Poco da recriminare quando chi ti batte si dimostra migliore di te. Quando prendono 15 rimbalzi in più, quando in attacco si guadagnano 17 seconde occasioni e nel momento decisivo Gražulis non ne sbaglia una.

Troppi i giocatori udinesi sottotono: in particolare Teejay Cromer e Riccardo Cortese, apparsi lontani parenti dei due giocatori ‘allaround’ che hanno fatto innamorare i loro tifosi. Un combinato disposto di 2/13 al tiro pesante per i due, tante occasioni perse quando Udine avrebbe potuto tornare sotto.

La valutazione, 97 a 58, parla molto più chiaro degli 11 punti di distacco fra le due squadre; se l’OWW non è andata alla deriva dopo aver subìto un 2-17 nel secondo periodo lo deve, in gran parte, a un Gerald Beverly nota lieta della serata. Commesso il quinto fallo a tempo quasi scaduto, il ragazzo di Rochester mette a referto 25 punti, 9 rimbalzi, 3 stoppate, 11 falli subiti. Numeri da califfo del pitturato, speriamo mantenga le premesse.

Udine inizia bene, poi si scioglie quando Tortona aumenta i giri del proprio motore. Sparisce Antonutti che nel secondo tempo praticamente non gioca (probabili ragioni fisiche) ma quando gioca incide; Fabi alterna grandi cose a errori evitabili; Amato non è ispirato come al solito, Nobile impalpabile e Zilli lottatore ma con meno ‘cazzimma’ del solito.

Al netto delle valutazioni tecniche, è parsa evidente la differenza di freschezza atletica fra le due formazioni. Udine, anche mentalmente, è parsa sempre in ritardo sulle palle vaganti, ha perso la marcatura su qualche decisiva tripla (come le due di Tavernelli), ha lasciato, come detto, troppi rimbalzi offensivi all’avversaria: la quale già mi nasce forte, non avrebbe avuto bisogno di aiuto.

La palla decisiva, l’ultimo treno per casa è passato quando Udine ha avuto la palla del -6 (due volte): una volta sbaglia la tripla Cromer, un’altra Fabi assiste direttamente la curva del Palalido.

La finale, a questo punto, vedrà di fronte Bertram e Torino di coach Demis, cui facciamo complimenti per l’importante traguardo raggiunto. Vieppiù con una squadra che due mesi fa nemmeno esisteva o quasi.

Udine si accontenta della finalina, una delle cose più tristi dell’universo. Una cosa da abolire. Vediamo di chiudere con dignità un’avventura comunque bella.

Tempo di rituffarsi nella preparazione al campionato; la gara contro Roseto (squadra indecifrabile) si avvicina sempre più. Senza ritornare troppo sulle amarezze suscitate da questa sconfitta: che ci sta, dato che (almeno secondo me) Derthona arrivava come squadra favorita e lo abbiamo detto sempre. E ciò valga anche per l’esito finale del campionato.

Purtroppo il soffitto del Carnera rimarrà ancora sguarnito da vessilli di vittoria: motivo non di depressione, ma di ulteriore motivazione per lavorare duro e migliorarsi. Consci del fatto che Udine è squadra interessante, ma non può prescindere (e chi se lo può permettere?) da così tante sue pedine. Specie in attacco.

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 27 settembre 2019 alle 23:20
Autore: Franco Canciani
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