L'Udinese, con il progetto per il nuovo stadio, prova a fare il salto di qualità e a raggiungere il modello dei club esteri. Un modello questo che i bianconeri stanno portando avanti da veri avanguardisti in Italia. Ora, coni i lavori già cantierati, manca solo gli ultimi step, la costruzione, per rendere quello che fino a pochi anni fa era un sogno personale del parón Pozzo realtà. La testata calcionapoli 24.it ha intervistato in esclusiva il sindaco di Udine Furio Honsell per ricostruire la cronistoria del 'Friuli'. Ecco alcuni stralci della lunga intervista:

Privato. Udine. Pozzo. E’ stato facile trovare l’intesa col patron?Certamente. Pozzo è una persona estremamente intelligente: un genio dell’imprenditoria dalle idee innovative e molto chiare. Ha pensato allo stadio prima ancora della Juventus. Ci abbiamo messo un po’ di tempo per trovare la soluzione semplicemente perché prima che diventassi sindaco c’erano una serie di contenziosi e cause in tribunale. Chi pagava gli interventi sullo stadio volute dall’Uefa? Li pagava l’Udinese ma non era chiaro a chi spettasse sostenere la spesa. Per fortuna il presidente dell’Udinese è un autentico imprenditore di sport. Venne così fuori l’idea: lui era disposto a fare un investimento. Mi fece un ragionamento di come poter trovare una soluzione e mi disse: “L’investimento lo faccio io”. Fu molto innovativo perché si cercò una nuova formula: avere il bene per un certo numero di anni. Abbiamo poi esplorato la possibilità di concedergli lo stadio per 99 anni con la possibilità di investirci sopra e di ristrutturarlo completamente”.

Un bene pubblico nelle mani di un privato: non è semplice dal punto di vista legislativo.Abbiamo trovato questa nuova formula che si basava sul diritto di superficie per 99 anni. E’ stato il punto di arrivo di un percorso pioneristico in campo legislativo. Abbiamo fatto una stima sul valore. Loro devono fare un investimento che compensa sostanzialmente questo valore e in questo accordo ci devono pagare una quota minima l’anno veramente irrisoria. Si tratta di qualche decina di migliaia di euro. La cifra invece da investire si aggira intorno ai 25 mln. Per fare questo, essendo un bene pubblico, non potevamo concedere lo stadio direttamente. Allora ci siamo rivolti alla Corte dei Conti che ci ha detto: “Fate una gara con la quale potete imporre delle clausole”.

Che tipo di clausole avete inserito? “Abbiamo fatto un bando dove l’unica società a presentarsi è stata l’Udinese ma in teoria poteva arrivare anche un altro imprenditore sportivo. Tra un secolo l’impianto ritorna nella mani del pubblico. Nel contratto c’è scritto che bisognerà restituirlo in buone condizioni e in piena agibilità. Poi ci sono tutte una serie di clausole per staccare il rapporto ma non c’è proprio l’interesse. Inoltre ci sono anche alcune giornate in cui l’Udinese è obbligata a concedere l’utilizzo dello stadio. Sostanzialmente è diventato privato: l’Udinese ci lavora, lo ristruttura in completa autonomia però devono rispettare certi vincoli di gara”.

La matematica non è il mio mestiere ma lei sicuramente può aiutarmi: cifre alla mano, quali sono i vantaggi per il comune? Non abbiamo dovuto più mantenere le spese per la manutenzione ordinaria e straordinaria. Anche la stessa Imu dello stadio: l’avremmo dovuta pagare noi, adesso la pagano loro. Dovendo quantificare nell’arco di un anno il risparmio è tra il mezzo milione e il milione. Tra l’altro noi non avremmo mai fatto alcuni interventi come la copertura, o non avremmo mai tolto la pista d’atletica che sarebbero state le normali spese per gestirlo. Ci sono stati anni in cui abbiamo speso due milioni, altri anni meno ma in media il risparmio si aggira intorno ai 750mila euro l’anno. Oggi invece sappiamo che è tutto loro: è come se noi in teoria avessimo venduto lo stadio, col fatto però che rimane ad uso pubblico per un certo periodo. Ad oggi non spendiamo più nulla, non spendiamo più un euro. Avevamo un milione all’anno di spese ma il comune non è un imprenditore sportivo”.

Manca un ultimo calcolo: quanto tempo è servito e servirà ancora per avere lo stadio ristrutturato? Le dico solo che da quando l’Udinese ha vinto il bando di gara nel 2012, entro tre anni doveva iniziare i lavori (già iniziati) e deve completarli entro cinque anni”.

Sezione: Notizie / Data: Gio 17 aprile 2014 alle 08:00
Autore: Stefano Pontoni
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