Diciassette anni.

Sono diciassette abbondanti gli anni da quando il ragno la mise da tre, cadendo all’indietro, indicandoci proprio quel magico numero; noi, che come le seicento anime bianchenere d’oggi stavano in piccionaia, sperando nel meglio.

Altri tempi: ma anche la gara di oggi ha contorni epici. Vincere contro questa Alma non è semplice se non si gioca, tutti, sopra le righe ed oltre le proprie possibilità: difendendo, offendendo, tirando meglio di come si è fatto a Porto San Giorgio.

Così è stato: sopra di undici a pochi sospiri dal 40’ minuto, Udine è raggiunta da una Trieste che dimostra proprio in quel frangente quanto meriti la prima piazza; e chissà come sarebbe andata se Bowers non si fosse infortunato proprio mentre gettava nel paniere bianconero ogni sfera gli capitasse fra le mani, all’alba del match.

Se’ e ‘ma’ non fanno la storia; il 2+1 e soprattutto la tripla di Dykes nel secondo extratime invece sì. A quel punto i biancorossi di Dalmasson hanno mostrato di non potercela fare, spadellando da fuori e non riuscendo a contenere i bianchineri con la propria difesa, mandandoli invece in lunetta con regolarità.

Durante la presentazione di Troy Caupain mi ero accorto di un GM piuttosto accigliato e nervoso; Davide è uomo delle nostre latitudini, e ha patito le tante, tantissime critiche piovute sulla squadra in un momento difficile, forse il più delicato nel triennio condotto da Lardo. Gli ho manifestato la mia convinzione: Bergamo giaceva sì in basso nel rango, ma oggi ci accorgiamo che Sacco e Hollis l’hanno sollevata fin quasi a giocarsi la salvezza diretta con Piacenza. A Porto San Giorgio, invece, ci siamo buttati via in una gara giocabile.

Venerdì, al solito, ci siamo scambiati dei messaggi: ‘giocatevela: per noi e per Voi’, gli chiesi. ‘vinciamo’, rispose.

Detto fatto: Udine si conferma squadra che Trieste soffre, ed al meraviglioso impianto biancorosso Udine non s’offre, offrendo invece una prestazione straordinaria.

I ragazzi di Dalmasson non patiscono la mancanza di Fernàndez: questo Mussini, l’avevamo detto, è un supergiocatore che Reggio ha mandato brevemente in serie A2 prima di rimetterselo nel motore. Menetti lo sa, Fede è il play del futuro per una GrissinBon dalla dimensione ormai europea (anche dopo una stagione regolare non eccezionale). Patisce invece Matteo DaRos, non al meglio delle proprie possibilità, e soprattutto Javonte Green che al netto di un paio delle proprie schiacciatone non incide: dieci pezzi, troppo poco.

Epica la difesa lardiana: Andy, Tommy, KayDee e soci non risparmiano energie, costringendo gli avversari a percentuali da prefisso telefonico. Come detto, solo un rush da regina riporta l’Alma in scia. I due punti con cui impattiamo il primo supplementare, però, con la combo Troy-Tommy mi ha fatto pensare ‘si vince. Si vince’.

Detto, fatto.

Udine la porta a casa con merito: in attacco si vede qualche gioco ben eseguito, corredato da un Kyndall in formato post-season e dagli strappi di Franko il Bush, che gestisce alla grande momenti spinosi dove una palla persa avrebbe coinciso con la seconda rimonta dei casalinghi.

E Troy Caupain?

Tanti avevano dubitato delle sue qualità. Molti mi hanno scritto che si trattava di un altro Delegal, pescato chissà dove da una manica di visionari.

Io ho sempre ammesso di non conoscerlo: ma conosco le capacità di Micalich, e il livello del gioco in G-League che non è un torneo universitario minore (da cui arrivava Eddie, che si è comunque venduto peggio di come fosse a causa della mancanza totale di vita da atleta) ma la lega di sviluppo della NBA: da quel campionato sono arrivati signori giocatori anche in A1, e Troy ha chiuso quel campionato con 16 di media.

La tripla al pronti-via, un canestro in penetrazione con cambio di mano a disorientare l’avversario, 42’ in campo e diciassette pezzi alla fine identificano un giocatore di spessore. Veideman è nel nostro cuore, per la dedizione e le capacità ma Caupain non lo sta facendo assolutamente rimpiangere. Signori, ‘questo è giocatore’ come direbbe Bro Roberto.

Questa però è in particolare la vittoria di Lino Lardo.

Coach Lino ha ruotato i suoi giocatori con saggezza; Udine rientra dagli spogliatoi al 21’ e piazza un parziale anziché subirlo; la squadra soffre il giusto, ma al netto del 4-13 iniziale e un un -2 nel primo extratime domina la gara conducendola sempre. Lino, Federico, Paolo, Cristian hanno preparato la gara toccando i giusti tasti. Avessero giocato sempre così saremmo a 40 punti? Forse, ma chissene: sto già attendendo di conoscere la quarta del girone Ovest, che verosimilmente ci attenderà qualora all’ultima di regular season si battesse Imola.

Stasera si fa festa, stasera si beve vino, come recita una canzone croata che i tifosi del Cibona intonavano sugli spalti, anni ’80 d’Jugoslavia così lontani. All’andata qualche sfottò lo lanciai: stasera invece mi sento solo di applaudire tutto il pubblico presente. Ovviamente le seicento anime friulane, guidate dal Settore D (come al solito), che hanno potuto gioire alla fine; ed il pubblico di casa, che in sede di presentazione ho definito competente e caldo. Si meritano questa grande squadra, è un muro biancorosso, ché il basket a Trieste è cosa seria.

Ma il terzo derby di fila ce lo meritiamo noi: intascatolo, guardiamo avanti.

Complimenti, Pres; complimenti, Dus; complimenti, Lino; complimenti, ragazzi. Grandissimi, tifosi.

Forza A.P.U.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 16 aprile 2018 alle 08:13
Autore: Franco Canciani
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