In occasione della vigilia di Verona-Udinese, sfida valevole per la giornata numero trentaquattro di Serie A, l'allenatore dei bianconeri Andrea Stramaccioni ha parlato ai cronisti presenti nella sala stampa dello Stadio Friuli. Queste le sue parole, riportate dal sito ufficiale:
Contento della standing ovation di martedì sera?
"Contento al 100% non posso esserlo, ma vista la piega presa dalla partita, i ragazzi hanno dimostrato quello che in ottica futura deve essere una base importante, lottando su ogni pallone, sospinti dal nostro pubblico. Ci siamo chiesti quanto sarebbe stato bello averli tutti intorno e non solo alle nostre spalle; probabilmente, per fare una battuta, la palla di Perica l'avrebbero spinta dentro. Non vediamo l'ora di rivivere queste emozioni nel nuovo stadio".
E' scattata una molla per essere fiduciosi?
"Abbiamo sbagliato una partita e mezzo nelle ultime quattro. Adesso arriva Verona e dobbiamo fare attenzione, perché in questa stagione abbiamo sempre sofferto la terza partita in una settimana. Difficilmente potremo interpretare la gara come contro le milanesi, con l'aggressione a tutto campo. Per noi sarà un test importante, perché loro in casa sono molto compatti e hanno un Luca Toni in condizioni strepitose. Lo spirito sarà lo stesso comunque".
Cosa chiedi alla squadra per reagire all'emergenza?
"L'emergenza è aggravata dalla squalifica di Domizzi e dal fatto che Heurtaux è convocato, ma non disponibile dal primo minuto. Giochiamo contro un attaccante pericolosissimo e la difesa sarà chiamata agli straordinari. Abbiamo dimostrato di poter aiutarci bene e giocare di squadra e questo proveremo a fare anche contro il Verona".
Obiettivo superare la quota punti dell'anno scorso?
"In questo momento vorrei che la squadra ragionasse partita per partita e che si concentri sulle prestazioni. All'andata non è stata una bella partita, perché abbiamo trovato difficoltà a creare occasioni da gol. Mi aspetto anche domani una gara difficile, anche se cercheremo di impedire loro di metterla sui loro binari".
Si va avanti con le due punte? Totò come sta? Che modulo ti aspetti da Mandorlini?
"Non so cosa farà Mandorlini. Hanno giocato le ultime 10, 9 volte con la difesa a 4 e una volta a 5. E' una squadra con una linea difensiva molto bassa che sfrutta le qualità fisiche dei propri difensori. Dobbiamo essere bravi a sfruttare gli spazi che riusciremo a crearci. Cercherò di gestire Totò, parlando con lui e valutando le sue condizioni, ma sta bene. Lui è comunque utile sia dal primo minuto che a gara in corso. Sulle due punte la mia idea resta quella di provare a dimostrare di poter sostenerle. E' un'Udinese che può osare di più, a patto di essere sempre equilibrati. Con due punte siamo più pericolosi, ma dobbiamo pedalare di più".
Pensi di riproporre il 4-3-1-2?
"Considero le partite fatte come un processo di lavoro. Abbiamo cercato un'identità, l'abbiamo trovata e in questo momento abbiamo un equilibrio in questo senso, che ci permette di non preoccuparci dell'avversario. Sarà il campo che ci dirà se possiamo farlo con un'emergenza in difesa".
Ha scusato in parte Badu. Come si è comportato con lui in settimana?
"Non sono molto per le pubbliche esecuzioni, ma per i colloqui individuali. Vi assicuro che lui ha capito. Abbiamo parlato in maniera costruttiva; ho applicato un regolamento interno nostro, come capitato con Kone a Empoli. E' comunque una punizione che costruisce e che assolutamente non annichilisce. Credo in questo modo di relazionarsi con i giocatori. Ha sbagliato per un'eccessiva verve agonistica e per una partita strana dal punto di vista arbitrale. Mettiamo un punto; Emmanuel ha capito che non deve farlo più".
Impossibile vedere Piris al centro?
"Non mi piace parlare di formazione, ma l'accoppiamento Piris-Toni effettivamente non sarebbe l'ideale. Al di là della battuta, non è scortesia, ma non mi piace dare anticipazioni della formazione".
Come sta Geijo?
"All'intervallo di Udinese-Milan ha accusato questo problema alla pianta del piede. Ha recuperato ma ancora non è in perfette condizioni. Domani farà un ultimo test e ci riserveremo di valutare".
Ha avuto delle difficoltà ad allenare tanti stranieri?
"Parlando bene l'inglese e un pochino lo spagnolo, da un punto di vista comunicativo riesci a interagire con tutti. Nel calcio moderno conoscere le lingue è fondamentale. Farsi tradurre è possibile, ma è sempre meglio la comunicazione diretta, per questo mi ritengo fortunato sotto questo punto di vista. Per gli slavi mi avvalgo di Stankovic".
Poi spazio alle domande arrivate dai tifosi sui social network.
Quale giocatore, se c'è, vede per il dopo Di Natale?
"Penso che non si offende nessuno se dico che questo profilo non è scovabile qui e nel mercato. La società individuerà sicuramente un suo possibile successore, ma non per rimpiazzarlo, piuttosto per cercare di dare continuità di rendimento. Totò resterà sempre un calciatore unico a Udine, ma di sicuro arriverà un giocatore magari non affermato, ma che si costruirà, come successo allo stesso Di Natale quando arrivato qui".
E' vero che si può vincere o perdere, ma l'importante è che lo spirito sia quello di martedì sera?
"Io lo trasmetto ai giocatori e alla proprietà. Sono un positivo che crede nel lavoro. Con le due di questa settimana, abbiamo fatto almeno 6 prestazioni importanti, che non rappresentano una casualità. Bisogna lavorare su queste prestazioni per costruire l'Udinese del futuro, che possa avere una crescita importante. Ci mancano 5 partite e non voglio sentire tabelle. Siamo contenti di non essere mai stati vicini alla zona rossa, ma voglio i ragazzi sempre sulla corda e con il 200% delle motivazioni".
La scelta del 4-1-3-2 è arrivata a fine stagione perché ponderata o per esigenze di organico?
"Ho visto tutte le partite dell'Udinese dell'anno scorso e anche nel finale della scorsa stagione mister Guidolin aveva cambiato assetto. C'è l'idea iniziale e c'è il lavoro sul campo. Ho visto che questa squadra ha cambiato marcia cambiando schema, con il sistema attuale che ci ha dato lo sprint di offensività, senza negare che con tutti gli effettivi il nostro 3-5-2 ci ha dato ottime risposte. Ripeto che nel calcio moderno sono necessari due moduli da alternare".
Autore: Francesco Donatelli
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