L’Italia femminile va alla conquista del Sud. Dopo l’ottimo Mondiale e un avvio di qualificazioni all’Europeo più difficoltoso, seppur con tre vittorie su tre, del previsto la squadra di Milena Bertolini esordisce in Italia, a Palermo, contro la Bosnia Erzegovina alla ricerca di una vittoria possibilmente convincente e magari larga nel punteggio per migliorare una differenza reti che al momento ci vede molto dietro all’altra big del girone: la Danimarca. 

In ballo però non c’è solo la gara in sé, ma molto di più perché la sfida di Palermo – la prima di una serie di gare al sud a cui seguiranno a novembre quelle di Benevento e Castel di Sangro – come hanno sottolineato la ct Milena Bertolini (“Al Sud ci sono tanti talenti, ma mancano le opportunità e le strutture, credo che il fatto che la Nazionale giochi a Palermo, una città che ha una tradizione nel calcio femminine, sia un mezzo importante per promuovere il nostro movimento”) e il capitano Sara Gama (“Ci aspettiamo una bella accoglienza, non sono mai venuta a giocare qui, ma credo che la presenza della nazionale rappresenti una grossa occasione per la città e per tutto il Sud”) ha una valenza importante per la crescita del movimento al sud dove si viaggia a una velocità inferiore rispetto al nord, basti guardare le squadre che partecipano ai massimi campionati (Pink Bari in Serie A e Napoli in Serie B). 

Bisogna accelerare sulla crescita del calcio al meridione per evitare una frattura ancora più evidente di quella già esistenze e aumentare il bacino di reclutamento - “Passare da 25mila e 100mila tesserate” - e di utenza. Ma anche un passo avanti verso il superamento di alcuni ostacoli di carattere culturale che purtroppo vedono ancora le donne, le ragazze, le bambine che giocano o si avvicinano al calcio come qualcosa di deprecabile, figlio di una mentalità ferma a inizio ‘900, ma che ancora tanti adepti ha nelle fila non solo degli appassionati di calcio, ma anche di tanti addetti ai lavori basti pensare al ds della Roma Gianluca Petrachi (che nella serata di ieri ha chiesto scusa per la sua uscita infelice). Solo aumentando la visibilità, il bacino d’utenza si potrà rendere normale quello che dovrebbe essere – ovvero che non esistono sport “per maschi” e sport “per femmine” - , ma non è ancora. E per questo serve uno sforzo volto alla conquista del Sud per far avanzare tutta l’Italia dello stesso passo.

Sezione: Calcio femminile / Data: Mar 08 ottobre 2019 alle 08:30
Autore: Redazione TuttoUdinese
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