Un autorevole commentatore, a mente della sua professionalità e posizione, qualche tempo fa ha scritto che i numeri sono importanti ed è impossibile non trovarsi d'accordo con lui. Ieri sera, ad esempio, i numeri ci dicono che la vittoria della "piccola" Cividale nel "derby che non è un derby" contro la corazzata Udine sia più netta dell'unico punto per cui, come ben sanno anche tutti i più distratti giocatori di briscola, "Martin perse la capa". Guardando le crude statistiche la Gesteco ha tirato meglio dal campo (19/37 da due contro 17/41 e 6/16 da tre contro 7/19), meglio dai liberi 11/13 contro 11/16), sostanzialmente pari i rimbalzi (32 contro 33), 3 stoppate date senza subirne, 14 assist contro 10 e una valutazione complessiva di 71 contro 59, nonostante le maggiori palle perse (21 contro 14) e sostanziale pareggio nei recuperi (9 contro 8). Quello che però i numeri non ci potranno mai spiegare è quello che è stato il fattore decisivo che ha indotto il "Dio dei Canestri" ad essere benevolo con Cividale negli ultimi secondi del match di ieri sera, come assai spesso è accaduto nella storia del Club del Presidente Micalich: il fattore "C", che si può pronunciare senza vergogna e non è quello che potrebbero insinuare i "maligni". Si tratta del fattore "Cuore", quell'insieme di attributi che ti fanno raggiungere nello sport, come in tanti altri ambiti della vita, traguardi difficilemte pronosticabili. Attributi come il coraggio e l'umiltà, che è la consapevolezza dei propri limiti che ti spinge ogni giorno a migliorarti sempre di più, ad avere rispetto di qualsiasi avversario ma timore di nessuno, la fame di risultato che è figlia della voglia di stupire che nasce a sua volta da una passione che scorre prepotente nelle vene.

Senza dimenticare lo spirito di appartenza ad un gruppo, che si ottiene solo quando si sposa senza riserve un progetto comune e conndiviso al punto di sacrificare anche il proprio tornaconto personale immediato a favore di quello superiore della squadra. Quello che un commercialista valuterebbe come "avviamento" esaminando un bilancio societario, ovvero quel bene immteriale che conferisce un valore aggiunto ad un'azienda rispetto alla pura somma tra attività tangibili e passività da liquidare. Certo, non si vuole concludere che per ottenere risultati importanti basti il "fattore Cuore", sarebbe ingenuo oltre che erroneo sostenerlo perchè per quelli ci vogliono qualità tecniche solide e anche componenti "numeriche" adeguate ed "entrature reputazionali" nei posti e nei momenti giusti, oltre che un pizzico dell'altro fattore "C", di cui è saggio tacere il nome. Resta un fatto con cui tutti coloro che aspirano a traguardi memorabili devono confrontarsi: il fattore "C", quale sia il significato che gli si voglia dare, non si compera e pure se qualcuno che ne fosse dotato decidesse di venderlo, lo perderebbe nel momento stesso in cui lo volesse mettere sul mercato. Per cui, per il compratore, sarebbe in ogni caso un pessimo affare. Un ultima considerazione del giorno dopo: da qualche parte si è ironizzato sulla "smodata" esultanza del pubblico cividalese e sui successivi festeggiamenti "manco avessero vinto il campionato." Forse, dietro "quell'esagerata" manifestazione di gioia l'osservatore più attento e meno superficiale avrebbe potuto cogliere oltre alla gioia per una vittoria proprio l'indiretto tr

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 08 dicembre 2022 alle 11:47
Autore: Giuseppe Passoni
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