto un paio di situazioni che potevano creare difficoltà, ma la partita l’ha fatta decisamente l’Udinese”.
In una difesa a 3 è giusto avere due difensori strutturati e magari non così mobili?
“Quella di una difesa a 3 con più giocatori strutturati è una scelta, ti porta diversi vantaggi sulle palle inattive e sull’impatto fisico, però quando giochi contro attaccanti di movimento e di gamba puoi andare in difficoltà. La Sampdoria non aveva due vere punte, Quagliarella e Caputo sono due ottime prime punte ma non hanno la struttura per giocarsela fisicamente, dunque la Samp anche facendo poco qualche guizzo l’hanno avuto. Caputo ha avuto un lancio e lì Becao doveva essere, in questo caso, molto più bravo a leggere il lancio”.
Contro la Roma mancherà Walace, che poteva essere utile a schermare le azioni in profondità di Abraham:
“Non solo Abraham, è proprio l’impostazione della Roma quella di attaccare la profondità, dunque c’è da aspettarsi un avversario aggressivo, che non dà punti di riferimento. Certi movimenti e certe situazioni andranno lette bene, servirà una gara di ritmo e intensità”.
Oltre a Udogie, finito al centro delle attenzioni dopo i due gol in due partite, questa udinese sembra avere elementi per costruire:
“Presi singolarmente ci sono elementi per creare veramente un bel mix. Per Udogie si tratta di trovare continuità, ma lui come tutta la squadra. Se non la trovi perdi certezze e nella crescita vai a trovare dei ritardi. Ora ti sei un po’ spostato dalla zona pericolosa, anche se non di molto. Se riesci però a trovare continuità di prestazione e di punti, cosa che l’Udinese può fare, allora potremmo vedere un bel passo avanti”.
Come si spiega l'ennesima annata in cui i risultati sono al di sotto di quanto ci si potesse aspettare?
“Sono tanti i fattori che possono generare difficoltà. L’inserimento di diversi giocatori nuovi in un gruppo, il fatto che magari il piano tecnico iniziale non è così facile da attuare perché per alcuni il processo di crescita è più lento… la risposta a tutti i progetti la dà il campo. Quando le cose nello sport come nella vita iniziano a zoppicare uno deve chiedersi il perché e spostare il focus magari su altro. La squadra nella totalità è una buona squadra, ha valori superiori rispetto alle altre che si devono salvare. Servirebbe fare quel passettino in più per crescere, non per vincere la Scudetto, ma per vivere un’annata con più gratificazioni sportive e meno patemi. Il tecnico? Secondo me l’allenatore conta tanto, la differenza la fanno i calciatori, ma un tecnico con idee e che sa incidere nel gruppo può portarti risultati. Poi chiaro che è impossibile pretendere dall’oggi a domani subito il massimo risultato in pochi giorni”.
L'analisi della vittoria sulla Sampdoria:
“Ho visto un’Udinese che ha iniziato con il piglio giusto, con l’intenzione di aggredire immediatamente l’avversario e ci è riuscita. Ha fatto quello che in questo momento di classifica ci si aspettava, senza una vittoria la situazione poteva diventare problematica. Per contro mi aspettavo una Sampdoria più tignosa, più conscia della situazione di classifica. Li ho visti poco determinati nell’approccio alla gara, l’hanno riaperta, hanno avuto un paio di situazioni che potevano creare difficoltà, ma la partita l’ha fatta decisamente l’Udinese”.
In una difesa a 3 è giusto avere due difensori strutturati e magari non così mobili?
“Quella di una difesa a 3 con più giocatori strutturati è una scelta, ti porta diversi vantaggi sulle palle inattive e sull’impatto fisico, però quando giochi contro attaccanti di movimento e di gamba puoi andare in difficoltà. La Sampdoria non aveva due vere punte, Quagliarella e Caputo sono due ottime prime punte ma non hanno la struttura per giocarsela fisicamente, dunque la Samp anche facendo poco qualche guizzo l’hanno avuto. Caputo ha avuto un lancio e lì Becao doveva essere, in questo caso, molto più bravo a leggere il lancio”.
Contro la Roma mancherà Walace, che poteva essere utile a schermare le azioni in profondità di Abraham:
“Non solo Abraham, è proprio l’impostazione della Roma quella di attaccare la profondità, dunque c’è da aspettarsi un avversario aggressivo, che non dà punti di riferimento. Certi movimenti e certe situazioni andranno lette bene, servirà una gara di ritmo e intensità”.
Oltre a Udogie, finito al centro delle attenzioni dopo i due gol in due partite, questa udinese sembra avere elementi per costruire:
“Presi singolarmente ci sono elementi per creare veramente un bel mix. Per Udogie si tratta di trovare continuità, ma lui come tutta la squadra. Se non la trovi perdi certezze e nella crescita vai a trovare dei ritardi. Ora ti sei un po’ spostato dalla zona pericolosa, anche se non di molto. Se riesci però a trovare continuità di prestazione e di punti, cosa che l’Udinese può fare, allora potremmo vedere un bel passo avanti”.
Come si spiega l'ennesima annata in cui i risultati sono al di sotto di quanto ci si potesse aspettare?
“Sono tanti i fattori che possono generare difficoltà. L’inserimento di diversi giocatori nuovi in un gruppo, il fatto che magari il piano tecnico iniziale non è così facile da attuare perché per alcuni il processo di crescita è più lento… la risposta a tutti i progetti la dà il campo. Quando le cose nello sport come nella vita iniziano a zoppicare uno deve chiedersi il perché e spostare il focus magari su altro. La squadra nella totalità è una buona squadra, ha valori superiori rispetto alle altre che si devono salvare. Servirebbe fare quel passettino in più per crescere, non per vincere la Scudetto, ma per vivere un’annata con più gratificazioni sportive e meno patemi. Il tecnico? Secondo me l’allenatore conta tanto, la differenza la fanno i calciatori, ma un tecnico con idee e che sa incidere nel gruppo può portarti risultati. Poi chiaro che è impossibile pretendere dall’oggi a domani subito il massimo risultato in pochi giorni”.
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