Ospite negli studi di Udinese Channel 'O Mago' Maicosuel. Il brasiliano ha raccontato come sta vivendo la sua avventura in bianconero:
Come mai la decisione di cambiare numero e nome sulla maglia?
“Volevo cambiare, scrivere un'altra storia. Iniziare dalla maglia è stato buono. Anche mia figlia mi ha detto di cambiare numero, da 77 a 70 e gli ho dato ascolto”.
Ormai sei diventato un beniamino dei tifosi…
“Ringrazio i tifosi per questo affetto. Sono molto felice e non posso fare altro che ringraziare tutti”.
Guidolin ha detto che ancora si aspetta molto da te e che devi essere più concreto…
“E’ buono per me sentire le parole del mister, data la sua esperienza. Devo capire e lavorare in tutto quello che ha detto. Lui sa che cammino devo fare e io devo seguire i suoi consigli. Più egoista davanti alla porta? Si, anche il mio procuratore me lo dice. Voglio tirare quando mi trovo in buona posizione, devo essere sicuro di centrare il bersaglio, ma devo migliorare anche su questo".
Tornando al famoso rigore, chi ti ha più aiutato a superare quel brutto momento?
“Credo che la mia famiglia, il mio procuratore e i miei amici mi sono stati vicini. In questi momenti difficili vedi i veri amici, chi è con te. Mi hanno dato la forza di riprendermi, di fare bene. Il rigore sbagliato non l’ho dimenticato, è sempre nella mia testa. Voglio che i tifosi non mi associno a quello ma a i gol, a qualche colpo di tacco, alle mie belle prestazioni. Chi mi è stato più vicino nella squadra? Tutti mi hanno aiutato. E’ il gruppo che mi è stato vicino, tutti. Quando mi vedevano giù mi incoraggiavano a rialzarmi e a lavorare e lavorare”.
Ti aspettavi di essere uno dei giocatori più amati?
“Non me l’aspettavo. Volevo diventare importante per la storia del club. Dopo quel rigore, non pensavo che i tifosi potessero amarmi cosi”.
In molti credono che puoi essere un giocatore da 10-12 gol a stagione...
"Si sono d'accordo. Con il Botafogo in una stagione di 4 mesi ne ho realizzati 12".
Che ne pensi della decisione di giocare con il Milan a porte chiuse?
“I tifosi ti danno la passione per giocare. Scendere in campo senza pubblico sarebbe triste e brutto”.
Nel Botafogo hai raggiunto l’apice della tua carriera…
“Il Botafogo è ancora importante per me. Loro mi hanno aiutato tantissimo. Però il calcio è cosi. Ora sono all’Udinese e voglio scrivere una storia simile a quella fatta con il Botafogo”.
Con l’Hoffenheim invece non è andata bene…
“In Germania non mi sono adattato. Volevo giocare e non capivo perché non mi facevano giocare. La cultura è diversa, la lingua difficile e il calcio è duro. E’ stata un’esperienza che mi ha fatto crescere ma non è andata bene”.
Ti ritieni ancora giovane?
“Non sono giovane se guardiamo la rosa dell’Udinese che è piena di giovani, però non mi sento neanche cosi tanto vecchio”.
Sei stato perdonato da tutti per quel rigore…
“E’ incredibile che nessuno non mi abbia perdonato. Ecco perché devo lavorare, giocare bene, segnare perché devo ripagare la loro fiducia. Non mi aspettavo una cosa del genere, devo fare bene per loro”.
Io in campo con Muriel dietro a Totò?
“Non lo so, ci sono anche Ranégie, Pereyra, Bruno Fernandes che è un buonissimo giocatore e poi Zielinski che, anche parlando con Di Natale, è in assoluto il giocatore più tecnico della squadra”.
Ti aspettavi la Roma di Benatia in testa e cosi forte?
“Si, la Roma è una grande squadra, con grandi calciatori. Mi piace anche come giocano, è bello vedere una partita della Roma. E’ una squadra forte, compatta. Sarà difficile contro di loro. Dobbiamo giocare molto meglio di quanto stiamo facendo ora”.
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @Sbentivogli10
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