Il presidente dell'Apu Udine, Alessandro Pedone, rilancia le ambizioni della squadra per il futuro. Anche senza Micalich il progetto va avanti. Il numero uno: "I tifosi possono stare tranquilli. Fino a giovedì abbiamo aspettato Micalich, ora stiamo lavorando a tutta forza per preparare il futuro. L'organizzazione societaria verrà definita a breve. Io resto, rilancio e conduco" ha chiarito ai microfoni di Udinese Tv.

A mente fredda, come ha interpretato l'addio di Micalich?

"E' stato veramente un fulmine a ciel sereno. La rottura del rapporto con Micalich per me è molto dolorosa. Con lui ho condiviso in questi anni la passione per il basket. Bisogna ricordare però che l'Apu è anche un'azienda, quando una figura a cui hai dato carta bianca per dieci anni rassegna le dimissioni è ovviamente una brutta botta. Non ci sono stati contrasti, è normale discutere quando si lavora insieme. Non ho ancora capito davvero questa mossa. Io ho gli ho mandato una comunicazione su quelli che sarebbero stati i volumi di spesa per gli anni a venire, dando particolare attenzione alle procedure da seguire. Questo è l'unico elemento che c'è stato prima delle sue dimissioni, forse questa cosa l'ha stizzito. Ho ricevuto le dimissioni di Micalich via mail, per me è stato un amico e questa cosa mi ha fatto male. Quando ci siamo visto, in maniera molto tranquilla e senza scontri, mi ha detto di non condividere più il progetto. Mi chiedo come possa non condividere un progetto che lui stesso aveva messo ideato. Credo che lui si sia un po' stancato, il Carnera ha fischiato molto, questo forse può aver comportato una sua dipartita. Resta comunque che non ho capito fino in fondo questa scelta".

Il motivo può essere stato il taglio del budget?

"In questo momento di difficoltà è un taglio fisiologico. Il 30% in meno è una cifra condivisa anche da altri imprenditori che investono nel basket. Stiamo tentando di fare programmazione. Il basket non ha introiti dai diritti televisivi, le squadre si sostengono con il botteghino, con gli sponsor e con il mecenatismo dei proprietari. Udine ha fatto un percorso che è stato preso a modello in Italia. Siamo stati bravi in questi a convincere molti sponsor della bontà del nostro progetto. Siamo partiti con un botteghino da quattro soldi e oggi abbiamo un ricavo importante. In una programmazione di questo tipo trovarsi ora con diverse incognite alle quali non vi è una chiara risposta è normale che ci sia una contrazione della spesa. L'apertura ha una variabile in termini di ricavi importantissima. In questo momento è chiaro che anche gli sponsor stia prendendo un attimo per riflettere. Siamo davanti alla prima stagione post-covid".

Il nuovo general manager sarà Gianluca Mauro?

"Gianluca ha avuto un percorso simile al mio. E' nato come manager, è uno uomo d'azienda. Ha fatto un percorso importante a Trieste, ha avuto la forza di tenere in piedi la società mantenendo la categoria e accompagnandola verso traguardi importanti. Si presenta con un grande background. E' legato al territorio ed è un tifosissimo bianconero. Secondo me è la persona giusta. Ci siamo dati un timing di qualche giorno per condurre la cosa in porto. 

La Serie A1 può diventare una realtà?

"Prima di tutto bisogna aspettare di capire quante squadre chiederanno la retrocessione. La Federazione ha dato alla Lega il compito di studiare i ripescaggi. E' vero che la Fip ha dato un'indicazione importante su Udine. Stiamo cercando di capire se c'è la possibilità di poter fare questo salto di categoria, lavoriamo per farci trovare pronti alla chiamata. Con lo tsunami che ci ha travolti, l'addio di gran parte dello staff e del giemme, le incognite legate al covid, programmare un campionato di A1 è più complicato. Serve un'infrastruttura sportiva di un certo tipo per fare un ragionamento del genere. Se A1 non sarà faremo un campionato di A2 assolutamente competitivo".

La nuova Apu riparte da Antonutti.

"Quest'anno mi è piaciuto tantissimo. Si è presentato fin da subito in perfetta forma fisica, ha dimostrato un grande attaccamento alla maglia. E' un bianconero assoluto, un ragazzo fantastico e amato da tutti. Tecnicamente ha una mano sopraffina. Con lui ho fatto un lungo discorso, siamo in piena negoziazione. Può essere la bandiera della costruzione friulanocentrica del nostro nuovo progetto".

E Ramagli?

"Ho ringraziato il coach per quello che ha fatto. E' una persona che stimo moltissimo dal punto di vista umano. Non sarà però il nostro allenatore. Non avevamo sottoscritto con lui nessun accordo. Ovviamente ci è rimasto male, avrebbe voluto completare il suo lavoro a Udine. Quest'anno i tanti fischi che la squadra ha avuto non mi sono piaciuti. Adesso stiamo valutando altri nomi, c'è un'ampia rosa di scelta. Ci sono diversi profili che a me piacciono".

Il nome giusto per la panchina bianconera potrebbe essere quello di Boniciolli?

"Per me è sempre stato un sogno proibito. Un allenatore apprezzato a Udine per quel che ha fatto. Ha una personalità molto forte e questa è una cosa che mi piace molto. Ci sono però anche altri nomi che mi piacciono, Ceccarelli che ha chiuso male a Piacenza, Martellossi persona che stimo molto e che magari nella sua esperienza all'Apu non è stato veramente apprezzato".

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 06 giugno 2020 alle 17:53
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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