L’Udinese arranca. La questione si limita a questo. E diciamo ciò praticamente solo in nome di quell’amore per la verità pura che questa nostra rubrica cerca di portare in trionfo dacché è stata creata, ossia nel lontano 1996. Nonostante sia arrivata una vittoria fuori casa che non si verificava dall’ormai remoto marzo scorso, i segnali lanciati dalla squadra bianconera nel corso dell’ultima partita giocata mercoledì scorso a Reggio Emilia, non corrispondono minimamente o quasi con quelli che ci attendevamo da quella che comunque pensavamo dovesse essere considerata a pieno diritto una partita da ultima spiaggia o quasi per la gestione bianconera targata Delneri. Vabbé, il risultato dal punto di vista numerico è stato pienamente in linea con le attese invece, perché è arrivata una vittoria che porta su e non marginalmente la classifica dell’Udinese. Ma abbiamo pur sempre avuto innanzi una squadra che dava bella mostra di sé solo in fase di possesso del pallone, per poi far venire qualche pensiero di troppo in fase di chiusura difensiva, con Samir che per giusta giunta per poco non centrava il secondo autogol consecutivo in due partite. Ci dovevamo attendere una Udinese maggiormente compatta, una squadra capace di reggere finalmente in ogni situazione del gioco. Invece è stata la solita squadra spaccata in tronconi che quindi era ben poco squadra. E chissà per quanto dovremo avere di fronte una squadra del genere, salvo un rimescolamento deciso delle carte in tavola e delle situazioni che può avvenire solo previo un cambio alla guida tecnica della squadra.

Cambio che viste le premesse poste dalla società, che a Delneri ha chiesto di fare dai quattro ai sei punti almeno in questa settimana che dev’essere quella del rilancio, non dovrebbe avvenire per ora. Quindi dovremo rassegnarci ad attendere che questa squadra acquisisca compattezza, e dovrà farlo anche quantoprima. Questo perché non si può sempre vivere di rendite facili ed attendersi l’avversario inferiore che permetta all’Udinese di passare. Bisogna anche avere la quadratura per affermare la propria superiorità a colpi di bel gioco e frizzantezza, visto che quest’ultimo ingrediente dovrebbe diventare proprio di una squadra giovane e quindi atletica qual’è questa Udinese. Già dalla partita contro l’Atalanta c’è da pretendere quindi di vedere una Udinese che sia un gruppo affiatato, che produca gioco in maniera sinergica senza denotare la disgiunzione delle sue branche costitutive. La squadra deve procedere fluida e fluente, e ciò deve avvenire se non proprio totalmente dallo scontro casalingo al cospetto della Dea di Lombardia almeno entro la successiva partita casalinga, quella contro il Cagliari proprio alla Dacia Arena / Friuli. Basta all’Udinese spezzatino quindi, e quella bianconera bianconera diventi una squadra compiuta. Altrimenti Mister Delneri difficilmente potrà guadagnarsi, mantenendolo per se anche per un futuro non quantificabile ad ora, il trono di sovrano nel regno del calcio friulano che conta.

Sezione: Notizie / Data: Ven 27 ottobre 2017 alle 17:00
Autore: Valentino Deotti
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