A Roseto la GSA scende per continuare il processo di crescita: come dice Obradovic, un coach deve intervenire con fermezza su piccoli problemi che possa scorgere all’interno del gruppo che allena prima che questi, ingrandendosi, diventino quasi insormontabili; soprattutto coach Lino avrà tratto dalla gara “sulle montagne russe” contro Ravenna molti insegnamenti.

Udine ha vinto di carattere, dopo aver dominato per 35’ sul piano tecnico e tattico contro una buona squadra: e ripeto buona, l’anno passato Ravenna mi aveva fatto ben altra impressione. Probabilmente l’Orasì crescerà in corso di stagione, ma lo farà anche l’A.P.U..

Udine ha sprecato venti punti di vantaggio quando ha mollato di testa ma anche di fisico, quasi avesse donato troppa intensità al match nei primi due, tre quarti. Deve dosarsi meglio, usando saggezza (e qui entrano in campo Lino, Montena, Braidotti e staff) e, come si dice oggi, resilienza adattandosi alla partita e facendola,s e serve, scivolando via.

Roseto è una piazza calda e calorosa: non ritorno nemmeno di striscio sulla sconfitta dell’anno passato, tantomeno sugli strascichi spiacevoli che mi hanno fatto capire molte cose. Mi ha fatto però piacere, guardando il documentario sugli Sharks uscito prima del campionato, sentire un tifoso locale dire che con calore e “pressione” loro portano alla squadra otto, dieci punti l’anno. Siamo d’accordo, quindi.

Piazza calda, ma squadra nuovissima. Persi molti dei giocatori che l’hanno portata ai playoff l’anno passato, autentico miracolo sportivo (Fultz, Adam Smith in testa), Roseto riparte da un gruppo molto giovane che si impernia sul mulo Marco Contento, già visto in arancione ad Udine, proveniente da Agropoli dopo un lungo girovagare per la penisola; su Riccardo Casagrande, unica riconferma nel gruppo di coach Di Paolantonio; sul lungo Infante, visto l’anno passato a Forlì e poi a Recanati quando Reynolds fu ceduto a Reggio Emilia; sul ritorno del play Marulli, già agli Sharks nel 2015-16.

Attorno a loro Lupusor ed altri ragazzi molto giovani, e due scommesse americane: Andy Ogide, trentenne di passaporto nigeriano e l’ultima stagione in Giappone (ma attivo fra Francia e Israele); e Darrell Combs, fresco diplomato all’università di Purdue ed Indiana, guardia tiratrice piccola e veloce che dovrà essere controllata da KayDee.

Udine deve vincere: per dare continuità alla propria (per ora) piccolissima striscia; per mettere punti fra sé e le ultime, così da rendere chiaro quale dovrà essere l’obiettivo stagionale; e potrà farlo sfruttando il comprensibile ritardo di amalgama degli abruzzesi, i quali però non si batteranno da soli esattamente come non ha fatto Ravenna, nettamente superiore ai biancoblu del presidente (riconfermato) Cimorosi.

Mi è piaciuta, nelle ultime due azioni di domenica scorsa, la visione di gioco di Dykes che ha attirato il raddoppio avversario per poi scaricare al liberissimo Andrea Benevelli, assistito dalla Dea del basket in due triple che, spero, abbiano “svoltato” la sua stagione. Ma a Roseto servirà di più: difesa, ché con punteggi bassi gli Sharks faranno più fatica ad entusiasmare ed entusiasmarsi in casa propria; migliore precisione in attacco, soprattutto fluidità nel giro della palla che settimana scorsa è mancato, specialmente quando le idee bianconere si sono annebbiate; ridurre ancora i tiri facili avversari, contro Ravenna meno che a Mantova ma ancora troppi.

Soprattutto speriamo di non trovare un Contento in formato Montano: Matteo, virgulto fortitudino, ha vissuto ad Udine la serata della vita con triple al limite della follìa.

Due trasferte consecutive (Roseto ed Orzinuovi) che diranno molto del futuro GSA: ai ragazzi chiedo una vittoria leggermente più agevole che contro Ravenna. Altrimenti i tifosi si esaltano, io (ma anche qualcuno in società) invecchio...

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 22 ottobre 2017 alle 11:30
Autore: Franco Canciani
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